Witte Wieven

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Le witte wieven in un'illustrazione di Gerrit van Goedesbergh (1660)

Le witte wieven ("donne bianche" nella lingua basso sassone; sing: witte wief), conosciute anche come wittewijven, witte juffers, witte joffers, witte jomfers, widde juffers, widde juvvers, widde wiefkes, olde witten, guede holden o telewitten sono delle figure femminili del folclore olandese e belga.

La leggenda delle witte wieven è particolarmente diffusa in alcune zone dei Paesi Bassi, quali l'Achterhoek, la Drenthe e la Twente.[1][2]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Nel libro Antiqueteiten van Drenthe, redatto nel 1660 da Johan Picardt le witte wieven vengono descritte come spiriti, elfi e streghe.[2]

Le witte wieven compaiono solitamente in gruppi di tre[1]. Si pensa che abitino in alcune collinette ricavate nei sepolcri (v. immagine).[2]

Nel libro De origine Frisiae, redatto da Cornelius Kempius si dice che queste collinette siano opera del diavolo[2] e che le witte wieven escano di sera per rapire i pastori e le commercianti[2].

Nelle varie leggende, le witte wieven solitamente provviste di un'arma, solitamente uno spiedo, oppure un giavellotto o un'ascia.[1] Dall'uso dello spiedo da parte delle witte wieven deriva il detto Witte wieven wit, hier breng ik oe het spit, zie moar dat je het gebroad erbie kriegt. [1]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Queste figure traggono origine probabilmente dalla mitologia germanica[1][3] e sarebbero ricollegamente al mito degli elfi[2]

Il termine wit non va forse inteso nel senso letterale di "bianco", ma probabilmente come un derivato del verbo weten, ovvero "sapere".[3][2] Questa teoria è stata formulata da Balthasar Bekker nel 1691. [2]

Leggende[modifica | modifica wikitesto]

La witte wief di Montferland[modifica | modifica wikitesto]

In questa leggenda si racconta che un contadino, dopo aver chiesto ad una witte wief di ballare con lui, non solo rimase a ballare tutta la notte, ma non gli fu nemmeno più permesso di smettere.[3]

Le witte wieven di Lochem[modifica | modifica wikitesto]

In questa leggenda si racconta di tre witte wieven che vivevano in una profonda fossa nella parte sud-occidentale di Lochem[3] e si dice che lasciassero questo luogo solamente di sera, quando volavano in cielo come delle nuvolette.[3]

Si racconta poi di due fratellini, Herbert e la sorella, che non avevano alcuna paura delle witte wieven e che si addentravano spesso di sera nel luogo dove abitavano questi spiriti.[3]

Anche una volta cresciuto, Herbert continuò a non avere alcuna paura nelle witte wieven, nonostante una vicina, Johanna Lodink, la figlia di Scholte Lodink, lo ammonisse a non addentrarsi nel luogo dove queste abitavano.[3]

Le witte wieven del Lonnekerberg[modifica | modifica wikitesto]

In questa leggenda si racconta di una ragazza che fu tenuta segregata da alcune witte wieven cattive nel Lonnekerberg.[3]

Si racconta poi che una volta le witte wieven portarono questa ragazza ad Oldenzaal, a patto che non rivelasse mai dov'era stata prima. [3]

Le witte wieven nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

  • Queste figure mitologiche sono ricordate in una via di Utrecht chiamata Witte Vrouwensingel[3]
  • Nella versione olandese della saga di Harry Potter ritroviamo le figure chiamate appunto Witte Wieven, termine con cui vengono chiamate le Weird Sisters della versione originale[4]
  • Het witte wief è il titolo del racconto nr. 227 del fumetto belga Suske en Wiske, scritto da Paul Geerts e disegnato da Marc Verhaegen e pubblicato nel 1991[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Abe van der Veen, Witte wieven wit hier bring ik oe 't spit!
  2. ^ a b c d e f g h Abe van der Veen, Witte wieven, nevelslierten en grafheuvels
  3. ^ a b c d e f g h i j Witte Wieven su Meteo Maarsen
  4. ^ De Witte Wieven su nl.Harry Potter Wikia
  5. ^ Suske en Wiske nr. 227

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]