Vegavis iaai

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Vegavis
Ricostruzione basata sullo studio di Angolín et al. (2017)[1]
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine † Vegaviiformes
Famiglia † Vegaviidae
Genere Vegavis
Clarke et al., 2005
Nomenclatura binomiale
† Vegavis iaai
Clarke et al.[2], 2005

Vegavis (il cui nome significa "uccello dell'isola Vega") è un genere estinto di uccello vissuto nel Cretaceo superiore, circa 68-66 milioni di anni fa (Maastrichtiano), in quella che oggi è l'Antartide. Apparteneva al clade degli Anseriformes e tra gli uccelli moderni, il Vegavis è più strettamente legato alle anatre e alle oche (anatidi), pur non essendo considerato come un loro diretto antenato.[3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere, Vegavis, è la combinazione del nome dell'isola Vega (sede del ritrovamento) e della parola latina avis (uccello), indicando così l'uccello dell'isola Vega.

Il nome della specie, V. iaai, è l'acronimo dell'Instituto Antartico Argentino (IAA), responsabile della spedizione scientifica argentina nell'Antartide.

Scoperta[modifica | modifica wikitesto]

L'esemplare olotipico di Vegavis si trova nel Museo de La Plata, Argentina. Il campione, catalogato come MLP 93-I-3-1, fu ritrovato a Cape Lamb nei depositi dell'Isola Vega, Antartide, nel 1993, ma fu descritto come una nuova specie solo nel 2005. Per ottenere un quadro più chiaro della struttura ossea, i paleontologi hanno impiegato le scansioni CT, per non correre il pericolo di danneggiare il fossile.[3]

Un secondo esemplare, MACN-PV 19,748, è stato ritrovato accanto al campione olotipico. Questo fossile meglio conservato si presenta in tre dimensioni; Grazie all'uso delle scansioni TC è stata individuata la siringe intatta di questo campione. La siringe ha un terzo segmento asimmetrico, suggerendo che il Vegavis avesse due sorgenti sonore nel collo e una grande struttura di risonanza di tessuti molli. Ciò indica che il Vegavis era in grado di emettere il tipico richiamo di anatre, oche e altri basali neognathi.[4]

Significato dei fossili[modifica | modifica wikitesto]

La scoperta del Vegavis dimostra che i principali gruppi di uccelli viventi oggi erano già ampiamente diversificati durante il Cretaceo. Questo supporta le inferenze filogenetiche dei paleornitologi. Inoltre, rappresenta la prima prova fisica definitiva che i rappresentanti di alcuni dei gruppi di uccelli moderni vissero nel Mesozoico.[3] Nel 2017, uno studio filogenetico di Agnolín e colleghi, ha incluso Vegavis nella famiglia dei Vegaviidae, un gruppo di uccelli specializzati in immersioni, che sopravvissero al limite K-T, e di cui fanno parte anche Polarornis, Neogaeornis e Australornis.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b F.L. Agnolín, F.B. Egli, S. Chatterjee e J.A.G Marsà, Vegaviidae, a new clade of southern diving birds that survived the K/T boundary, in The Science of Nature, vol. 104, n. 87, 2017.
  2. ^ Clarke, J.A., Tambussi, C.P., Noriega, J.I., Erickson, G.M. and Ketcham, R.A. (2005). Definitive fossil evidence for the extant avian radiation in the Cretaceous. Nature, 433: 305-308.
  3. ^ a b c Clarke, J.A., Tambussi, C.P., Noriega, J.I., Erickson, G.M. and Ketcham, R.A. (2005). "Definitive fossil evidence for the extant avian radiation in the Cretaceous." Nature, 433: 305-308. DOI:10.1038/nature03150 PDF fulltext Supporting information
  4. ^ J.A. Clarke, S. Chatterjee, Z. Li, T. Riede, F. Agnolin, F. Goller, M.P. Isasi, D.R. Martinioni, F.J. Mussel e F.E. Novas, Fossil evidence of the avian vocal organ from the Mesozoic, in Nature, vol. 538, 2016, pp. 502–505, DOI:10.1038/nature19852.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Clarke, J.A., Tambussi, C.P., Noriega, J.I., Erickson, G.M. and Ketcham, R.A. (2005). Definitive fossil evidence for the extant avian radiation in the Cretaceous. Nature, 433: 305-308. DOI:10.1038/nature03150 PDF fulltext Supporting information

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