Arslan Tash

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Arslan Tash
Hadātu
Lamina d'avorio dell'VIII secolo a.C. con raffigurazioni di stile egiziano
Utilizzocittà
Epocadall'età del ferro all'età ellenistica
Localizzazione
StatoBandiera della Siria Siria
GovernatoratoAleppo
Scavi
Date scavi1836;1928;2007-8
OrganizzazioneMuseo del Louvre (1928); università di Bologna e Direttorato generale per le antichità e i musei della Siria (2007-8)
ArcheologoFrancis Rawdon Chesney; François Thureau-Dangin; Anas al-Khabour e Serena Maria Cecchini
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 36°50′56.39″N 38°24′33.39″E / 36.848996°N 38.409276°E36.848996; 38.409276

Arslan Tash (dal turco Arslan, leone + Taş, pietra), l'antica Hadātu, è un sito archeologico del nord della Siria, nel governatorato di Aleppo, circa 30 km a est dell'Eufrate e vicino alla città di Ain al-Arab.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La città fu il centro di un regno degli Aramei dell'età del ferro, che fu conquistato dagli Assiri nel IX sec. a.C. Il sito include un palazzo tardo-assiro, un santuario di Ištar e un tempio ellenistico; il sito è circondato da mura le cui porte sono arricchite da leoni tagliati nella pietra.[1]

Archeologia[modifica | modifica wikitesto]

Mappa degli appartamenti privati nel palazzo assiro

Il sito di Arslan Tash fu studiato per la prima volta nel 1836 da una missione guidata da Francis Rawdon Chesney.[2] I primi scavi del Novecento furono condotti dall'archeologo francese François Thureau-Dangin per il museo del Louvre in due brevi campagne del 1928.[3]

Nel 2007 e 2008 i lavori ripresero con le campagne condotte da un team congiunto dell'università di Bologna e del Direttorato generale per le antichità e i musei della Siria, guidato da Anas al-Khabour e Serena Maria Cecchini. L'ultima stagione includeva anche un lavoro di tipo geofisico.

I rilievi delle porte[modifica | modifica wikitesto]

I rilievi di Arslan Tash sono bassorilievi di uomini e animali sulle porte della città e dei templi. La datazione dei rilievi è incerta, anche se uno contiene un'iscrizione di Tiglatpileser III dell'impero neo-assiro.[4]

I pezzi in avorio[modifica | modifica wikitesto]

Le scoperte più importanti da Arslan Tash sono, comunque, pezzi di avorio di straordinaria qualità artistica che sono stati rinvenuti nel corso della spedizione del 1928, dentro a un palazzo più antico di quello neo-assiro, risalente al IX secolo a.C. Costituivano la decorazione di suppellettili di pregio, forse un trono e un letto. Secondo la legge dell'epoca sono stati ripartiti fra il museo archeologico di Aleppo e al Louvre, ad eccezione della parte che ha preso la via del mercato clandestino (probabilmente anche a causa di scavi non autorizzati) e si trova ora sparsa fra vari altri musei.[5] Gli amuleti sono pezzi più piccoli la cui autenticità è controversa.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Geoffrey Turner, The Palace and Bâtiment Aux Ivoires at Arslan Tash: A Reappraisal, Iraq, vol. 30, no. 1, pp. 62-68, 1968
  2. ^ [1] Francis Rawdon Chesney, The expedition for the survey of the rivers Euphrates and Tigris, carried on by order of the British government, in the years 1835, 1836, and 1837, Longman, Brown, Green, and Longmans, 1850
  3. ^ F. Thureau-Dangin et al., Arslan-Tash, P. Geuthner, 1931
  4. ^ Pauline Albenda, The Gateway and Portal Stone Reliefs from Arslan Tash, "Bulletin of the American Schools of Oriental Research", no. 271, pp. 5-30, 1988
  5. ^ Gli avori di Arslan Tash nel sito del museo del Louvre
  6. ^ Jacobus van Dijk, The Authenticity of the Arslan Tash Amulets, Iraq, vol. 54, pp. 65-68, 1992

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