Chiesa di San Bernardo (Arezzo)

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Chiesa di San Bernardo
Facciata anteriore della chiesa di San Bernardo ad Arezzo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàArezzo
Coordinate43°27′38.21″N 11°52′46.36″E / 43.460615°N 11.879544°E43.460615; 11.879544
Religionecattolica
Diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzione1340
Completamento1375

La chiesa di San Bernardo è un edificio sacro di Arezzo.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Interno della chiesa

La chiesa fu realizzata accanto al quattrocentesco "monastero degli Olivetani", sede attuale del Museo archeologico, fatto costruire dai nobili Degli Azzi sull'area dell'emiciclo sud dell'Anfiteatro romano di Arezzo.

Ad Arezzo nel 1319 i fondatori dell'Ordine benedettino di Monte Oliveto avevano ricevuto dal vescovo Tarlati la sanzione canonica della nuova congregazione.

I lavori della chiesa, successivi a quelli del monastero, cominciarono nel 1340 e terminarono nel 1375.

La chiesa è stata uno dei luoghi di affermazione del nuovo linguaggio rinascimentale fiorentino, con la collocazione sull'altare maggiore, intorno al 1445, della tavola con l'Incoronazione della Vergine, Santi olivetani e due donatori, commissionata da Carlo Marsuppini a Filippo Lippi, oggi conservata nella Pinacoteca Vaticana. Secondo il Vasari, Piero della Francesca, in data non precisabile, affrescò un San Vincenzo Ferreri oggi perduto.[1] Dietro l'altare, nel coro, era invece un ciclo di affreschi di Bicci di Lorenzo con Storie di San Bernardo, databile agli anni quaranta del Quattrocento ma ancora legato ad un gusto tardogotico.[1]

L'edificio ha subito gravi danni durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale nei quali la facciata è stata la parte meno danneggiata.

L'interno, un tempo ricchissimo di opere d'arte andate perdute, si presenta ad una sola navata completamente ricostruita dopo la Seconda guerra mondiale. La Madonna con Bambino tra i santi Benedetto e Bernardo è di Angelo di Lorentino (1511), mentre la tela seicentesca con San Giovanni Battista nel deserto è attribuibile a scuola aretina della prima metà del secolo.

Opere già in San Bernardo[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Paola Refice, Filippo Lippi ad Arezzo: il ritorno della pala Marsuppini, in Liletta Fornasari e Paola Refice (a cura di), Rinascimento in terra d'Arezzo. Da Beato Angelico e Piero della Francesca a Bartolomeo della Gatta e Luca Signorelli in Val di Chiana, catalogo di mostra, Firenze, 2012, pp. 60-64.

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