Consueverunt Romani Pontifices

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Stemma di Papa Pio V.

La Consueverunt Romani Pontifices è una bolla papale di Papa Pio V emessa il 17 settembre 1569 e riguardante la preghiera del Rosario .[1] Questa bolla papale ha istituito l'essenza dell'attuale configurazione del rosario.[2][3]

In essa il Papa spiega come ci siano due elementi essenziali nella recita del Rosario: la preghiera vocale e la preghiera mentale.[4]

La bolla papale si riferisce alle radici domenicane del Rosario e al fatto che prima di essere eletto papa, Papa Pio V era stato membro dell'Ordine Domenicano :

E così Domenico guardò a quel modo semplice di pregare e implorare Dio, accessibile a tutti e totalmente pio, che si chiama Rosario, o Salterio della Beata Vergine Maria, in cui la stessa Santissima Vergine è venerata dal saluto angelico ripetuto centocinquanta volte, cioè secondo il numero del salterio davidico, e dalla preghiera del Signore ad ogni decina. Interposte a queste preghiere sono alcune meditazioni che mostrano l'intera vita di Nostro Signore Gesù Cristo, completando così il metodo di preghiera ideato dai Padri di Santa Romana Chiesa.[5]

In questa bolla papale Pio V confermava anche le indulgenze che i suoi predecessori avevano concesso a coloro che recitano il Rosario.

Questo documento del 1569 non è da confondere con una Lettera Apostolica avente lo stesso titolo emessa nel novembre 2000, nella quale la chiesa di Sant'Egidio a Bardejov, in Slovacchia, viene dichiarata basilica minore .[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]