Cesare Gibelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Busto di Cesare Gibelli, opera del 1886 da Francesco Bonola

Cesare Gibelli (Bologna, 180615 aprile 1885) è stato uno scultore italiano, attivo a Bologna a metà del XIX secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio del monumento ad Alessandro Franceschi nella Certosa di Bologna.

Allievo di Alessandro Franceschi, frequenta l'Accademia di Belle Arti di Bologna, vincendo vari premi tra cui il Curlandese nel 1843 con La morte di Sisara in marmo.[1][2]

Abita in via Santa Maria Maggiore, al civico n. 4, nel Palazzo Gibelli, già Bentivoglio e Paselli (Palazzo Calisti).[3]

Nel cimitero della Certosa si conservano alcune sue opere in stile neoclassico, quali il monumento Proder e il Monumento ad Alessandro Franceschi, suo maestro, nonché il busto del poliglotta Mezzofanti per la Sala del Pantheon.

È sepolto nella tomba di famiglia, nel Chiostro V della Certosa di Bologna: il monumento presenta una statua di Agar e Ismaele opera dello stesso Gibelli, mentre il suo ritratto in marmo è realizzato da Francesco Bonola.[2]

Il figlio Luigi era un pittore.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cesare Masini, Del movimeno artistico in Bologna dal 1855 al 1866, Bologna, Regia Tipografia, 1867, p. 21
  2. ^ a b Ilaria Francia, Gibelli Cesare, su Storia e Memoria di Bologna, Settore Musei Civici Bologna. URL consultato il 4 maggio 2021.
  3. ^ Bologna/ S. Maria Maggiore n 4/ Palazzo già Bentivoglio ora Gibelli (sec. XVI°)/ Incursione aerea del 29 gennaio 1944, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 4 maggio 2021.
  4. ^ Le tombe degli artisti che resero monumentale la Certosa di Bologna, su sito personale di Bruno Severi, Bruno Severi, 2019. URL consultato il 6 settembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Martorelli (a cura di), La Certosa di Bologna. Un libro aperto sulla storia, catalogo della mostra, Tipografia Moderna, Bologna, 2009

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]