Filippo Patella

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Filippo Patella (Agropoli, 25 marzo 1817Napoli, 11 gennaio 1898) è stato un presbitero e patriota italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Filippo Patella svolse i suoi studi in seminario e, presi i voti, fu subito nominato parroco del suo paese, dove si dedicò anche all'insegnamento. Negli stessi anni fu affascinato dal pensiero mazziniano e, come molti altri sacerdoti meridionali ispirati dalle idee liberali e democratiche, si iscrisse giovanissimo alla Giovine Italia. La sua notevole attività nel Cilento gli valse la nomina tra i membri del Comitato Nazionale e, di conseguenza, ad avere corrispondenze dirette con Giuseppe Mazzini, che gli affidò l'organizzazione del movimento rivoluzionario in quel circondario. Per la sua fede repubblicana e democratica fu perseguitato e sorvegliato dalle autorità borboniche. Partecipò ai moti del 1848 nel Cilento[1] ed alla campagna di Roma del 1849, dove combatté sotto gli ordini di Giuseppe Garibaldi gli venne conferito il grado di Maggiore. Dopo la sconfitta della Repubblica Romana tornò a Napoli, dove visse per qualche tempo nascosto in casa di persone fidate per non essere scoperto dalla polizia borbonica. Qualche tempo dopo riuscì ad imbarcarsi su una nave da guerra francese e a raggiungere Genova. Fu esule in Francia e nel nord Italia, dove fece il professore di Italiano, latino e greco fino a quando apprese che Garibaldi si accingeva a capitanare una spedizione nell'Italia meridionale. Patella accorse subito a Genova ed il 5 maggio 1860 salpò dallo scoglio di Quarto con i “Mille”.[2] In Sicilia si distinse nella battaglia di Calatafimi, dove combatté al fianco di Nino Bixio, ed anche nella presa di Palermo e Milazzo. Raggiunta Napoli, partecipò alla battaglia del Volturno e venne nominato colonnello. Per i suoi atti di eroismo fu insignito della medaglia al valore militare.

Dopo lo scioglimento dell'Esercito Meridionale e la partenza di Garibaldi per Caprera, Patella tornò a Napoli e riprese l'insegnamento nei licei. Fu nominato preside del liceo Umberto I di Napoli, dove rimase per venticinque anni e chiuse la sua carriera di educatore nel 1890. Morì l'11 gennaio 1898.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dalla Sicilia al continente, su Il Mio Liceo. URL consultato il 18 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  2. ^ Quei salernitani tra esilio, carcere e rivoluzione - Cronaca - la Città di Salerno, su la Città di Salerno. URL consultato il 18 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  3. ^ Comune di Napoli - Cultura - I segreti del Palazzo - La memoria e i suoi segni - Lapidi commemorative - In ricordo dei garibaldini morti a Napoli, su comune.napoli.it. URL consultato il 18 dicembre 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Clodomiro Tarsia, Filippo Patella e i cento preti ribelli del Cilento, Acciaroli (SA), Edizioni Centro di promozione culturale per il Cilento, 2011.
  • Infante Antonio, Nastro Catello, Filippo Patella Garibaldino di Agropoli, Edizioni Arti Grafiche del Cilento S.r.l., S. Antonio di Torchiara (SA), 1984.
  • Luigi Rossi (a cura di), Garibaldi e garibaldini in provincia di Salerno. Convegno di studio, Fisciano e Mercato San Severino, 26 novembre 2003, Salerno, Plectica, 2005, ISBN 88-88813-15-2.
  • Gennaro De Crescenzo, I salernitani nell'epopea garibaldina del 1860, Salerno, Jovane, 1939.
  • Antonio Alfieri D’Evandro, Della insurrezione nazionale nel Salernitano, Napoli, Stamperia del Vaglio, 1861.
  • Alfredo Ricci, Tre sacerdoti salernitani garibaldini dei Mille, in Rassegna storica del Risorgimento, XLIII, n. 3, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, luglio-settembre 1956, p. 533. URL consultato il 21 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Romolo Amicarella, Combattenti per l'indipendenza italiana della provincia di Salerno. Campagne dal 1848 al 1870, Lodi, Ellebi, 2000.
  • Alfonso Conte, Preti e rivoluzionari nel Cilento durante l'ultimo periodo borbonico, in Annali Cilentani, VI, luglio-dicembre 2000, pp. 81-95, ISSN 1120-6853 (WC · ACNP).