André de Montalembert

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André de Montalembert

André de Montalembert (1483Thérouanne, 1553) è stato un militare francese del XVI secolo. Signore d'Essé, da ragazzo combatté nelle guerre d'Italia[1] e venne scelto da Francesco I come uno dei suoi tre fratelli-in-arme nel 1520 presso il campo del Drappo d'Oro nei tornei con Enrico VIII[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1542 venne inviato a Costantinopoli per accertarsi dell'offensiva ottomana nel contesto dell'alleanza franco-ottomana, ma scoprì che Solimano, in parte sotto l'effetto anti-alleanza di Hadım Suleiman Pasha, non era disposto ad inviare un esercito per quell'anno, promettendo di inviare un esercito, due volte più forte, l'anno successivo, nel 1543.[2]

Nel 1548, fu inviato, alla testa di 6 000 uomini, in Scozia per sostenere il Regent Arran contro l'Inghilterra negli eventi conosciuti come "The Rough Wooing". Lì divenne noto come d'Essé, luogotenente generale dell'esercito e della marina.[1] D'Essé intervenne con un discorso al Parlamento scozzese di Haddington il 7 luglio 1548, proponendo il matrimonio di Mary, Queen of Scots con il Delfino di Francia, e d'Oysel, ambasciatore francese, accettò l'approvazione unanime.[3] Haddington fu occupata e fortificata dagli inglesi e d'Esse pose l'assedio. Nell'ottobre 1548 subì un rovescio per un attacco fallito nella notte sulla città. Fu sollevato da Haddington e sostituito da Paul de la Barthe, sieur de Termes. Un notevole successo per d'Esse fu la conquista di Inchkeith il 20 giugno 1549. Tornò a Parigi in trionfo, a luglio, con sette bandiere inglesi catturate al nemico.[4] Per i suoi servigi in Scozia, d'Essé venne fatto cavaliere dell'Ordine di San Michele.

Morì all'assedio di Thérouanne nel 1553.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d The North British review by Allan Freer p.87
  2. ^ Garnier, p.214-215
  3. ^ Thomas Thomson, ed., Acts of the Parliaments of Scotland, vol. 2, (1814), 481-482.
  4. ^ Merriman, Marcus, The Rough Wooings, Tuckwell, (2000), 309, 321, 337, 341: CSP Spain, vol. ix, 404.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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