Discussione:Erboristeria

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Ciao, ringrazio Peter per lo sforzo, ma non capisco ancora la necessità di avere due pagine separate per Fitomedicina ed Erboristeria.

Inoltre c'è ancora molta confusione, dal mio punto di vista, con le voci Pianta officinale Pianta medicinale (oltre che Erba officinale e Erba medicinale che puntano a Erba (botanica)). Ma se non sbaglio le erbe sono piante, e non dovrebbe esserci questa differenza. Ancora: la definizione di Pianta officinale mi sembra molto simile a Pianta aromatica, si intende la stessa cosa? Ancora: non sarebbe comodo unire pianta officinale e pianta medicinale (dato che dai "puntano qui" si vede come effettivamente siano usate come sinonimi)? Bella la lista delle piante in Koehler's Medizinal-Pflanzen, ma sarebbe bello catalogarle bene insieme al progetto forme di vita no? Non sarebbe il caso di pensare ad un progetto erboristeria, coordinato bene con i progetti forme di vita e medicina? --L'uomo in ammollo 12:32, 27 apr 2006 (CEST)[rispondi]

Io ti ringrazio per i ritocchi.
La differenziazione linguistica tra pianta ed erba non vedo bene. Personalmente uso pianta, perché non tutte le piante medicinali sono erbe (p.es. la quercia o il salice).
Le piante officinali sono piante medicinali, che il farmacista di una volta era "obbligato" ad avere in officina (erano le più frequentemente usate). Da cui in molti nomi botanici sono riportati (p.es. Rosmarinus off.) come varietà terapeuticamente usata. Anche le piante aromatiche (per l'odore) sono spesso medicinali e ogni tanto anche officinali (vedi rosmarino), ma non sempre (p.es. la lillà o serenella). Personalmente faccio delle distinzioni linguistiche in senso funzionale: dico per esempio che molte piante medicinali aromatiche sono batericidi; o che tante piante medicinali cinesi non sono officinali in Europa, e così via.

Propongo di scegliere come termine a monte "pianta medicinale" e subsommare le officinali e le aromatiche. Inoltre dichiarerei "erba" come termine tradizionale e di gergo.

Per la terminologia di fito-: trovo errato il termine di fitomedicina per la cura di persone. Si usa nel senso di curare le piante (dottore per le piante) non nel senso di curare gli uomini. Comunque sia, di dichiarare una medicina "fito" è ridicolo, perché delle tante medicine che conosco, neanche una si limita come rimedio alle piante.

Se classifichi la fitoterapia sotto le "terapie alternative" mi sta anche bene per l'Italia (ancora dei prossimi anni). Ma già oggi, i funzionari del UE parlano invece di medicine o terapie "non convenzionali" (orribile ma giusta) come termine a monte. Poi distinguono in "alternative" (non compatibili con concetti medici vigenti) e complementari.

In più è vero, che una parte della fitoterapia, specie quella popolare è "non convenzionale", ma una bella parte è convenzionale (prescrivibile dal medico) anche in Italia, con tendenza saliente.

__Peter 15:22, 27 apr 2006 (CEST)[rispondi]


Mi pare che concordiamo sul fatto che erbe, piante e alberi (aromatici officinali o medicinali) alla fine sono tutte "piante". Per il momento lascerei le cose come sono, dati i ritocchi generici che ho fatto. Sarebbe opportuno in futuro forse creare una categoria:piante medicinali e officinali per categorizzare tutte le piante (in accordo col progetto forme di vita) che hanno un uso in erboristeria (ad esempio tutte le piante elencate in Koehler's Medizinal-Pflanzen). Notare che esiste già la categoria:piante aromatiche.

Sul -fito-: scusa, ma la lingua non va interpretata, e le distinzioni non devono essere personali. Se ci sono dei dubbi si guarda un bel vocabolario. Secondo il DeMauro "fitoterapia" è un "metodo di cura delle malattie basato sull'impiego delle piante medicinali " De Mauro - fitoterapia, su old.demauroparavia.it (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2008). mentre non ho trovato "fitomedicina" che trovo ovunque definita in maniera assimilabile alla "fitoterapia". Invece i "fitofarmaci" sono medicinali usati per curare le piante. Facciamo attenzione alle parole. --L'uomo in ammollo 17:11, 27 apr 2006 (CEST)[rispondi]

Caro mio (non so come chiamarti),
Hai ragione. Ma fitomedicina non figura nel dizionario. Da una piccola ricerca in Google ho notato, che gli utilizzatori del termine hanno fatto evidentemente una traduzione non sensata dal termine tedesco "Phytomedizin", che significa cura delle piante. Forse è la mia madrelingua che mi trascina.
Mille grazie poi per la tua revisione. E' uscita molto bene. E ti sei fatto tanto lavoro.__Peter 18:58, 27 apr 2006 (CEST)[rispondi]

Fitoterapia Avrei un testo sulla fitoterapia che uso come introduzione al tema nell'insegnamento di "Materia medica popolare". Forse sarebbe utilizzabile qualcosa per la voce "Fitoterapia" di it.Wikipedia, integrato o meno nella voce "Erboristeria". Personalmente opto per una voce autonoma, perché la ricerca di un utente sarà altretanto su una e sull'altra voce. Non darei precedenze, perché si intersezionano ca. a metà. Ti allego qui una bozza. Fai libero uso! Quando non ti serve più, cancellala. __Peter 18:58, 27 apr 2006 (CEST)[rispondi]

Fitoterapia[modifica wikitesto]

(dal gr.θεραπεία cura) f. Fitoterapia è la cura e prevenzione di malattie e disturbi tramite piante, loro parti e preparazioni. Fitofarmaci (fitorimedi) sono conglomerati di diverse sostanze con effetti sinergistici, che rappresentano un'unità terapeutica. Sottostanno alle leggi farmacologiche con esigenze qualitative, di effetto e di innocuità. Hanno uno spettro terapeuticamente e farmacologicamente largo. Spesso sono dotasti di meno effetti collaterali dei paragonabili farmaci sintetici.

L'uso di fitorimedi richiede dal medico oltre alle facoltà diagnostiche e terapeutiche di altri rami:

  • ottime conoscenze su indicazioni, controindicazioni ed effetti collaterali di fitorimedi
  • ottime conoscenze sulla ricettazione di fitorimedi (norme, convenzioni, abbreviazioni, combinazioni, dosaggi) e conoscenza di prodotti reperibili
  • ottima collaborazione con un farmacista che si dedica ai fitorimedi
  • buone conoscenze di galenica (preparazioni di piante e loro parti in rimedi galenici)
  • minime conoscenze di erboristeria (piante, la loro crescità, coltivazione, raccolta, elaborazione e conservazione)

In medicina accademica (convenzionale), negli ultimi anni, c'è una rinascita della fitoterapia. Alcune erbe medicinali come Cimicifuga, Ginko, Iperico e così via vengono usate come monopreparati prefabbricati. Questo è una tendenza da sostenere anche se è ben lontana da una fitoterapia individualizzata e sofisticata.

Fitoterapia popolare[modifica wikitesto]

La fitoterapia popolare ha resistito contro una forte concorrenza di medicina convenzionale (accademica), integrando le recenti conoscenze mediche. Tratta anzitutto malattie e disturbi banali. Nell'arco del deperimento di questa cultura, si sono formati invece degli opinioni e superstizioni pubbliche, che è meglio chiarire, prima che vada a finire in un qualunquismo rischioso.

Le piante come fornitrici di sostanze terapeuticamente attive[modifica wikitesto]

Le piante non possono sfuggire ai loro predatori. Per proteggersi hanno quindi dovuto sviluppare innumerevoli sostanze repellenti, tossiche, ormonoregolatrici, diarroiche, costipative. La medicina popolare si serve di queste sostanze da immemorabili tempi, ottenendo notevole successo (se non per la malattia sbagliata). Un classico esempio è dato dagli oli eterici prodotti dalle piante, che servono a loro stesse come fungicidi, battericidi, virostatici, pesticidi. E noi attingiamo a questa fonte. Dubito che dei prodotti inventati da uomini e sintetizzati in stupide apparecchiature possano competere con quanto ci offre la natura!

Fitoterapici "naturali e innocui"[modifica wikitesto]

Tante persone percepiscono la fitoterapia come un insieme di scialbe tisane e globuli omeopatici. La superstizione popolare del "naturale innocuo" è molto divulgata. Niente di più errato: una grande parte di rimedi fitoterapici (p.es. Belladonna, Rauwolfia, Datura, Convallaria ecc.) non solo sono più efficaci di farmaci sintetici ma in dosi elevate sono altamente tossiche. Non parliamo poi delle capacità allergeniche. A parte alcuni fitoterapici "miti" (p.es. Camomilla, Timo, Rosmarino, Lavanda ecc.), fitorimedi nelle mani di dilettanti diventano un pericolo pubblico! Un altro discorso è il "naturale": è palese che la materia prima di un fitorimedio è cresciuta "naturalmente" (se non si tratta già di una coltivazione agricola). Ma l¹elaborazione di un rimedio (come la preparazione di un pasto) è un atto di alta cultura umana. O avete già visto un gatto farsi una tintura?

Il rimedio giusto per la malattia sbagliata![modifica wikitesto]

Il tallone di Achille della medicina popolare è la scarsa capacità diagnostica. Per cui capita che potentissimi rimedi popolari non danno l¹effetto desiderato, perché sono usati per curare malattie sbagliate. L¹unico modo per ovviare a questo inconveniente è quello di aumentare la capacità pubblica di riconoscere almeno i sintomi di malattie e disturbi banali. Basta osservare, riflettere e se necessario studiare.

Cosa comprende la fitoterapia popolare[modifica wikitesto]

Applicazione pratica di una disciplina medica non convenzionale che si serve delle piante e dei loro derivati per scopi medico-terapeutici. Comprende le seguenti discipline, eseguite, ai tempi, da singoli specialisti.

  • Ricettazione
  • Galenica
  • Erboristeria

Un adetto alla medicina popolare di oggi deve essere ferrato in tutto ciò, visto che di specialisti non ce ne sono (quasi) più.

Ricettazione[modifica wikitesto]

Capacità di stilare una ricetta formalmente corretta per una determinata e assicurata patologia di un determinato paziente. Ai tempi era il medico che svolgeva questo compito. La ricettazione "ex novo" richiede tanta esperienza e sapere. Ma esiste un ricco fondo di ricette tipo. Un principiante deve essere in grado di usare (dopo una cauta diagnosi) un ricettario tipo e di saperlo ev. adattare alle esigenze di uno specifico cliente.

Galenica popolare[modifica wikitesto]

Capacità di saper interpretare correttamente una ricetta e di comporre un rimedio usabile. La "Galenica" (termine usato in memoria del famoso medico Galenus), molto tempo fa, era l'arte dei farmacisti. Oggi il farmacista tiene a magazzino scatole di medicamenti prefabbricati e li vende. si tratta di saper fare lege artis di parti di piante ben definite delle preparazioni terapeutiche come tinture, pommate, emulsioni, ... Non è necessario avere delle attrezzature speciali per svolgere questo mestiere, basta una cucina ben attrezzata. Per contro bisogna possedere delle solide conoscenze culinarie.

Erboristeria[modifica wikitesto]

Capacità di identificare, raccogliere e conservare piante medicinali. Ai tempi questo era il mestiere dell¹erborista e erbaio. Oggi le poche piante ancora usate come medicamenti grezzi vengono coltivati da contadini specializzati. Raccogliere piante selvatiche con scopi farmaceutici richiede molte conoscenze botaniche ed ecologiche. Per chi non le ha, il fatto di servirsene, è rischioso come andare a funghi senza cognizione!

en:phytotherapy

link commerciale[modifica wikitesto]

Ho eliminato il link a tuttoerbe.com perché di tipo commerciale e di bassa qualità Marco Valussi (msg) 08:30, 12 mar 2008 (CET)[rispondi]

"Un esempio recente è il Tamiflu: La sostanza attiva (antivirale) viene estratta dal pericarpio verde di anice stellato (Illicium verum Hooker fil.). Riguardo l'uso del seme usato come spezia nella Cina sud-orientale ci sono grandi coltivazioni. Al momento, i coltivatori fanno affari con l'industria farmaceutica, e questo fino a quando non sarà economicamente conveniente l'utilizzo di un batterio geneticamente modificato (in via di sviluppo), che sintetizza in bioreattori la stessa sostanza attiva."

Discorso pesantemente sbagliato, esempio non calzante, mancante una qualsiasi fonte (anche banale e concisa, es http://www.chm.bris.ac.uk/motm/tamiflu/synthesis.htm). La sostanza che viene estratta dall'anice stellato di per sé se assunta non presenta attività biologica utile, tantomeno come antivirale. Tale sostanza è l'acido shikimico. Da questa sostanza e solo mediante reazioni chimiche che nulla hanno a che vedere con la pianta dell'anice stellato, viene poi ottenuto l'oseltamivir (commercialmente noto come Tamiflu). Il discorso finale è parzialmente corretto, ovvero si sta lavorando sulla produzione di ceppi di Escherichia coli in grado di sintetizzare acido shikimico (utilizzato comunque come precursore nella produzione di molteplici farmaci) in quantità commercialmente utili, permettendo così di abbattere i costi di coltivazione ed estrazione da anice stellato.