Discussione:Arte

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arte contemporanea[modifica wikitesto]

Già nell'arte dei secoli precedenti la figurazione non voleva solo essere rappresentazione del vero ma anche interprete di qualcosa di più personale, intimo. Ciò si nota bene in un'opera come la "Madonna dal collo lungo" del Parmigianino (Francesco Mazzola) 1503-1540, alla Galleria degli Uffizi, che s'iscrive nel Manierismo, il quadro non è un semplice rappresentare un ipotetico vero ma sviluppa diversi temi che possiamo dire quasi "concettuali" e la forma non è aderente al vero e al bello, ma ne sublima le strutture.

Nella contemporaneità l'arte ha messo una accelerazione a questo atteggiamento allontanandosi dal semplice problema estetico affrontando nuovi campi e tecniche. In questa breve relazione cercherò di darvi alcuni elementi per capire il perché di codesta trasformazione.


Io e le immagini[modifica wikitesto]

Nella mia vita (diciamo in questi ultimi 30 anni) ho visto almeno: 2.400 film (2 alla settimana), 10.000 brani musicali (dal pop al sinfonico), 7.200 artisti di fama (intesi come coloro che realizzano quadri e sculture), 3.000 libri (3 al mese), 8.000 riviste consultate (24 al mese). 200 video-giochi (ma io non li amo moltissimo, forse perché sono una frana) Queste semplici informazioni indicative per chiarire il mio, ma penso anche vostro, bagaglio visivo... una produzione sterminata d'immagini, cosa che fino a 50 anni fa era impensabile (e non ho considerato quelle prodotte e visibili dallo schermo televisivo...). Questo piccolo elenco di dati per iniziare a parlare d'arte, termine che uso per definire un oggetto il cui valore non si ferma solo all'aspetto pratico/estetico (come potrebbe essere una forchetta o una sedia...in questo caso parlo di design) ma possiede in sé un messaggio che personalmente definisco "sensibile" cioè trasmette una sensazione a chi lo guarda che definire non so... e qui ognuno potrebbe dire la sua... penso che tutti noi coltiviamo un proprio concetto di "bellezza", quindi il discorso che farò sarà impostato secondo una sensibilità il più possibile allargata ad un gusto medio.


Da dove provengono queste immagini[modifica wikitesto]

Siamo ormai in un vero magma culturale, sempre più specifico e sempre più complesso, ma forse non è così anche nel nostro quotidiano vivere... una volta esisteva, per comunicare, la voce, se si era a portata d'orecchio, o la scrittura se molto più lontani; oggi c'è il telefono, internet, gli sms, tv, radio etc... che ci permettono di essere sempre rintracciabili in ogni angolo del mondo e da cui provengono la maggior parte delle immagini del nostro quotidiano. Ieri, parlo solo di una 50 d'anni fa', mangiavamo prodotti coltivati a 50, esageriamo a 100 km. da noi, oggi non sappiamo nemmeno se sono nati dalla madre terra... Ieri si conoscevano tutti gli abitanti della propria città, oggi non sai chi è il tuo vicino di casa... Tutto cambia, speriamo in meglio, e anche l'arte si è trasformata, sono cambiate le tecniche, i soggetti, le committenze, la funzione, il suo uso. E fino a qui in generale penso che tutti noi condividiamo queste asserzioni perché noi siamo sempre più consapevoli che l'arte è spesso, ma non solo, un bene di consumo, essa non svolge più una funzione di rappresentanza di un potere, e quindi ora proviamo ad analizzarla come un qualsiasi prodotto industriale, o forse meglio dire artigianale.


Produzione[modifica wikitesto]

Prendendo come modello una città come Parigi in cui attualmente si valuta che ci siano circa 1400 artisti affermati, cioè che vivono del loro lavoro artistico. Ipotizzando un piccolo calcolo: se ogni artista produce almeno un lavoro ogni due mesi abbiamo ben 8'400 opere in un anno (dati indicativi), se facciamo un ragionamento simile per Londra, New York, Tokyo, Nuova Delhi, Città del Messico, Rio de Janeiro, si arriva ad un numero folle d'opere d'arte prodotte in un anno circa 50'400 pezzi... La nostra realtà locale (Cuneo) offre, secondo quanto da me conosciuto dall'ultima catalogazione, un numero d'artisti che hanno realizzato almeno un'esposizione in un luogo pubblico (dal professionista al dilettante) di 183 persone, di cui una ventina di loro ha esposto oltre i confini regionali. Quindi se ognuno di questi soggetti realizza sei opere all'anno per i 92 comuni d'Italia abbiamo almeno 101.016 opere realizzate in un anno, una montagna di oggetti, ma non sempre opere d'arte. E di sicuro la stima è al ribasso.


Distribuzione[modifica wikitesto]

Questa per quanto riguarda la produzione. Ora analizziamo la distribuzione, che ha gli albori alla fine dell'Ottocento con i primi mercanti d'arte a Parigi che iniziano ad affacciarsi sul mondo economico di una realtà nuova, la borghesia, che richiede opere con cui abbellire le proprie case. Già Paul Durand-Ruel (1831-1922), principale gallerista degli impressionisti, inizia una strategia di vendita con la valorizzazione degli artisti. Il controllo dei principali nomi del mercato viene vincolato con un contratto che leghi al gallerista stesso tutta la loro produzione, in cambio viene curata la promozione delle opere, anche con apertura di gallerie all'estero (New York, Londra etc..) e impiegando critici amici o sostenendo pubblicazione di testi in campo artistico favorevoli. Si ricordano anche Ambroise Vollard (1869-1939) stratega dei fauves e di Picasso, Gauguin e Cezanne; Daniel-Henry Kahnweiler (1884-1979) promotore dei cubisti, cui Picasso si legherà dal 1909, vero e proprio promotore pubblicitario ante-litteram. Creatore di un vero mercato diffuso e differenziato in varie strategie. Altri famosi venditori furono Berthe Weill, Léonce Rosenberg, sostenitore del De Stijl e di De Chirico, e recentemente Leo Castelli (1907-1999) principe del mercato americano dagli anni 60 fino alla fine degli anni 70. Attualmente il mercato dell'arte è fortemente influenzato da una serie ristretta di gallerie e di case d'aste (Sotheby's Christies, in particolar modo) che monopolizzano la realtà di scambio, siamo in pratica in una situazione d'oligopoli. Tale ristretto gruppo di pressione influenza in modo pesante, sia a breve che a lungo periodo, la realtà artistica e le sue tendenze. Noi sappiamo che oggi ci sono circa 1,3 milioni di transizione per un ammontare di 26,8 miliardi d'euro. Questo mercato è ristretto, perché il 90% del mercato è diviso fra Europa e Usa. In Europa ci sono circa 28'700 imprese che occupano direttamente 73'600 persone.


Le tecnologie[modifica wikitesto]

Nella storia dell'arte grandi mutamenti sono avvenuti sia per la creatività degli artisti sia per le novità tecnologiche. Questi primi cambiamenti presero forma negli anni 60 (alcuni segnali iniziarono già col periodo Dada), quando gli artisti decisero di allargare l'uso dei mezzi espressivi, relegando a ruolo secondario la pittura e la scultura; fino nei casi estremi a de-materializzare l'opera stessa come succederà col periodo concettuale e poi ora col web. Queste novità hanno messo in crisi l'idea stessa del mercato dell'arte. Creando una biforcazione che sempre più si amplifica fra l'Arte e "l'arte-gianato" commerciale. I più antichi scossoni sono arrivati con la fotografia (1835), il cinema (1927), la televisione (1940) e i video (1980) e per ultimo la digitalizzazione dell'immagine (così fotografia, video, web, stampa si assemblano e diventano un tutt'uno). Tutte tecnologie che solo recentemente sono diventate di larga diffusione, permettendo a chiunque di esprimersi (e diventare un artista!?!?!). Seguendo queste considerazione, legate al supporto tecnico, possiamo affermare la marginalizzazione della pittura (che tende sempre di più ad assomigliare ad un fumetto.. e anche qui ci sarebbe un bel confronto da fare...), idem per la scultura (breve considerazione sullo slittamento/coinvolgimento nelle performance o installazioni), ci metterei i video anche se poi sì dovrebbe mettere in relazione tutta una produzione filmica che possiede già una lunga e stupenda storia, sicuramente migliore di tanti video che solo perché fatti da artisti dovrebbero essere più significativi (come i corto o i lungometraggi). Ci sarebbe anche la fotografia, ma penso che il meglio sia già stato fatto negli anni 60/70, quindi la forma d'arte contemporaneo più significativa è l'installazione (inteso come un uso di più media (fotografia, musica, luci, video, spazi etc..) o internet come nuova tecnica a portata casalinga e, questo mi piace moltissimo, autogestibile dall'artista al di fuori di un valore commerciale (non sto qui a fare il solito panegirico sull'importanza del gallerista e della sua capacità di creare dal nulla (inteso anche come artista) dei geni artistici). Un altro aspetto da segnalare e l'assurdità del pezzo numerato, usare mezzi di diffusione di massa per realizzare pezzi limitati, un vero controsenso richiesto dal mercato per poter sostenere se stesso. Attraversiamo quindi un periodo molto complesso, ma quando mai non è così, in cui pare che tutto sia già stato espresso. Infatti, siamo in pieno revival culturale, un periodo in cui da tutti i settori sì sta guardando al passato, forse per mancanza d'idee o perché si sono sondati ormai tutti i territori possibili dal semplice fiore alla tecnologia più spinta, o ancora non si è in grado di riconoscere gli elementi che rappresentano il presente. Probabilmente bisogna approfondire tutto quello che è stato portato in superficie ma troppo velocemente abbandonato. O probabilmente tutto questo magma rappresenta benissimo la contemporaneità.


Dedichiamo anche un attimo per vedere dove andiamo a vedere questa arte? I luoghi in cui essa si "consuma"

Tipologia dei Musei contemporanei[modifica wikitesto]

Spazi costruiti per l'arte contemporanea/moderna[modifica wikitesto]

A) spazi espositivi realizzati per ospitare opere d'arte moderna, luoghi che agiscono come raccolte o spazi espositivi in modo classico (Mostre con un titolo, una critica, un aspetto storico, una documentazione dell'evento etc..) Centre Pompidou, Tate, Castello di Rivoli, etc.. questi spazi hanno il grande problema che sono stati realizzati in forma rigida e classica, o peggio ancora che non tengono conto delle esigenze espressive contemporanee. B) spazio sperimentale o laboratorio, luoghi realizzati per mostra che in parte sono legati alla struttura classica ma che cerca di essere più immediati nel raccogliere gli umori espressivi contemporanei, svolgono un lavoro che non vuole solo storicizzare. Questi luoghi sono di recente ideazione, come ad esempio il Palais de Tokyo, Villa Arson, le case degli artisti etc..

Spazi Museali[modifica wikitesto]

Musei ed istituzioni non legate all'arte contemporanea/moderna ma che diventano, in certe occasioni spazi utili per ospitare tali realtà. Spesso per realizzare un confronto o dialogo fra le tecniche e le espressività. Esempio progetto Gemine, uso dei musei italiani per allestire mostre di giovani artisti,

Spazi indipendenti dal contesto artistico[modifica wikitesto]

A) spazi della realtà quotidiana, slegati dalla funzione istituzionale dell'arte, nel suo complesso (antica, moderna etc..) ma che si realizzano con la metodologia dell'allestimento, con delle opere materiche, un curatore...cioè spazi non adibiti all'arte come luoghi religiosi (chiese, conventi..), luoghi storici (archeologici, monumentali...), piazze, capannoni industriali, hotel, bar, vetrine dei negozi, centri commerciali etc.. fra gli esempi più interessanti la rassegna "Manifesta", che ogni volta cambia luogo espositivo (Francoforte, San Sebastian etc..) B) spazi liberi in cui non è richiesto, nei casi estremi, nemmeno l'intervento del pubblico... luoghi naturali, abitazioni private, eventi indipendenti. In questi casi ne esiste solo una documentazione creata ad hoc...

Spazi multimediali[modifica wikitesto]

Giornali, web, radio, cellulari, etc..

Come esempio di rassegne d'arte vediamo quelle che sono considerate le più importanti mostre

L'anno scorso a Kassel, con la rassegna Documenta (che ogni 5 anni tenta di realizzare un momento di riflessione sull'arte contemporanea), quasi tutte le opere esposte erano tese ad analizzare e studiare il presente soprattutto con un atteggiamento sociologico/documentaristico. Ponendo l'accento su che cosa l'arte deve trattare. In un generale disagio sociale, culturale o individuale.

Quest'anno anche i proclami per la Biennale sono molto forti; "sopravvivenza" "utopia" "clandestini" "smottamenti" queste parole per descrivere l' "arcipelago" Biennale, dieci rassegne curate da professionisti, critici e anche artisti. Tutte riunite sotto il titolo complessivo "Sogni e conflitti. La dittatura dello spettatore" ".. perché lo spettatore controlla con la sua presenza o assenza il successo di ogni rassegna o iniziativa culturale.." "Non mostrerà un'arte politica bensì una riflessione sulle politiche dell'arte", avvisa Bonami nel comunicato della Biennale. Otto le sezioni all'Arsenale, due ai Giardini di Castello: qui, al Padiglione Italia, si terrà "Ritardi e rivoluzione", curata dallo stesso Bonami e da Daniel Birnbaum, mentre l'altra mostra è "La zona", progetto realizzato da A12 e curato da Massimiliano Gioni. Quanto alle otto mostre all'Arsenale, "Z.O.U. Zone d'urgenza" sarà firmata dal cinese Hou Hanru, "Sistemi individuali" dallo sloveno Igor Zabel, "La struttura della sopravvivenza" dall'argentino Carlos Basualdo, "Stazione utopia" dal terzetto composto dall'americana Molly Nesbit, dallo svizzero Hans Ulrich Obrist e dall'artista tailandese Rirkirt Tiravanija, "Conflitto" da Catherine David che ha diretto "Documenta X", "Il quotidiano alterato" dall'artista messicano Gabriel Orozco, "Clandestini" ancora da Bonami, "Smottamenti" da Gilane Tawardos con il Forum Africa contemporary art. Segnaliamo anche che la Palestina non avrà un padiglione, come qualcuno sospettava, ma l'intervento di una singola artista negli spazi esterni dei Giardini. Via si cerca di accontentare un poco tutti, così sarà difficile sbagliare ma si dirà nulla di nuovo?

Gli aspetti culturali[modifica wikitesto]

I primi segnali di cambiamento sono avvenuti con la pop art e il minimalismo, da quando si è iniziato a creare opere legate a diversi mezzi, non prettamente classici (pittura e scultura), e lavori artistici che si realizzavano in uno scorrere del tempo (happening etc..). Essi hanno aperto le porte all´espressività della land art, dell´arte concettuale, della body-art. Gli artisti non seguono più una particolare corrente ma si evolvono autonomamente. Interessante notare come da questo momento in poi non si sono più avute evoluzioni lineari ma fenomeni di differenziazione a volte dialoganti fra loro o che crescono indipendentemente dal contesto generale. Forme evanescenti, descrittive, narrative. Il minimalismo è stato anche un momento significativo per avvicinarci a nuove considerazioni sulla società e sull'ambiente. Rinnovando le culture, le tematiche, portandoci ad un superamento delle correnti artistiche, creando un'indipendenza dell'artista e la diversificazione del mercato. L'arte che diventa soggetto, si dibatte su cos'è arte, qual è il suo linguaggio, la sua funzione, su chi è artista. Si fanno riflessioni sull'opera e sui soggetti che la conoscono, si formano nuovi artista e nuovi fruitori. E fra queste figure si sviluppa un dialogo. L'artista può definire cosa sia un'opera/espressione e cosa non lo sia, cioè cosa egli non vuole affermare e ciò che egli vuole affermare. Sempre di più le opere portano in se un valore di forma interattiva. Un'attenzione al dialogo, alla multifunzione, al coinvolgimento dello spettatore, alle relazioni, ai rapporti. Sempre più i momenti artistici sono caratterizzata dalla convivialità, dall'incontro, da uno spirito comunitario. (artisti che realizzano ristoranti, negozi, che interagiscono con i galleristi (facendoli diventare opere o usando i loro mezzi). Forse perché una delle componenti dell'umanità è la sua socievolezza. L'artista deve essere capace di ascoltare continuamente, intuire, percepire ogni suono del mondo, ogni segnale della comunità, e convertire tutto ciò in un nuovo mondo reale. L'artista come antropologo che sappia descrivere il proprio presente. Egli deve saper entrare nel sistema sociale e sapersi rivolgere alla collettività, sia usando modi pubblicitari o elaborando forme più intimistiche. Se la vita è una necessità, l'arte è la sua forma. Non solo più oggetti ma un coordinamento di materiali, spazio e tempo. L'arte diventa vita, rinunciando al suo estetismo per diventare "estasi" (via esageriamo!!!). Essa può avere una via sia spirituale sia espressionista di un'energia personale che prende forma. In una società come la nostra, dove i bisogni materiali sono già stati realizzati, l'arte ha il compito di soddisfare il nostro "essere spirituale". Un grosso rischio è correre, seguendo lo spirito consumistico, verso una continua ricerca di un nuovo, in un meccanismo di consumo infinito ma insoddisfacente. Oggi tutte le opere sono aperte a chiunque, le letture possono essere molteplici, multidirezionali. Oggi l'artista non è più un creatore di semplici immagini o forme, essendo chiunque in grado di crea un'immagine, ma un creatore di realtà. Non limitandosi alla semplice funzione di creatore di oggetti ma realizzando eventi, sensazioni, incontri, che diventano i nuovi elementi base dell'arte. Quasi come un'estensione dell'opera materica, uno sviluppo reale di un quadro o di una scultura in un determinato spazio e tempo. Molto importante notare la differenza rispetto agli anni 60/70 in cui tutto il lavoro artistico era realizzato con un atteggiamento rivoluzionario, di contrasto e contrapposizione al mondo. Oggi questo atteggiamento risulta inutile, obsoleto, dopo tutti questi anni di attesa di una rivoluzione, si è capito che non c'è più nulla da rivoltare.. anzi si adotta un atteggiamento da "Virus" cioè da elemento che all'interno del sistema muta e altera le funzioni del sistema stesso.

Siamo completamente liberi di amare ciò che più ci piace non dobbiamo più sottostare a nessun diktat culturale, e come tutte le libertà è molto difficile poterla gestire.......o forse preferiamo avere dei vati che ci dicono cosa amare?

Queste sono alcune mie idee sull'arte del presente, forse incomplete e confuse, ma in attesa di un confronto aperto con altre visione....

Il testo è no-copywrite, diffusibile liberamente citandone la fonte d'origine, cioè wikipedia ciao d.o)

appunto solo sul parmigianino[modifica wikitesto]

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sul Parmigianino avrei da ridire, non si tratta di arte concettuale, ma di una propia maniera, nel senso di stile personale, fatto di figure allungate e torsioni serpentine, che era già presente nell'arte fiorentina vedi filippino lippi, comunque non c'è niente di concettuale, è un'arte per l'arte, uno stile che non si rifà alla natura ma si rifà allo stile dei maestri diventando nipote della natura, quando tu dici che non voleva essere rappresentazione del vero ma qualcosa di personale, fai un errore tipico di molta storiografia mitteleuropea che paragona il manierismo all'espressionismo tedesco o ai vari ismi del novecento, l'arte dell'età della maniera vive un rapporto ambivalente tra l'oggettività data dalla pura imitazione della natura e dalla soggettività data dalla maniera(=stile) personale, risolvendola in un medizone fra questi due poli attraverso l'uso dell'electio cioè lo scegliere di imitare quanto di più bello vi sia nella natura, la nota personale o per meglio dire la "crisi", che tu cerchi in quest'arte, nell'epoca della Maniera si trova solo in Michelangelo, in El Greco, nel Tiziano tardo, la Maniera di Parmigianino e degli altri è una serena sintesi fra imitazione della Natura e stile personale, la realtà visiva che tu proponi è pretteamente novecentesca e tipica della società di massa, prima del romanticismo il ruolo dell'artista dei commitenti dei fruitori è molto diverso, quindi partire con il Parmigianino e la sua Madonna dal collo lungo, non credo sia esatto.

Enne 16:11, Set 26, 2005 (CEST) enne

Ricerca Artistica[modifica wikitesto]

(paragrafo spostato dalla voce in quanto troppo specifico per una voce di argomento generalista) --MarcoK (msg) 11:58, 11 set 2006 (CEST)[rispondi]

Un centro di ricerca internazionale che opera tra arte, filosofia e scienza è l'M-Node di Milano, web, diretto da Francesco Monico bio, è un progetto di ricerca PhD che rappresenta il primo dottorato di ricerca sulla prassi di ricerca sincretica, ovvero basata sulla 'concordanza' [1]tra arte e scienza attivato in Italia. Deve la sua serietà al fatto di essere nodo del Planetary-Collegium, web diretto da Roy Ascott, che raccoglie un prestigiosissimo network di artisti, ricercatori, filosofi e scienziati di alta fama.

arte (definizione)[modifica wikitesto]

Ogni definizione completa dell'arte non puo' basarsi unicamente sulle opere "colte", ma deve prendere in considerazione anche la cosiddetta "arte di massa" perchè è su questo tipo di arte che la maggior parte della società soddisfa i suoi appetiti estetici. Contrariamente all'arte colta che, per essere bella, deve essere "originale", l'arte di massa è bella solo se è ripetitiva, convenzionale, stereotipata, sempre uguale. Si prenda un fumetto di Superman: la storia è sempre la stessa: ci sono dei delinquenti che minacciano la società, Superman interviene, neutralizza i delinquenti, li fa arrestare e la società puo' tornare a dormire sonni tranquilli. Chi leggerebbe ancora un solo fumetto di Superman se la storia non si svolgesse secondo lo schema precedente? Nessuno. Stessa cosa per i telefilm polizieschi, per i romanzi sentimentali o d'avventura. Opere di questo genere sono belle solo nella misura in cui sono sempre uguali alle altre opere dello stesso tipo.

divisione 'storica' delle sette arti[modifica wikitesto]

Non ho controllato nulla a riguardo, peró noto che include il cinema, alché mi rendo conto che sia 'storica' relativamente (risalente almeno ai primi anni del XX secolo). Non sarebbe piú corretto chiamare 'storica' una divisione che fece chi se ne occupó in epoca piú antica (Rinascimento, o Etá Classica per esempio) ?

--AlexanderFreud (msg) 16:24, 2 feb 2009 (CET)[rispondi]

Ho modificato questo elenco aggiungendo due discipline artistiche di epoca più recente, ma, come si specifica, si potrebbero considerare forme d'arte anche molte altre cose, come il disegno industriale o l'hair-stiling. Una divisione storica potrebbe essere inserita nel paragrafo 1, ma non in quello successivo, poiché il tema di quest'ultimo è il concetto attuale di arte. --Erasmo Barresi (msg) 19:55, 3 giu 2011 (CEST)[rispondi]

arte presepiale[modifica wikitesto]

Considero questa voce come inopportuna perché relativa ad una religione in particolare. Allo stesso modo si potrebbero considerare a parte l'arte delle sculture del Budda o l'arte calligrafica araba degli artisti musulmani del Medio Evo o l'arte del giardino giapponese. Mi sembra piú corretto far rientrare questa tipologia d'arte nel modellismo (il presepe é la ricostruzione statica e materiale di un evento, come lo puó essere un plastico di una cittá)

--AlexanderFreud (msg) 16:42, 2 feb 2009 (CET)[rispondi]

Proporrei per questa voce di inserire una celebre citazione di Oscar Wilde, del tipo "Rivelare l'arte e celare l'artista è la meta dell'arte". Oppure "l'arte non mira all'utile". Che ne dite? Si potrebbe metterla benissimo in cima alla voce, come presentazione.--Apollo13 (msg) 15:48, 8 mag 2010 (CEST)[rispondi]

Le citazioni a inizio voce non hanno la mia simpatia, perché spesso rischiano di cadere nel "non neutrale": trovare una citazione degna di introdurre una voce ampia e complessa come questa è un'impresa davvero ardua, e per ogni proposta se ne possono trovare altre, altrettanto valide. Personalmente quindo sarei contraria, ma se altri utenti fossero d'accordo, non mi opporrò ;-) --LaPiziae la violacea ramazza 18:05, 9 mag 2010 (CEST)[rispondi]

Artisti e creativi[modifica wikitesto]

Da almeno 15000 anni fare l’artista è una professione. Professione che si divide in varie categorie relative agli strumenti e linguaggi utilizzati: Il pittore lo è tramite la conoscenza della tecnica del pennello della matita e del linguaggio visivo. Lo scultore tramite martello , scalpello e le varie tecniche del modellato. Il musicista impara a suonare uno strumento, leggere e scrivere musica. Il poeta attraverso la scrittura, la metrica utilizza il linguaggio delle lettere, e via così di seguito…. Fino ai primi anni del 1900, quando subentra il creativo che fa “arte contemporanea”, attività questa che non richiede nessuna conoscenza tecnica e di linguaggi, basta essere creativi cioè avere buone "trovate" o idee originali.

Ma creativi siamo chiamati ad esserlo tutti per rendere la propria vita autentica, certo l’arte di vivere è in assoluto la più difficile da praticare.

Se diamo un pennello in mano ad un bambino di tre anni sicuramente realizzerà un’opera creativa…ma non per questo possiamo chiamarlo “pittore” Fino a quando riuscirà a combinare la propria creatività, con un lungo percorso di padronanza della tecnica, come si è fatto da oltre 15000 anni. Franco Pagliarulo ( pittore)

... xché nessuno parla di arti 'motorie sportive o ...' ? Se io 'gioco o tocco' un pallone in un modo invece che in un altro, coi piedi con le mani o di testa, a canestro o a rete, è per arte, secondo me. Sbaglio? oph!

Classificazione delle arti[modifica wikitesto]

In questa discussione, in fondo, ho raccolto i link ad alcuni documenti che potrebbero tornare utili a questa voce. Valutateli e, se avete voglia, integrate le informazioni riportate.--Stemby 18:14, 15 nov 2011 (CET)[rispondi]

a mio avviso, scrivere "che porta a forme creative di espressione estetica" è sbagliato: si esclude la musica (arte anch'essa) che non è una forma di esperssione estetica.

Salve. al primo rigo, si fa riferimento all'arte come espressione "estetica". a mio avviso non è corretto: non si tiene presente che la musica, ad esempio, è anch'essa una forma d' arte ma non è estetica. qui non si sta parlando di pittura, scultura... si parla di arte in generale. Poi più avanti c'è scritto "abilità innate". penso che sia un'altro errore: le abilità innate non esistono, ogni essere umano nasce "vergine", "puro", e le abilità che acquisisce nella sua vita dipendono dalle esperienze, dall'ambiente.

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Ho un dubbio sulla collocazione di "cinema" nella divisione tra arti visive e performative: per la sua somiglianza con il teatro verrebbe da definirla performativa, d'altra parte un'opera cinematografica si presenta al fruitore già perfettamente definita (quindi dovrebbe essere visiva). --Signo (msg) 15:16, 15 mar 2019 (CET)[rispondi]

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Anche la musica puo` essere classificata sia performativa che "visiva" (!) a seconda che sia eseguita dal vivo o registrata. Difficile capire. A chi risale questa classificazione? Signo (msg) 15:16, 15 mar 2019 (CET)[rispondi]

Videogiochi e Arte[modifica wikitesto]

Perchè i videogiochi non sono arte? Io credo che il videogioco è la forma di arte più completa perchè mette assieme varie forme di arte come pittura e scultura (computerizzata),musica,recitazione (motion capture), cinematografia.Inoltre il videogioco ha una caratteristica che nessuna altra forma di arte ha, il gameplay, o vero la interazione tra l'opera e chi ne beneficia.

perché qui non conta quello che "crede" ciascuno di noi, ma solo le fonti terze autorevoli le quali non classificano i giochi come forme d'arte.--Ale Sasso (msg) 23:48, 16 dic 2014 (CET)[rispondi]

Esiste un termine per definire con una sola parola l'insieme l'arte espressa avvalendosi contemporaneamente delle diverse madalita, es.: musica, poesia, pittura ecc.

Quale sarebbe questo termine?

Tralasciando i molti problemi da mani nei capelli, quello che salta più all'occhio è il fatto che le due immagini scelte per rappresentare l'arte siano la Gioconda (e ci mancherebbe) e un telaio di tal Maria Lai. Convinto che non sia difficile trovare qualcosa di più rappresentativo, se nessuno ha nulla da obietare, rimuoverei qull'immagine e ne metterei altre più significative. --Carlomartini86(Dlin-Dlon) 19:29, 17 mar 2015 (CET)[rispondi]

Correttezza della lingua e della logica[modifica wikitesto]

Buonasera. Sono un nuovo utente. Leggendo i primi paragrafi mi sono accorto che molte frasi o non hanno senso logico, oppure sono scorrette grammaticalmente. Per esempio, nella sezione "evoluzione storica del concetto di arte" si parla di arte nell'antichità al passato e nel medioevo al presente. Dovrebbero essere entrambi o al presente o, preferibilmente, al passato. Il titolo stesso dovrebbe essere corretto in "storia del concetto di arte", perchè altrimenti si implica che il concetto si sia evoluto nel corso del tempo, e questo mi sembra un'opinione più che un fatto. Ho anche notato che più il tempo di cui si parla è recente, più sono gli autori citati. Si potrebbe fare lo stesso numero di esempi (o pochi meno) anche relativamente ai periodi precedenti al 1500. Attendo risposte, grazie per l'attenzione.