Vincenzo Appiani

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Vincenzo Appiani (Monza, 18 agosto 1850[1]Milano, 25 dicembre 1932[1]) è stato un pianista e compositore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si avvicinò alla musica studiando il pianoforte e seguendo le lezioni del monzese Francesco Pezzoli. Nel 1865 si iscrisse al Conservatorio di Musica di Milano, allievo di Antonio Angeleri (pianoforte) e Alberto Mazzuccato (composizione).[2][3]

Diplomatosi nel 1871, tre anni dopo divenne, per concorso, insegnante di pianoforte al Collegio reale delle fanciulle in Milano.[2] Si dedicò sia alle docenze sia ai concerti, in patria e all'estero, inizialmente come solista e dopo con il Trio Milanese da lui fondato assieme al violinista Giovanni Rampazzini (in seguito sostituito da Girolamo De Angelis) e al violoncellista Giuseppe Magrini, che riscosse un buon successo.[1][2] Insieme a Carlo Andreoli diresse l'istituzione dei Concerti popolari a Milano e in altre importanti città lombarde.[1][2]

Nel 1893 ottenne la cattedra di pianoforte nel Conservatorio di Milano,[2] dove ebbe come allievi, tra gli altri, E. Pozoli, Riccardo Pick-Mangiagalli, il Bormioli e Alfredo Rossi Vezzani.[1][3][4][5]

Come compositore si dimostrò autore di buone composizioni da camera, pianistiche e vocali.[1][2] Appiani era "il maestro della granitura", in contrapposizione alla scuola di Giuseppe Frugatta, che prediligeva "la cura del tocco".[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Vincenzo Appiani, in le muse, I, Novara, De Agostini, 1964, p. 301.
  2. ^ a b c d e f Riccardo Allorto, APPIANI, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 3, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961. URL consultato il 2 marzo 2019.
  3. ^ a b A. Della Corte e G. M. Gatti, Dizionario di Musica, Torino, Paravia, 1956, p. 18.
  4. ^ La musica a Milano, in Lombardia e oltre, Volume 1, su books.google.it. URL consultato il 2 marzo 2019.
  5. ^ "Serata benefica al Conservatorio", Corriere della Sera, 18 marzo 1919, Italia

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vincenzo Appiani, in le muse, I, Novara, De Agostini, 1964, p. 301.
  • (ES) Luca Chiantore, Historia de la técnica pianística. Un estudio sobre los grandes compositores y el arte de la interpretación en busca de la Ur-Technik, Madrid, Alianza Editorial, 2001.
  • A. Della Corte e G. M. Gatti, Dizionario di Musica, Torino, Paravia, 1956, p. 18.
  • Otello Calbi, Musicisti Contemporanei Compositori e Musicologi, in Panorama Biografico, Napoli, S. Simeoli, 1957.
  • (FR) Alain Pâris, Dictionnaire des interprètes et de l'interprétation musicale au XX siècle, Paris, Robert Laffont, 1995, p. 222.
  • M. V. Recupito, Artisti e musicisti moderni, Milano, 1933.
  • C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, I, p. 63.
  • Paolo Spagnolo e Giovanni Stelli, Pianosophia. Tecnica e arte, Napoli, Guida, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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