Festuca (diritto)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La festuca (dal latino festuca) era nell'antico diritto germanico (festuca notata) e in quello romano un bastone o un fuscello di paglia (privato della spiga) con valore simbolico utilizzato nella conclusione di un negozio giuridico. Nel medioevo indicò simbolicamente la sottomissione del vassallo al signore.

Diritto romano[modifica | modifica wikitesto]

Tale oggetto era utilizzato nel diritto romano durante la cosiddetta manumissio vindicta, una delle tre antiche forme civilistiche di manumissiones - le altre due erano "testamento" e "censu" - che consisteva in un finto processo di libertà: davanti a un magistrato e alla presenza del dominus e del servus, un terzo soggetto, detto adsertor in libertatem, toccava lo schiavo con una festuca (una verga che i romani chiamavano vindicta, simbolo dell’asta militare, da cui il nome della manumissio) e ne proclamava la condizione di uomo libero usando una formula di rito. Il dominus taceva, per cui il magistrato, constatato il silenzio da parte del padrone, dichiarava ufficialmente l'addictio in libertatem.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Durante quest'epoca la festuca era conservata dal vassallo presso di sé o poteva essere trattenuta dal signore. Il vassallo poteva decidere di liberarsene, gettandola via o riconsegnandola, come segno di sconfessione del legame vassallatico e di rifiuto del contratto di sottomissione col proprio signore durante un rituale detto della "werpitio" o "exfestucatio", con cui giuridicamente si abbandonava o cedeva un diritto.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • François Louis Ganshof, Che cos'è il feudalesimo?, trad. Ugo Gherner, Einaudi, Torino, 2003