Viverravus

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Viverravus
Mandibola di Viverravus gracilis
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Sottoclasse Eutheria
Ordine Carnivora
Superfamiglia Miacoidea
Famiglia Viverravidae
Genere Viverravus

Il viverravo (gen. Viverravus) è un mammifero carnivoro estinto, appartenente ai viverravidi. Visse tra il Paleocene superiore e l'Eocene medio (circa 55 - 45 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Nordamerica e in Europa.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo animale doveva essere vagamente simile a una piccola genetta attuale (Genetta genetta). Rispetto a generi simili ma più arcaici come Didymictis, Viverravus era dotato di denti carnassiali maggiormente differenziati dagli altri denti. Il carnassiale superiore aveva un parastilo ben sviluppato, mentre quello inferiore possedeva un talonide tagliente. Il primo molare superiore presentava un ipocono.

Il cranio, di forma allungata, era caratterizzato da una costrizione postorbitale molto accentuata. Le bolle timpaniche non erano ossificate; gli orifizi della base cranica presentavano la stessa disposizione riscontrata nei carnivori moderni, in particolare dei viverridi, e le apofisi paroccipitali erano lunghe e orizzontali.

L'omero presentava una cresta deltoide appiattita e una grande tuberosità elevata. Il femore era caratterizzato da un terzo trocantere piccolo e prominente; la troclea dell'astragalo era più o meno escavata, mentre il calcagno possedeva una faccetta articolare per il perone. Viverravus era con tutta probabilità digitigrado.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Il genere Viverravus venne descritto per la prima volta nel 1872 da Othniel Charles Marsh, sulla base di resti fossili ritrovati in Wyoming.[1]

Le prime specie descritte da Marsh sono Viverravus gracilis (la specie tipo) e V. nitidus. V. gracilis in particolare viene attribuito al periodo compreso tra 56 e 40 milioni di anni fa.[1]

Mandibola di Viverravus lutosus

Successivamente a questo genere sono state attribuite altre specie, provenienti soprattutto da terreni del Paleocene superiore - Eocene inferiore dell'area delle Montagne Rocciose negli Stati Uniti e in Canada: V. acutus, V. laytoni, V. lutosus, V. minutus, V. politus, V. rosei, V. sicarius. Nel 2010 è stata descritta una specie, V. lawsoni, proveniente da terreni dell'Eocene inferiore di Abbey Wood nei pressi di Londra, in Inghilterra. Altri reperti, in piccolo numero, provengono da Portogallo, Francia, Cina e Mongolia.[2]

Viverravus è il genere eponimo dei viverravidi, un gruppo di mammiferi carnivori molto arcaici, le cui parentele sono state di volta in volta avvicinate ai feliformi o ai caniformi. Attualmente si preferisce classificare i viverravidi come un gruppo di mammiferi carnivori ancor più ancestrale rispetto alla dicotomia tra i due grandi gruppi, e forse affini ai miacidi.

Paleoecologia[modifica | modifica wikitesto]

La ricostruzione del comportamento di Viverravus è complessa per l'insufficienza di fossili abbastanza completi (si sono trovati prevalentemente crani o parti di cranio). In base ai terreni da cui provengono tali reperti, si ritiene in genere che vivesse prevalentemente a terra e non sugli alberi.[2]

Ricostruzione del cranio di Viverravus minutus

Tuttavia, alcuni autori hanno ipotizzato che avesse un comportamento più arboricolo. Uno studio recente su uno scheletro quasi completo mostra la presenza di significativi adattamenti all'arrampicata, benché meno specializzati di quelli dei Miacidi,[3] dando quindi sostegno a tale ipotesi almeno per la specie esaminata (V.acutus); gli autori la paragonano a Mustela frenata (una donnola americana, che si arrampica, ma insegue le prede anche a terra) e anche ai generi Martes (che comprende martore e faine) e Genetta (prevalentemente terricola, ma molto incline a risalire gli alberi per predare o per sfuggire ai predatori).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Viverravus gracilis [collegamento interrotto], su Fossil Works (Paleodb). URL consultato il 9 settembre 2018.
  2. ^ a b Viverravus, su Fossil Works (Paleodb). URL consultato il 9 settembre 2018.
  3. ^ (EN) R.E.Heinrich, P.Houde, Postcranial anatomy of Viverravus..., in J.Vert.Paleontology, vol. 26, n. 2, 2006, pp. 422-435, DOI:10.1671/0272-4634(2006)26[422:PAOVMC]2.0.CO;2. URL consultato il 9 settembre 2018.
    «The skeleton of Viverravus acutus clearly indicates that, as far as substrate use goes, this early Eocene species was at least as capable a climber as Mustela frenata and probably an excellent climber comparable to Martes and Genetta (Clark et al., 1987; Kingdon,1977).»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • O. C. Marsh. 1872. Preliminary description of new Tertiary mammals. Part I. American Journal of Science, 4(20):122-128.
  • J. L. Wortman. 1901. Studies of Eocene Mammalia in the Marsh Collection, Peabody Museum. The American Journal of Science, series 4 12:143-154.
  • W. D. Matthew. 1909. The Carnivora and Insectivora of the Bridger Basin, middle Eocene. Memoirs of the American Museum of Natural History, 9:289-567.
  • W. D. Matthew and W. Granger. 1915. A revision of the Lower Eocene Wasatch and Wind River faunas. Bulletin of the American Museum of Natural History, 34(1):1-103.
  • C. L. Gazin. 1952. The Lower Eocene Knight Formation of Western Wyoming and Its Mammalian Faunas. Smithsonian Miscellaneous Collections, 117(18):1-82.
  • P. D. Gingerich and D. A. Winkler. 1985. Systematics of Paleocene Viverravidae (Mammalia, Carnivora) in the Bighorn Basin and Clark's Fork Basin, Wyoming. Contributions from the Museum of Paleontology, University of Michigan 27(4):87-128.
  • P. D. Polly. 1997. Contributions from the Museum of Paleontology, University of Michigan, 30(1):1-53.
  • Flynn, J.J., 1998. Early Cenozoic Carnivora ("Miacoidea"). pp. 110–123, in: C.M. Janis, K.M. Scott, and L.L. Jacobs (eds.), Evolution of Tertiary Mammals of North America. Volume 1: Terrestrial Carnivores, Ungulates, and Ungulatelike Mammals. Cambridge University Press, Cambridge. ISBN 0-521-35519-2.
  • J. J. Hooker. 2010. The mammal fauna of the early Eocene Blackheath Formation of Abbey Wood, London. Monograph of the Palaeontographical Society, 165:1-162.

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