Açorda dell'Alentejo

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Açorda all'alentejana
Açorda all'alentejana
Origini
Luogo d'origineBandiera del Portogallo Portogallo
RegioneAlentejo
Zona di produzioneAlentejo
Dettagli
Categoriaprimo piatto
Ingredienti principali
  • acqua bollente
  • erbe aromatiche (coriandolo o menta poleggio)
  • aglio
  • olio
  • sale
  • pietanza a scelta (uovo, bacalà, gamberi)

L'açorda all'alentejana è una minestra tipica dell'Alentejo che, al contrario di ciò che succede per la maggior parte delle zuppe, non è cucinata. La ricetta dell'açorda non è unica, ma cambia di zona in zona, a volte anche tra le famiglie dello stesso paese.

La composizione basica dell'açorda comprende aglio, sale, olio d'oliva, acqua bollente e pane affettato, a questa mistura si aggiungono le erbe aromatiche, come il coriandolo o la menta poleggio e si può servire con pesce fresco (bollito o fritto), bacalà o uovo (in camicia o sodo).

Il procedimento di preparazione comincia con pestare il sale con l'erba aromatica e l'aglio; a questa mistura si aggiunge l'olio. Sopra a questa base, si versa l'acqua dove è stata bollita la pietanza, ancora bollente, e si aggiunge infine il pane alentejano affettato.

L'açorda all'alentejana è stata uno dei candidati finalisti nella competizione per scegliere le 7 meraviglie della gastronomia portoghese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione, l'origine dell'açorda risale al tempo dell'occupazione araba, da quello che era chiamato (ath thurda): una piatto elementare ottenuto sbonconcellando il pane in un brodo aromoatizzato a cui era stata aggiunto l'olio. La preparazione ha accompagnato gli arabi per molti secoli e di fatto ne esistono testimonianze, in questa parte dell'impero arabo di allora, nel periodo tra il VIII e il XIII secolo. Si tratta di un piatto adatto anche alle tavole più povere, mentre - potendo disporre dei condimenti e pietanze più ricche - anche alla tavola più nobile poteva essere servita senza sfigurare.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (PT) Alfredo Saramago, Para uma História da Alimentação no Alentejo, Assírio & Alvim, 1997.