Rogo votivo

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Un rogo votivo (o con termine in tedesco, Brandopferplatz, composto da Brand, rogo, Opfer, sacrificio, e platz, luogo), è un luogo di culto all'aperto attestato nelle Alpi nella tarda età del Bronzo e nell'età del ferro.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questi luoghi erano spesso situati in alta montagna e sono caratterizzati dal terreno carbonizzato a causa del rogo, accompagnato da resti di offerte ceramiche, spesso infrante ritualmente, da resti vegetali (leguminose e cereali), da ossa di animali (spesso capre); in alcuni casi sono state rinvenute anche ossa umane, il che ha fatto pensare a rituali che prevedevano sacrifici umani.

Il rogo votivo meglio conosciuto è il Rungger Egg del sito archeologico di Gschlier, presso Siusi allo Sciliar, in provincia di Bolzano, dell'età del ferro[1], dove sono testimoniate anche tracce di sacrifici umani e che fu abbandonato con la conquista romana. Il sito sembra fiorire in corrispondenza di un altro rogo votivo dell'età del bronzo, presente ad una quota più alta (Burgstall allo Sciliar)[2].

Altri roghi votivi sono testimoniati a Breno, a Ultimo, [3][4]e al Lago Nero[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paul Gleirscher, Untersuchungen an einem eisenzeitlichen Brandopferplatz bei Seis am Schlern in Südtirol, Philipp von Zabern editore, Mainz am Rhein, 2002 (scheda su OpenLibrary.org).
  2. ^ Günther Niederwanger, "Burgstall am Schlern: ein alpiner Brandopferplatz", in Liselotte Zemmer-Plank (a cura di), Kult der Vorzeit in den Alpen. Opfergaben Opferplätze Opferbrauchtum (catalogo mostra), Bolzano 2002, pp.689-696.
  3. ^ Hans Nothdurfter, "Der Brandopferplatz von St. Walburg, Ulten (Bozen)", in Liselotte Zemmer-Plank (a cura di), Kult der Vorzeit in den Alpen. Opfergaben Opferplätze Opferbrauchtum (catalogo mostra), Bolzano 2002, pp.697-708.
  4. ^ Hubert Steiner: Roghi votivi alpini. Archeologia e scienze naturali. Beni culturali in Alto Adige : studi e ricerche 5. Editrice Temi, Trento 2010, ISBN 978-8-8897-0676-3
  5. ^ Günther Niederwanger, "Der Brandopferplatz Schwarzsee am Seeberg (Südtirol)", in Liselotte Zemmer-Plank (a cura di), Kult der Vorzeit in den Alpen. Opfergaben Opferplätze Opferbrauchtum (catalogo mostra), Bolzano 2002, pp.743-762.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paul Gleirscher, "Alpine Brandopferplätze", in Liselotte Zemmer-Plank (a cura di), Kult der Vorzeit in den Alpen. Opfergaben Opferplätze Opferbrauchtum (catalogo mostra), Bolzano 2002, pp.591-634.
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