Akan

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Akan
Terracotta akan del XVII secolo
 
Luogo d'origineAfrica Occidentale
Popolazione20.000.000
LinguaAkan
ReligioneReligione akan, cristianesimo
Gruppi correlatiAgni, ga
Uno sgabello Akan Regina Madre a partire dalla metà del XX secolo

Gli akan sono un gruppo etnico dell'Africa Occidentale, composto da diverse popolazioni (ad esempio agni, ashanti, fanti) diffuse in Costa d'Avorio ed in Ghana.

Governo[modifica | modifica wikitesto]

Nelle mani del sovrano akan sono riuniti tutti e tre i poteri: economico, politico e religioso rappresentati rispettivamente dal tesoro, dalla sciabola e dal trono. Gli emblemi vengono realizzati o placcati in oro e abbelliti da decorazioni simboliche. Le insegne di potere regale vengono esibite quasi esclusivamente in occasione delle grandi cerimonie come l'intronizzazione, i funerali regali o la festa dell'igname.

Gli akan e l'oro[modifica | modifica wikitesto]

L'oro ricopre una grande importanza nella cultura tradizionale akan, ed è diventato un elemento centrale nella rappresentazione della propria identità. Secondo la visione tradizionale, l'oro è un vero e proprio essere vivente dallo spirito forte e temibile. Per questa sua natura eccezionale, è considerato con riguardo e venerazione. La sua ricerca richiede rituali di purificazione e per toccarlo e forgiarlo bisogna seguire procedure molto severe. Facendo uso di diverse tecniche di lavorazione, gli akan plasmano con maestria questo materiale, creando gioielli e ornamenti regali, insegne di potere e figurine rappresentanti animali e scene di vita quotidiana. Fra le varie produzioni in oro di questa regione, si ritrovano anche numerosi pendenti a forma di testa umana, che evocano attraverso segni distintivi le caratteristiche sociali e di genere delle figure rappresentate. In certe circostanze, vengono utilizzati secondo il loro uso tradizionale: per dirimere i conflitti ponendo sotto la protezione degli antenati chi dichiara di possederne una. Gli oggetti tradizionali d'oro vengono nascosti dalle famiglie e trasmessi per generazioni. Sono mostrati con grande orgoglio in occasioni delle solenni celebrazioni annuali molto attese. Solo gravi crisi economiche possono spingere un proprietario a venderli.

Gli akan conservano all'interno del tesoro del clan - detto Dja - gli oggetti d'oro che simbolizzano concetti da perpetuare nel tempo, diventati beni di tutta la comunità. Il Dja e tutto ciò che serve a misurarne la ricchezza è racchiuso in una cassa di legno, spesso abbellita con simboli o raffigurazioni di divinità poste a sua protezione.

L'oro è spesso associato agli emblemi pubblici perché ritenuto artefice di felicità, salute e fortuna per tutti coloro che se ne servono nelle attività politiche. Metallo inalterabile, diventa sinonimo d'immortalità e simbolizza la perennità del potere regale emanato dall'intervento divino. Il seggio d'oro del re degli Ashanti riveste un'importanza particolare. È oggetto di una speciale venerazione perché ricorda il leggendario trono disceso dal cielo del fondatore Regno Akan, Osei Tutu.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàLCCN (ENsh85003050 · BNF (FRcb12020802r (data) · J9U (ENHE987007292917005171