Osci

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Gli Osci (o anche "Oschi") appartenevano ad un'antica popolazione italica della Campania pre-romana, sopraffatta nel V secolo a.C. dai Sanniti.

Il loro territorio fu conquistato dai Romani nel corso del secolo successivo, a seguito delle guerre sannitiche.

Gli Osci parlavano la lingua osca, una lingua italica di origine indoeuropea, come il latino ed il volsco; permangono ancora iscrizioni in caratteri greci, etruschi e latini in Campania.

Iscrizioni osche si possono ancora riconoscere su alcune facciate di case ed edifici negli scavi archeologici di Pompei, cittadina dove in epoca romano-repubblicana veniva ancora parlato l'osco.

Una ricca collezione di iscrizioni osche è - di conseguenza - conservata nel Museo archeologico nazionale di Napoli, nella sezione Epigrafica.

Molte parole dialettali attualmente utilizzate nelle varie zone della Campania sono di derivazione osca e greca.

Infatti poiché nell'alfabeto degli osci non esistevano le vocali "a" ed "o" esse venivano soppiantate, rispettivamente, dalla "e" e dalla "u": in molti degli idiomi parlati in Campania si trova la medesima sostituzione (ad esempio "meno" per mano, "fuoss" per dire fosso). Inoltre, dall'antico greco il termine "apothèke" per indicare un magazzino è tuttora usato dialettalmente, trasformato in "a puteca", in riferimento allo spaccio di generi alimentari.