Anna Bianchini

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Anna Bianchini (nota anche come Annuccia per la bassa statura; Roma, 1579 circa – 1604) è stata una modella e cortigiana italiana. Figlia dei senesi Giuseppe, vaccaro, ricettatore ed amico di malviventi [1], e di Sibilla, fu meretrice e modella di Michelangelo Merisi da Caravaggio nella Maddalena pentita (o Cortigiana frustata) e nel Riposo durante la fuga in Egitto[2]. Sembra di poterla riconoscere anche in altri due dipinti dell'artista lombardo: Marta e Maria Maddalena e la Deposizione nel sepolcro[3].

Anna Bianchini nella Maddalena pentita (o Cortigiana frustata) di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1596)

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Anna ebbe un fratello di nome Matteo, di circa dieci anni più giovane di lei, e una sorella di nome Alessandra, nata nel 1590 e molto probabilmente morta in tenera età[4]. Condivise con la cortigiana senese Fillide Melandroni le prime esperienze nella professione e i primi problemi con la giustizia[5]. Le loro vite presero poi strade diverse: mentre Fillide ebbe una carriera in costante ascesa, lei continuò a condurre un'esistenza indecorosa e marginale che la portò a subire l'infamante pena della pubblica frusta[6]. Spesso protagonista di risse con le colleghe, di burle e sbeffeggi verso donne anziane e dabbene, Annuccia fu sempre legata a uomini di bassa condizione sociale ed ebbe per bertoni (ossia protettori) gli osti presso i quali si appoggiava per avvicinare i clienti[7]. Fu anche amica di pittori come Marco Tullio Onofri, Giovanni de Braus, un non meglio identificato «giovane pittore fiamengo», Andrea e Napoleone[8] e di Baldassarre Baderno. Quest’ultimo probabilmente la ritrasse in una Maddalena, forse copia di quella Maddalena pentita (o Cortigiana frustata) del Caravaggio in cui Anna aveva fatto da modella.[9]. La Bianchini frequentò assiduamente anche Prospero Orsi, detto Prosperino delle Grottesche e noto come turcimanno del Caravaggio che, con ogni probabilità, la conobbe proprio attraverso il suo più anziano amico[10]. Per anni visse nelle strade più povere e malfamate del bordello – prima all'Armata e poi nei pressi dell'osteria del Turchetto non lontano dalla Trinità dei Monti –, finché ai primi anni del Seicento si trasferì in un “basso” all'angolo fra via Paolina e il vicolo del Babuino che conduceva a Margutta[11]. Fu allora che il Caravaggio la chiamò per posare accanto a Maddalena Antognetti in due dipinti: a Deposizione nel sepolcro in veste di Maria di Cleofa[12] e in Marta e Maria Maddalena come Marta[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bassani–Bellini 1994, p. 50.
  2. ^ Bassani-Bellini 1994, pp. 52-7; Morris 2012, p. 183; Hunt 2004, p. 42; Graham-Dixon 2011, p. 32.
  3. ^ Bellini 2021 pp. 212 e n., 216-7 e n., 223.
  4. ^ Ibidem., p. 74.
  5. ^ Ib., pp. 74-75; Bellini 2009, pp. 229-30.
  6. ^ Bassani-Bellini 1994, p. 53 e nota 6.
  7. ^ Ib., pp. 49-51.
  8. ^ Ib., p. 51.
  9. ^ Il Baderno è infatti noto per essere stato un precocissimo copista del Merisi (cfr. Calenne 2010, pp. 123-4).
  10. ^ 'Bassani-Bellini 1994, pp. 47-51.
  11. ^ Bassani 2021, p. 82.
  12. ^ Bellini 2021, p. 217 e n. 74.
  13. ^ Bellini 2021, p. 212.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Riccardo Bassani e Fiora Bellini, Caravaggio assassino. La carriera di un «valenthuomo» nella Roma della Controriforma, Roma, Donzelli, 1994 ISBN 88-7989-100-6
  • Fiora Bellini, Melandroni, Fillide, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 72, RomaIstituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009, pp. 229-32
  • Riccardo Bassani, La donna del Caravaggio. Vita e peripezie di Maddalena Antognetti, Roma, Donzelli, 2021 ISBN 9788855222389
  • Fiora Bellini, La modella e il «pittor celebre»: una storia in sette quadri, in La donna del Caravaggio. Vita e peripezie di Maddalena Antognetti, Roma, Donzelli, 2021, pp. 199-235 ISBN 9788855222389

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Anna Bianchini, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne. Modifica su Wikidata
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