Guillielmus de Groff

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Tritone bambino, (1722), nella grande sala del Badenburg nel parco Nymphenburger (Monaco di Baviera)

Guillielmus de Groff, o Grof (Anversa, 1680Monaco di Baviera, 1742), è stato uno scultore ed ebanista fiammingo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Statua di Nettuno con un cavalluccio marino, alla grande cascata del parco Nymphenburger (Monaco di Baviera)

Guillielmus de Groff era il terzo figlio di Wagenmachers de Groff e di Anna Bulens.

Il suo percorso di formazione artistico si svolse inizialmente ad Anversa, come apprendista in un laboratorio di scultura.[1]

Intorno al 1700 si trasferì a Parigi per sviluppare le sue capacità artistiche, e dove ebbe la possibilità di mettersi al servizio di Luigi XIV di Francia.[2]

Nel 1714 si spostò in Germania, a Monaco di Baviera per entrare nella corte del Grande Elettore di Baviera.[2]

Successivamente lavorò anche a Dachau, Nymphenburg, Schleißheim, realizzando bronzi, stucchi decorativi, ritratto in cera, mobili per chiese e palazzi.[2]

La sua attività più importante fu la creazione di sculture in piombo dorato per i giardini del Grande Elettore di Baviera.[1]

Groff ha lavorato a Monaco di Baviera, nel suo ruolo di maestro scultore, insieme allo scultore Giuseppe Volpini, allo stuccatore Charles Claude Dubut, e sotto la direzione di Joseph Effner.

Appassionato delle stile francese, trovò un compromesso tra il gusto transalpino e quello tedesco, mettendosi in evidenza per aver diffuso il Rococò in Germania.[2]

Groff si sposò con Rosalia Susanna Lamoureux ed ebbe quattro figli: Charles (1712-1774), Claudio Achille (1716), Ferdinando Guglielmo (1718) e Johanna Margaretha.

Il figlio maggiore Charles è riuscito dopo la morte del padre ad essere il suo successore come scultore di corte a Monaco.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (ES) Groff, Guillielmus de, su museodelprado.es. URL consultato il 16 agosto 2018.
  2. ^ a b c d Guillielmus de Groff, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 ottobre 2015.
  3. ^ (DE) de Groff, Charles, su deutsche-biographie.de. URL consultato il 16 agosto 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Peter Volk, Guillielmus de Grof (1776–1742). Studien zur Plastik am Kurbayrischen Hof im 18. Jahrhundert. Saggio, Francoforte, 1966.
  • (DE) Friedrich Wolf, Wilhelm de Groff (1676–1742). Der Dekorkünstler des Kurfürsten Max Emanuel, in Oberbayerisches Archiv, 90, 1968, S. 52–61.
  • (DE) Gerhard Woeckel, de Groff, Guillielmus, in Neue Deutsche Biographie (NDB), VII, Berlino, Duncker & Humblot, 1966, p. 119.
  • (DE) Ulrich Thieme e Fred. C. Willis, Guillielmus de Grof, in Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart, XV, Lipsia, Gresse–Hanselmann. E. A. Seemann, 1922, pp. 72–74.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN27171699 · ISNI (EN0000 0000 6648 8716 · CERL cnp00586304 · ULAN (EN500052331 · GND (DE118718940 · BNF (FRcb125029170 (data)
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie