Cimitero dei colerosi di Afragola

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Cimitero dei colerosi
Tipocivile
Confessione religiosacattolica
Stato attualedismesso
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàAfragola
Costruzione
Periodo costruzioneprobabilmente dopo il 1656
Data aperturadopo il 1656
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 40°55′41.75″N 14°20′43.63″E / 40.928264°N 14.345453°E40.928264; 14.345453

Il cimitero dei colerosi di Afragola fu un cimitero edificato, probabilmente dopo il 1656, ad Afragola, presso la chiesa della Scafatella e la strada provinciale 341 Capo Mazzo - Cinquevie.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Il cimitero fu costruito probabilmente dopo il 1656, anno in cui si diffuse l'epidemia di peste dell'11 giugno ad Afragola, che provocò la morte di 1.300 abitanti, ed ospitava i morti appestati di Afragola e Casalnuovo di Napoli.[1][2]

XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Dagli anni 1960 l'ex cimitero divenne una discarica, consistente in una collina di terra coperta di rovi,[3][4][5] ubicazione scelta dal Comune, nei pressi della località Marziasepe, in cui non erano ancora state edificate abitazioni;[6] quest'ultima fu poi dismessa negli anni 1980 e furono istituiti dei consorzi di bacino.[6]

In seguito alla dismissione, inoltre, furono effettuate delle bonifiche dell'area a causa dei rifiuti tossici scaricati nella vecchia discarica; infatti, all'epoca non furono prese misure preventive come la geomembrana, un impermeabilizzante utilizzato per impedire al liquame di penetrare nelle falde.[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Fino agli anni '50 il cimitero era circondato da un muro di un metro e mezzo circa.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Montanaro, 2005.
  2. ^ AASMP, p. 234.
  3. ^ Marco Di Caterino, Terra dei fuochi, tour tra le colline veleni accanto ai campi coltivati, in Il Mattino, 5 settembre 2016. URL consultato il 27 luglio 2019.
    «Per trecento metri […] uno dei cigli di questa strada è costeggiato da una collinetta che oscilla dai due ai tre metri di altezza, completamente formata da amianto e vecchi copertoni. Qualche decina di tonnellate di veleni, appena coperti da brandelli di plastica.»
  4. ^ Adriana Pollice, Afragola, la Tav parte male, in Il manifesto, 17 giugno 2017. URL consultato il 27 luglio 2019.
    «Accanto alla Tav c’è una megadiscarica chiusa, Scafatella: una collina di immondizia»
  5. ^ Alessio Gemma, Una collina di rifiuti minaccia la Tav, in La Repubblica, 22 maggio 2015. URL consultato il 27 luglio 2019..
  6. ^ a b c d Domenico Corcione, Una discarica vi seppellirà, su vetusetnovus.blogspot.com, Vetus et Novus, 30 settembre 2018. URL consultato il 27 luglio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]