Victrix causa diis placuit sed victa Catoni

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Suicidio di Catone. Guercino, 1641

La locuzione latina Victrix causa diis placuit sed victa Catoni, tradotta letteralmente, significa: "la causa vincitrice piacque agli dèi, ma quella sconfitta a Catone".

La frase intende esaltare la nobiltà della scelta di chi insegue i propri ideali e rimane coerente ai propri valori, anche quando il corso della Storia pare darli per sconfitti.

Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

È il verso 128 del primo libro del Bellum Civile del poeta epico latino Lucano, e rievoca la conclusione dello scontro nella guerra civile tra Giulio Cesare e Pompeo. La causa vincitrice, quella di Cesare, piacque agli dei poiché il corso della Storia è frutto della scelta o del capriccio divino. La causa perdente, quella di Pompeo, viceversa, era piaciuta a Catone Uticense, che continuava a battersi in difesa del Senato e della Repubblica, contro il progetto dispotico di Cesare[1]. La causa propugnata da Catone era destinata parimenti alla sconfitta e questi, dopo la vittoria di Cesare nella battaglia di Tapso, si tolse la vita.

Note[modifica | modifica wikitesto]

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