Discussione:Roccapietra

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Sposto in discussione il testo che riguarda la storia della Valsesia e non di Roccapietra, nel caso da spostare in quella pagina. MM (msg) 22:54, 11 giu 2007 (CEST)[rispondi]


La storia di Roccapietra ripercorre le tappe di quella della Valsesia. Al tempo dei Romani fece parte della Gallia Transpadana; il cristianesimo si diffuse dopo l'editto di Costantino e presto furono costruite le prime chiese tra cui anche quella di Roccapietra. Poi venne occupata dai Longobardi (573) e formò il Distretto della Valsesia sotto il Duca dell'Isola di San Giulio. Dopo la sconfitta dei Longobardi da parte di Carlo Magno (774) passò alla marca di Ivrea e successivamente, per volere dell'imperatore, al Vescovo di Vercelli mentre alcuni territori, che erano di proprietà dei conti di Stazzona (Angera) furono assegnati al vescovo di Novara. Tuttavia il possesso dei vescovi fu solo nominale poiché di fatto il potere sulle terre passò ai Conti di Biandrate, che furono feudatari per tre secoli della Valsesia.

Il più importante conte di Biandrate fu Guido il Grande che si imparentò addirittura con Federico Barbarossa. Alla disfatta di Barbarossa (battaglia di Legnano 1176) seguì anche quella dei Conti di Biandrate che, per non soccombere, dovettero allearsi ora con Vercelli e ora con Novara che volevano accaparrarsi il controllo della valle, fino a quando i Valsesiani insorsero definitivamente per liberarsi di loro e distrussero i loro castelli (1374). All'inizio del XIV secolo si creò così in valle una Università o Comunità Generale che comprendeva tutti i comuni della valle. Nel frattempo la Valsesia passava a far parte del Ducato di Milano con Gian Galeazzo Visconti che ne affidò il governo ai Barbavara, famiglia di nobili novaresi, verso il 1400. La loro dominazione durò però pochi anni.

Quando il Ducato di Milano passò ai Francesi con Francesco I nel 1515 anche la Valsesia ebbe la stessa sorte, salvo poi passare sotto Carlo V ed essere soggetta a un lungo periodo di guerre tra Francesi e Spagnoli essendo un territorio di confine. Nella lotta per la successione al trono di Spagna, la Valsesia passò sotto i Savoia nel 1707. Nel 1800, con Napoleone, il fiume Sesia segnò il confine tra Impero di Francia, a cui fu annesso il Piemonte, e Regno italico così il territorio valsesiano fu diviso in due parti per tutta la sua lunghezza fino al 1814, quando con il Congresso di Vienna ritornò unita sotto i Savoia. Nel 1819 divenne Provincia con capoluogo Varallo; la provincia ebbe alterne vicende fino ad essere inglobata definitivamente nella Provincia di Novara nel 1859. Nel 1926 nacque la provincia di Vercelli e la Valsesia fu annessa alla nuova provincia. Il territorio valsesiano fu direttamente interessato dalle vicende della Prima e della Seconda Guerra Mondiale ed in particolare dalla resistenza partigiana. Infatti dopo l'8 settembre 1943, data dell'armistizio tra Italia ed alleati Anglo-Americani, in Valsesia, così come nel biellese e nell'Ossola, iniziò il periodo di resistenza armata contro l'occupazione tedesca e contro i fascisti con la costituzione delle prime formazioni partigiane.

Il comandante delle formazioni partigiane valsesiane fu Cino Moscatelli. Questo fu un periodo durissimo per tutti i valsesiani e molti morirono negli scontri con i nazi-fascisti, nelle imboscate o nelle rappresaglie. Il 24 aprile 1945 la Valsesia venne definitivamente liberata dai tedeschi.