Vita di Tucidide

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Vita di Tucidide
Altri titoliSulla vita di Tucidide e le forme dell'elocuzione
AutoreMarcellino
1ª ed. originalemetà V secolo ?
Generebiografia
Lingua originalegreco antico

La Vita di Tucidide è un'opera del retore giustinianeo Marcellino.

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Nella redazione giuntaci[1] si possono distinguere, oltre all'introduzione, tre parti.

La prima parte (paragrafi 2-45) è la più estesa e anche la più importante, di Marcellino,[2] che avrebbe attinto parte del materiale ai Συμποσιακά di Didimo Calcentero[3]. Dopo una breve introduzione in cui l'autore ritiene opportuno preporre che Tucidide va conosciuto anche a livello biografico per poterne apprezzare l'elocuzione (1)[4], Marcellino passa a delineare l'ambiente familiare, con un lungo excursus sul suo antenato Milziade e sui legami di Tucidide con la Tracia, attraverso il padre Oloro (2-18). Si racconta, in seguito, dei suoi studi e del suo cursus honorum, troncato dalla sconfitta ad Amfipoli, che gli costò l'esilio (19-27). Una parentesi sugli omonimi dello storico interrompe la disamina (28-30), che riprende con le ipotesi sulle modalità della morte (31-34) e sul suo stile (35-42), seguite da una discussione sulla paternità del famoso VIII libro delle Storie (43-44).

Della seconda parte (45-53) sembra autore Cecilio di Calacte. Introdotta dalla menzione della morte (45), questa parte si sviluppa essenzialmente su questioni stilistiche e contenutistiche (46-53).

Della terza parte (54-58), brevissima e di carattere retorico-stilistico, si ritiene autore Zosimo di Ascalona, che nel VI secolo avrebbe riunito e ricollegato le tre parti[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Vita si trova nei manoscritti Palatinus Graecus 252 e Guelferbitanus Gudianus Graecus 35.
  2. ^ Marcellino Biografo, su treccani.it. URL consultato il 18 febbraio 2015.
  3. ^ Cfr. M. Schmidt, Didymi Chalcenteri Gramatici Alexandrini fragmenta, Amsterdam 1964, pp. 324-333.
  4. ^ Questa sezione sarebbe di provenienza augustea e attaccherebbe la critica anti-tucididea di Dionigi di Alicarnasso: Maitland, p. 541.
  5. ^ Su Zosimo, cfr. G. Oomen, De Zosimo Ascalonita atque Marcellino, Westfalia 1926.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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