Isarno di Ribagorza

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Isarno
Abside del monastero di Santa María de Obarra
Conte di Ribagorza
In carica990 - 1003
PredecessoreArnaldo
SuccessoreTota
Nome completoIsarno
Nascitacirca alla metà del secolo X
Morte1003
Luogo di sepolturamonastero di Santa María de Obarra, a Beranuy
PadreRaimondo II
MadreGarsenda di Fézensac
FigliGuglielmo, illegittimo
ReligioneCattolicesimo

Isarno di Ribagorza (Isarno in spagnolo, Isern, in catalano e Isarn in francese; circa alla metà del secolo X1003) fu Conte di Ribagorza dal 990 alla sua morte.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il Codice di Roda, Isarno era il figlio maschio terzogenito del Conte di Ribagorza, Raimondo II e della moglie Garsenda di Fézensac[1], che, ancora secondo il Codice di Roda era figlia di Guglielmo Garces[1] (ca. 895- ca. 960), primo conte d'Armagnac e di Fézensac, che, secondo la Genealogia Comitum Guasconiæ, era figlio del duca di Guascogna, Garcia II Sanchez[2]; anche il capitolo n° XXXVI del libro XLVI della España sagrada. 46, De las santas iglesias de Lérida, Roda y Barbastro conferma che era figlio di Raimondo II Garsenda, precisando che proveniva dalla Gallia (Garsendi nomine de galiis)[3].
Sempre secondo il Codice di Roda, Raimondo II di Ribagorza, era il figlio primogenito del Conte di Ribagorza, Bernardo I e di Toda Galíndez d'Aragona[4], che ancora secondo il Codice di Roda, era figlia del terzo conte d'Aragona, Galindo III e di Arcibella di Guascogna, figlia di Garcia I di Guascogna e di Aimena di Perigord[5].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il 960, suo padre, Raimondo II non viene più citato in alcun documento, e, nel 964, nel documento n° 194 del Catalunya Carolíngia, vol. II: Els diplomes carolingis a Catalunya, inerente ad una donazione (non consultato), Raimondo non viene citato, ma vengono citati, suo fratello, Unifedo, col titolo di conte, gli altri figli e la moglie (Hunifredus chomes et fratres mei et mater mea)[6], per cui si presume che Raimondo sia morto tra il 960 ed il 964.
Unifredo (Unifredus comes filius Ragimundi) gli succedette, precisando che fu conte al tempo di Lotario II di Lotaringia (temporibus Lotarii), come ci viene confermato dal Numero XXI della Apendice, Clase Primera, El antiguo obispado de Pallas en Cataluña[7].
Al momento della successione vi fu un tentativo di rivolta, che fu soffocato e i rivoltosi furono puniti con la confisca di tutti i loro beni[8][9].

Suo fratello, Unifredo governò la contea unitamente all'altro fratello, Arnaldo e a Isarno, sui quali, con l'appoggio della madre, Garsenda, aveva la preminenza[8][9].

Isarno, tra il 966 ed il 975 lo troviamo citato in due documenti del Catalunya Carolíngia, vol. II: Els diplomes carolingis a Catalunya (non consultato)[6]:

  • il n° 209, datato 970 (domnus Unifredus comite et fratres eius Arnaldo et Isarno)
  • il n° 235, datato 975 (Hunifredus comis et matrem suam Arsindis chomitissa et filia mea Tota et nuru sua Sancia...et fratres mei...Arnallus et Isarnus sive episcopus Hodisindus cuius diocescum est Ripacorcense)

Non si conosce la data esatta della morte di suo fratello, Unifredo, che si presume tra il 979 ed il 980 e, secondo il capitolo n° XXXVI del libro XLVI della España sagrada. 46, De las santas iglesias de Lérida, Roda y Barbastro fu tumulato nel monastero di Santa Maria d'Alaó a Sopeira[10].
Suo fratello, Arnaldo, succedette a Unifredo, come conferma il Numero XXI (Post hos Comites fuerunt in supradictis locis, Arnaldus, Vuillelmus, Isarnus) della Apendice, Clase Primera, El antiguo obispado de Pallas en Cataluña[7].

castello di Monzón.

Suo fratello, Arnaldo morì verso il 990, in quanto nel dicembre di quell'anno, la madre, Garsenda di Fézensac, Isarno, citato col titolo di conte e la sorella, Tota (Garsinnis chometissa et...Isarnus...comes sive germana mea Tota), fecero una donazione, senza che Arnaldo fosse citato, come da documento n° 289 del Catalunya Carolíngia, vol. II: Els diplomes carolingis a Catalunya (non consultato)[6].
Isarno succedette al fratello, Arnaldo[7] e governò la contea con l'assistenza della sorella, Tota[11][12].

Isarno finì i suoi giorni nel castello di Monzón, affrontando l'attacco di Abd al-Malik al-Muzaffar, figlio di Almanzor nel 1003[13]; anche il capitolo n° XXXVI del libro XLVI della España sagrada. 46, De las santas iglesias de Lérida, Roda y Barbastro conferma la morte in battaglia contro i Saraceni, in una località detta monte di Sion (in Monte Sion)[10]; lo scontro viene ricordato come battaglia di Albesa[11][12].
Le sue spoglie furono raccolte dal figlio e sepolte nel monastero di Santa María de Obarra, a Beranuy[13].

Gli succedette nel governo della contea sua sorella Tota[13].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Di Arnaldo non si conosce il nome di una eventuale moglie[6].

Da un'amante, di cui non si conoscono gli ascendenti, di nome Bella[13] o Garsenda[11][12], ebbe un figlio[6]:

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Conte di Ribagorza Successore
Arnaldo 990 - 1003 Tota