Discussione:Arti marziali interne ed esterne

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Cina
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Mi permetto qualche dubbio su questa voce. Innanzi tutto una spiegazione sulla differenza fra gli stili interni ed esterni lo vedrei meglio come un ampliamento della voce arti marziali cinesi che non come voce a se stante (infatti questa catalogazione è praticamente inesistente in ogni altro contesto). Seconda di poi la distinzione che viene fatta mi pare abbastanza ingenua: ad esempio la lentezza non assolutamente una caratteristica tipica degli stili interni ma solo di alcuni stili di Tai-Chi ed in particolare delle loro varianti moderne (lo stile Chen tradizionale è tutt'altro che lento). Dire che stili come lo Hsing-Hi o il Ba-Gua debbano essere praticati muovendosi lentamente mi sembra quantomeno fantasioso. Anche l'equiparazione quasi uno ad uno fra stili interni e meditazione mi fa sospettare una identificazione (impropria) fra stili interni ed il Tai-Chi (e forse persino limitatamente allo stile Yang). --J B 09:48, 23 apr 2007 (CEST)[rispondi]

Sono daccordo con la seconda parte della critica ed aggiungerei che anche una terminologia più , come dire, cinese, non guasterebbe (Waijia e Neijia). Io sono più per una voce per Neijia ed una per Waijia, partendo da una distinzione nella pagina sulle arti marziali cinesi.

Sono daccordo con entrambe le critiche. Vorrei aggiungere che, personalissima opinione, il Wushu a prescindere dagli stili e dai metodi praticati, è per me parte delal cultura cinese, è proprio un'eredità culturale della Cina, e dunque come tale dovrebbe essere studiato e descritto se di desidera creare una voce di cui parlarne. Dunque sarebbe auspicabile che chi ha a cuore il Wushu potesse riunirsi sotto un progetto nel quale in primis affrontare il "problema" della terminologia del Wushu, che in un'ottica di studi e diffusione internazionale delle arti marziali cinesi è il primo mezzo di comunicazione fra praticanti, una vera e propria interlingua universalmente (al mondo del wushu) comprensibile e disambigua. --Xiulong (msg) 13:47, 21 gen 2009 (CET)[rispondi]

Mi pare che parte di quanto scritto sia stato preso un po' grossolanamente dall'Y Quan, soprattutto per quanto riguarda i principi degli stili interni. Vorrei però precisare una cosa fondamentale: che gli stili interni non ricerchino forza e velocità è (perdonatemi) una balla colossale. Chiunque abbia praticato seriamente (e non sono purtroppo molti i bravi maestri, vi consiglio di seguire Yang Lin Sheng) sa che la pratica degli stili interni permette di sfruttare pienamente il proprio corpo, massimizzandone l'efficacia. Questo significa a) sei più forte, b) sei più veloce. Paradossalmente praticare solamente stili esterni peggiora l'utilizzo del corpo, se non correttamente insegnato, perchè porta ad irrigidimenti controproducenti. Il cliché del vecchio maestro che con due colpi spazza le montagne è puro uso del corpo, provate a fare la stessa cosa coi muscoli delle braccia.