Wolfmother (album)

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Wolfmother
album in studio
ArtistaWolfmother
Pubblicazione31 ottobre 2005
Durata51:17
Dischi1
Tracce13
GenereAlternative metal
Stoner rock
Hard rock
EtichettaModular
FormatiCD
Wolfmother - cronologia
Album precedente
Album successivo
(2009)

Wolfmother è l'album di debutto della rock band australiana Wolfmother, pubblicato in patria il 31 ottobre 2005, e in Inghilterra e Stati Uniti tra il 24 aprile e il 2 maggio 2006.

Il disco[modifica | modifica wikitesto]

L'album, è uscito in due versioni: australiana (12 canzoni), pubblicata il 31 ottobre 2005; U.K. (& Europa) e U.S.A. (13 canzoni con l'aggiunta di Love Train), pubblicate rispettivamente il 24 aprile 2006 e il 2 maggio 2006. Nelle catene di negozi Wal-Mart la copertina (contenente un'immagine di nudo dal dipinto The Sea Witch di Frank Frazetta) è stata censurata e rimpiazzata con una copertina totalmente nera con il solo logo del gruppo in bianco.

I singoli estratti dal disco sono Mind's Eye, White Unicorn, Dimension, Woman, Love Train e Joker and the Thief. L'album ha fatto registrare buoni dati di vendita soprattutto nella natia Australia, dove ha ottenuto per ben 5 volte il disco di platino con un totale stimato di 350 000 copie vendute. È anche disco d'oro in Canada (50 000 copie vendute), Gran Bretagna (100 000 copie) e Stati Uniti (500 000 copie) vendendo in totale 1,5 milioni di copie nel mondo.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Alla sua pubblicazione, Wolfmother ricevette recensioni complessivamente positive dai critici. Il disco venne nominato 15° miglior album del 2006 dalla rivista Rolling Stone. Il sound generale dei brani fu accostato a quello di gruppi hard rock degli anni sessanta e settanta come Led Zeppelin[1][2][3][4][5] e Black Sabbath,[1][2][5][6] in primo luogo, ma anche a gruppi più recenti come Queens of the Stone Age[1][2] e The White Stripes,[1][2][6] sebbene questo abbia portato parte della critica ad accusare il trio australiano di aver "copiato" le sonorità di questi gruppi, definendo il loro stile come meramente derivativo.[5][7] La rivista Q fu meno critica, descrivendo la musica dei Wolfmother "ben lungi dall'essere sofisticata, ma immensamente divertente".[6] Total Guitar giudicò l'album 9/10, descrivendolo "meravigliosamente rozzo".[8] Record Review ebbe parole favorevoli per la band e il suo disco di debutto, rimarcando il fatto che se "continueranno a produrre canzoni così epiche e riff memorabili come questi, non ci sarà dubbio alcuno sul successo della band ancora per molti anni in futuro."[9] Nel corso del 2011 l'album è stato votato come l'ottavo miglior album di sempre in Australia da TripleJ.[10]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Dimension - 4:21
  2. White Unicorn - 5:04
  3. Woman - 2:56
  4. Where Eagles Have Been - 5:33
  5. Apple Tree - 3:30
  6. Joker and the Thief - 4:40
  7. Colossal - 5:04
  8. Mind's Eye - 4:54
  9. Pyramid - 4:28
  10. Witchcraft - 3:25
  11. Tales - 3:39
  12. Love Train - 3:03
  13. Vagabond - 3:50

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Wolfmother
Altri musicisti
  • Lenny Castro – percussioni in Apple Tree, Witchcraft e Love Train
  • Dan Higgins – flauto in Witchcraft
  • Dave Sardy – percussioni in Colossal, Where Eagles Have Been, Vagabond e Love Train

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Stephen Thomas Erlewine, Wolfmother > Overview, su allmusic.com, allMusic. URL consultato il 12 ottobre 2008.
  2. ^ a b c d Patrick Donovan, Wolfmother : Wolfmother: (Universal), su wolfmother.com, Wolfmother (originally published by The Age). URL consultato il 12 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2008).
  3. ^ Stephen Downie, Listen up: album of the week, su wolfmother.com, Wolfmother (originally published by The Daily Telegraph). URL consultato il 12 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2008).
  4. ^ Cory D. Byrom, Wolfmother, su pitchforkmedia.com, Pitchfork, 25 aprile 2006. URL consultato il 12 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2008).
  5. ^ a b c Ham of the Gods, su wolfmother.com, Wolfmother (originally published by Rolling Stone). URL consultato il 12 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2008).
  6. ^ a b c Dave Everley, Wolfmother : Wolfmother, su wolfmother.com, Wolfmother (originally published by Q). URL consultato il 12 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2008).
  7. ^ www.scaruffi.com
  8. ^ Phil Ascott, WOLFMOTHER, su wolfmother.com, Total Guitar. URL consultato il 13 agosto 2008 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2008).
  9. ^ Ian Rice, Wolfmother: A Rock Revival, su recordreview.wordpress.com, 18 maggio 2006. URL consultato il 13 agosto 2011.
  10. ^ Countdown #8 | Hottest 100 Australian Albums Of All Time | triple j

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]