Banu 'Udhra

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I Banū ʿUdhra (Arabo ﺑﻨﻮ ﻋﺬﺭة) furono una tribù araba che viveva in Sham e che, in buona parte, era cristiana[1] nel VII secolo in cui Maometto effettuava il suo apostolato in Hijaz. La tribù si convertì all'Islam dopo la spedizione condotta contro di loro da ʿUkāsha ibn al-Miḥṣan nel 627,[2] durante la quale Maometto ordinò loro di attaccare i Banu Asad ibn Khuzayma e di depredarli.[2][3]

La spedizione di Tabuk ebbe luogo nell'ottobre del 630[4] al fine di attaccare l'Impero bizantino. La ragione fu forse la volontà di vendicare la morte di uno degli inviati di Maometto, perpetrata da un capo cristiano dei B. al-Balaqa, che guidò la Battaglia di Mu'ta. Mubrakpuri sostiene che questa fu anche la ragione per la spedizione di Tabuk e che correvano voci circa la preparazione di un attacco contro gli Arabi da parte dell'imperatore bizantino Eraclio.[5]
William Muir sosteneva invece che Eraclio intendeva prevenire i probabili attacchi musulmani come la spedizione di ʿUkāsha b. al-Miḥṣan contro i B. ʿUdhra,[6] una tribù fedele ai Bizantini.[7]

I Banū ʿUdhra divennero noti per le loro elegie d'amore che, sublimando la passione carnale, possono far pensare a una sorta di amore platonico (ḥubb ʿudhrī), il cui esempio più alto è rappresentato da Jamīl al-ʿUdhrī (m. 701) e dalla donna da lui cantata, Buthayna, che appartenevano al clan chiamato Ḥunn b. Rabīʿa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ma ci sono testimonianze di Yaʿqūbī (al-Kāmil fī taʾrīkh, I, 296) e di Yāqūt, secondo cui nel gruppo sopravvivevano venerazione e culti nei confronti di idoli come Shams (Sole) e al-Ḥumām.
  2. ^ a b Mubarakpuri, The Sealed Nectar, p. 205. (online)
  3. ^ Ibn Saʿd, Kitāb al-ṭabaqāt al-kabīr, Pakistan Historical Society, 1967, II, 104 [1]
  4. ^ Shawqi Abu Khalil, Atlas of the Prophet's biography: places, nations, landmarks, Dar-us-Salam, 1º marzo 2004, p. 239, ISBN 978-9960897714.
  5. ^ Mubarakpuri, The Sealed Nectar, p. 272.
  6. ^ William William, Life of Mahomet, Kessinger Publishing Co, 10 agosto 2003, p. 454, ISBN 978-0766177413 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  7. ^ R. R.L. Bidwell (editor), [http://books.google.co.uk/books?id=VhturGtQIyAC&pg=PA95 New Arabian studies ], University of Exeter Press, Feb 1996, p. 95, ISBN 978-0859894791. Vol. 3

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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