Bugreiro

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Banda di bugreiros

Il bugreiro era un cacciatore di indigeni che veniva assunto dai governi degli stati di Paraná, Rio Grande do Sul, Santa Catarina e São Paulo o da società private di colonizzazione, con il compito di attaccare e sterminare gli indigeni che erano considerati una "minaccia alla civiltà", soprattutto gli xoclengues trovati nell'Alto Vale do Itajaí. Il termine deriva dal termine dispregiativo bugre, come erano conosciuti gli indigeni del sud del Brasile.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I bugreiro effettuavano attacchi a sorpresa, radendo al suolo villaggi indigeni con poche possibilità di resistenza. Le truppe di bugreiro erano composte da 8 a 15 uomini, perlopiù caboclo[Che significa?], con una profonda conoscenza del territorio e generalmente imparentati tra loro, che agivano sotto l'azione di un leader con pieno potere decisionale. I gruppi fornivano anche servizi di protezione a viaggiatori, mandriani e geometri che avevano bisogno di attraversare territori dove la presenza indigena era frequente.[1]

Le operazioni dei bugreiro per scacciare gli indigeni assomigliavano a operazioni di guerra, come si può capire dal testo seguente:

«Si prendono infinite precauzioni, poiché è necessario sorprendere gli indios nelle loro capanne quando dormono. Non si portano cani per questo compito. Si seguono le tracce degli indiani, scoprono le capanne e, senza parlare né fumare, aspettano il momento giusto. È quando il giorno sta per spuntare che attaccano. La prima precauzione è tagliare le corde dell'arco. Quindi praticano il massacro. Gli indios, svegliati da colpi di fucile e machete, non tentano nemmeno di difendersi, e gli atti eroici degli assalitori consistono semplicemente nel tagliare la carne indifesa di uomini intimoriti dalla sorpresa.[1]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Silvio Coelho dos Santos, Indiani e bianchi nel sud del Brasile. La drammatica esperienza degli Xokleng, Florianópolis, Edeme, 1973, pp. 83-84, ISBN non esistente.
  • Silvio Coelho dos Santos, Gli indiani Xokleng. Memoria visiva, Florianópolis, Editora UFSC, 1997, pp. 23-52.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]