Wu Wenguang

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Wu Wenguang[1] (吴文光S, Wú WénguāngP) (Yunnan, 1956) è un regista cinese.

Viene riconosciuto a livello internazionale come una delle figure fondatrici del movimento indipendente documentarista cinese. Il suo primo film, Bumming in Beijing: The Last Dreamers, comprende un grande insieme di riprese con telecamera a mano e interviste. In netto contrasto con documentari cinesi prodotti in precedenza, generalmente attentamente pianificati e studiati.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 1990 con il film Bumming in Beijing: The Last Dreamers, su una comunità di artisti alla periferia di Pechino, Wu Wenguang rompe gli schemi del documentario istituzionale, per cercare un approccio più oggettivo, con l'uso della camera a mano e il ricorso alle interviste per dar la parola agli stessi protagonisti, in una vera e propria inchiesta sul campo che documenta, denuncia, svela fenomeni e mutazioni della Cina contemporanea. Analoga ricerca della verità sarà presente negli altri suoi lavori, da Schifai weijia (1995) a Jiang Hu: Life on the Road (1999) a He min gong ciao wu (2002) dove l'inusuale performance degli operai delle fabbriche tessili, provenienti dai distretti poveri del Sichuan dà lo spunto per raccontare le storie di questi attori non professionisti, al provocatorio Fuck Cinema (2005).[3][4]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Documentari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Wu" è il cognome.
  2. ^ Chris Berry, Wu Wenguang: An Introduction, in Cinema Journal, vol. 46, n. 1, Fall 2006, pp. 133–136, DOI:10.1353/cj.2007.0000. URL consultato il 26 gennaio 2008.
  3. ^ Registi » Wu Wenguang | Docucity, su Docucity. URL consultato il 6 giugno 2016.
  4. ^ Il video - Fuck Cinema: Wu Wenguang, su China Files. URL consultato il 6 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2016).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN41754686 · ISNI (EN0000 0001 1490 8667 · LCCN (ENnr98022198 · GND (DE142711489 · BNF (FRcb16532861c (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nr98022198