Bozza:Castrum Novum (Santa Marinella)

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Castrum Novum
Veduta degli scavi
Cronologia
Fondazione 264 a.C.
Localizzazione
Località Santa Marinella
Coordinate 42°02′14.89″N 11°49′59.2″E / 42.037469°N 11.833112°E42.037469; 11.833112

Castrum Novum fu l'antica colonia marittima situata a nord della città di Santa Marinella[1] in località Torre Chiaruccia.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondata come fortezza a protezione del litorale nel 264 a.C. durante la Prima Guerra Punica, doveva impedire o frenare un'eventuale invasione dei Cartaginesi insieme ad altre 3 fortezze (Pyrgi a Santa Severa, Alsium a Ladispoli, Fregenae in omonima località). Altro scopo era quello del controllo del territorio conquistato agli Etruschi. La prima fortezza conteneva circa 300 soldati.

Con l'ingrandirsi del dominio di Roma e l'allontanarsi dei confini la funzione di fortezza venne meno e Castrum Novum divenne una città.

In epoca imperiale fu città fiorente grazie alle sue peschiere (allevamenti di pesci, ostriche e murene), tra le più grandi del Mediterraneo. Possedeva un grande teatro, un foro, un tempio di Apollo, domus e terme.

Il nome del periodo imperiale si riferisce ad una deduzione della colonia dopo un precedente abbandono o depauperamento, una rinascita dovuta all'imperatore della gens Julia, dalla quale deriverebbe il nome.

Presso il Museo Nazionale di Civitavecchia si conservano due lastre di calcare con scene riferibili a ludi gladiatori, con ogni probabilità provenienti dall’area di Castrum Novum, databili nei primi decenni del I secolo d.C. Si tratta di scene relative al confronto tra gladiatori appartenenti a due note classi gladiatorie dell’antica Roma i parmulari i e gli scutati. È molto probabile che i due elementi architettonici facciano parte di un unico ciclo decorativo di un monumento funerario, sito forse lungo l’antica via Aurelia, appartenuto a qualche ricco personaggio della colonia di Castrum Novum, attivo nell’organizzazione di spettacoli gladiatori. La presenza del sepolcro nell’area prossima al centro urbano potrebbe anche segnalare in via indiretta l’esistenza di un possibile anfiteatro tra gli edifici monumentali della città. La colonia visse per 800 anni, poi fu abbandonata.

L’antica area urbana è stata certamente usata come cava di materiali da costruzione per tutto il medioevo e gran parte dell’epoca moderna, fino all’avvio delle campagne di scavo del XVIII secolo e anche oltre. L’intera cinta muraria del castrum è stata smontata per il recupero di migliaia di blocchi squadrati di arenaria da riusare per nuovi edifici, infrastrutture viarie e portuali, forse a Civitavecchia e a Santa Marinella se non addirittura a Roma. Stesso destino di demolizione per riutilizzo hanno subito le strutture del teatro e di certo anche gli altri edifici monumentali della città.

A frequentazioni di epoca altomedievale, medievale e moderna, possono essere riferiti alcuni frammenti di ceramica a vetrina rinvenuti presso i resti del teatro e le varie ceramiche invetriate e a maiolica ritrovate con alcune monete, nel riempimento della grande fossa di spoliazione delle mura e nell’humus che ricopriva le strutture della porta Est.

L’esplosione edilizia della nuova città balneare di Santa Marinella che nella seconda metà del Novecento ha riportato il sito archeologico al centro dell’attenzione, soprattutto degli organi di tutela che già a suo tempo ne avevano predisposto il vincolo. I terreni, oggetto di tentativi di speculazione edilizia, vengono interessati da vari scavi di recupero curati dalla Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale: nel 1972, viene pubblicata la carta archeologica e il lavoro di ricerca di Piero Alfredo Gianfrotta che con un volume dedicato espressamente all’antica Castrum Novum e al suo territorio, nell’ambito della collana Forma Italiae, costituisce una pietra miliare nella storia egli studi.

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Si ritiene che il nome derivi dalla presenza già in zona di un altro castrum ("vecchio"), probabilmente collocato presso la Castellina del Marangone.[3]

Il nome del periodo imperiale si riferisce ad una deduzione della colonia dopo un precedente abbandono o depauperamento, una rinascita dovuta all'imperatore della gens Julia, dalla quale deriverebbe il nome.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio oltre duemila anni fa si presentava con un litorale avanzato, in quanto il mare era più basso di circa 1,3 metri. La linea di costa che mostrava chiaramente la presenza di un importante punto di approdo, un porto naturale. Le peschiere (oggi sommerse) erano in terraferma. Fonte: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Principali campagne archeologiche di scavo[modifica | modifica wikitesto]

Gli scavi del Settecento e le successive ricerche[modifica | modifica wikitesto]

L’area urbana dell’antica Castrum Novum per la sua posizione rilevata sul mare e facilmente accessibile è stata interessata dagli scavi pontifici del XVIII secolo, curati dalla Reverenda Camera Apostolica, iniziati con la direzione di Giovanni Corradi nel 1776 e definitivamente conclusi nel 1796 con Giuseppe Alibrandi, dopo ben quattro distinte campagne di ricerca che, tra il 1776 e il 1779, portarono al ritrovamento di note sculture di grande pregio, oggi nei Musei Vaticani, marmi, metalli, monete e numerosi altri materiali.

Purtroppo, di tali campagne di scavo, che furono senza dubbio intensive e sistematiche, non ci resta alcuna descrizione che consenta di posizionare le aree indagate e di conoscere le strutture e i contesti in cui i reperti furono rinvenuti. Tuttavia, la presenza di basi di statue con dediche a vari imperatori insieme a quella di importanti iscrizioni pubbliche relative alla costruzione e al restauro di monumenti cittadini, lasciano supporre che “le cave” volute da Papa Pio VI abbiano intercettato anche luoghi ed edifici localizzabili con assoluta certezza all’interno dell’area urbana (Il foro, l’augusteum, il teatro).

I ritrovamenti del XVIII secolo: le statue e le iscrizioni[modifica | modifica wikitesto]

Tra le sculture che vennero portate alla luce durante gli scavi settecenteschi, quasi tutte ancora oggi visibili in Vaticano presso il Museo Pio Clementino, si segnalano in particolare: un’Erma di Aspasia velata con iscrizione greca (prima metà II sec. d.C.); Statua loricata con testa non pertinente dell’imperatore Lucio Vero (testa 161-169 d.C./ corpo metà II sec. d.C.); Statua di Giovane Bacco (II sec. d.C.; testa adattata da un rilievo di sarcofago della metà del II sec. d.C.); Statua con testa non pertinente di giovane personaggio togato con bulla appesa al collo (forse ritratto di Tiberio Gemello; il corpo è del 30-50 d.C.; la testa del 20-40 d.C.); Statua di cane molosso seduto (prima età imperiale), Statua di Priapo (divinità romana della fertilità del II sec. d.C.).

Tra i numerosi materiali rinvenuti si annoverano un prezioso tesoretto di 122 monete d’oro, diverse iscrizioni a carattere pubblico e religioso che forniscono importanti informazioni sulla vita municipale, economica, sociale e religiosa dell’antica colonia, in un periodo compreso tra il I secolo a.C. e il IV secolo d.C.

Di particolare interesse le iscrizioni di piena e tarda epoca imperiale relative alle basi di statue onorarie erette dai coloni in onore degli imperatori Adriano (117-138 d.C.), Gallieno (253-268 d.C.), della moglie Salonina (+268 d.C.) e del figlio Valeriano (250-258 d.C). Altre basi risultano pertinenti all’imperatore Aureliano (270-275 d.C.) e all’imperatore Numeriano (283-284 d.C.). L’iscrizione più tarda ad oggi nota è una dedica dei castronovani all’imperatore Flavio Valerio Severo, rimasto in carica come Cesare per un solo anno, tra il 306 e il 307 d.C.

Soltanto nella seconda metà dell’Ottocento nuovi importanti scavi furono intrapresi da Raffaele Alibrandi Valentini subentrato nella proprietà del terreno. In seguito le ricerche nell’area urbana di Castrum Novum, sembra siano riprese soltanto quasi cento anni dopo, ad eccezione del ritrovamento fortuito del dito di bronzo di una gigantesca statua e di una testa in marmo dell’imperatore Traiano a grandezza naturale, avvenuto nel 1891 e di alcune ricognizioni di Salvatore Bastianelli, svolte negli anni Trenta del Novecento.

Dal settembre del 2010 è iniziata una nuova fase di ricerche archeologiche incentrate sul sito della città romana di Castrum Novum.

Il parco archeologico[modifica | modifica wikitesto]

Tra i risultati più importanti della pluriennale ricerca c’è finalmente la prossima realizzazione del “Parco Archeologico di Castrum Novum” i cui lavori sono appena iniziati nel febbraio 2023. L’importante progetto di valorizzazione prevede la realizzazione del centro visita al quale sono collegati diversi itinerari per la fruizione del pubblico, sale didattiche, bookshop e servizi. Le opere, finanziate dalla Regione Lazio su progetto del Comune di Santa Marinella, approvate dagli organi competenti e regolarmente appaltate, sono in corso di costruzione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ CASTRUM NOVUM - Treccani, su Treccani. URL consultato il 24 aprile 2024.
  2. ^ Castrum Novum: la città ritrovata – GRUPPO ARCHEOLOGICO DEL TERRITORIO CERITE, su gatc.it. URL consultato il 24 aprile 2024.
  3. ^ Marco Broncoli, SANTA MARINELLA, in Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle Isole Tirreniche, vol. 18, n. 1, 2010, pp. 331–343. URL consultato il 24 aprile 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • P. A. Gianfrotta, CastrumNovum. Forma Italiae, Regio VII, Roma 1972.
  • F. Enei, M. L. Haack, S. NardiCombescure, G. Poccardi, Castrum Novum. Storiaearcheologia di unacoloniaromananelterritorio di Santa Marinella, Quaderno 1, Santa Marinella 2011.
  • F. Enei(a cura di), Castrum Novum. Storia e archeologia di unacoloniaromananelterritorio di Santa Marinella, Quaderno 2, Acquapendente 2013
  • F. Enei, S. Nardi-Combescure, G. Poccardi, J. Benes, M. Galletti, K. Kodydkova, A. Lureau, K. Paclikova, M. Preusz, A. Squaglia, Castrum Novum (Santa Marinella, prov. de Rome), Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, Italie centrale 2015. URL:http://cefr.revues.org/1364
  • F. Enei (a cura di),Storia e Archeologia di una colonia romana nel territorio di Santa Marinella, Quaderno 3, Acquapendente 2016.
  • F. Enei, K. Preusz, M. Preusz, Storia e Archeologia di una colonia romana nel territorio di Santa Marinella, Quaderno 4, Acquapendente 2020.