Utente:Zanekost/Sandbox/Madonna Greca

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Madonna greca
AutoreGiovanni Bellini
Data1460-1470
Tecnicatempera su tavola
Dimensioni82×62 cm
UbicazionePinacoteca di Brera, Milano (dal 1808)
N. inventario317

La Madonna greca è un dipinto tempera su tavola (82x62 cm) di Giovanni Bellini, variamente datato dal 1460 al 1475 circa e conservata nella Pinacoteca di Brera a Milano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La cosiddetta Madonna greca deve questa definizione ai monogrammi in lettere greche scritti ai lati dell'immagine centrale: ΜΡ e ΘΥ per Μήτηρ Θεού ovvero Madre di DIo. L'opera (sebbene non risulti mai citata nelle guide storiche) si trovava nell'ufficio dei Regulatori di Scrittura al palazzo Ducale di Venezia quando venne requisita durante le l'occupazione napoleonica e destinata immediatamente, nel 1808, alla nascente pinacoteca milanese.

Non c'è allineamento tra gli storici dell'arte nella datazione de : alcuni la datano ai primi lavori dell'artista, tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anno sessanta, altri a una fase successiva alla Pietà, negli anni settanta, quando si avviava a manifestare il distacco dall'esempio di Andrea Mantegna.

La Pinacoteca di Brera mantiene la datazione al 1460-1465[1], cioè una datazione simile a quella del1460-1464 proposta da Pignatti[2] corretta secondo l'ipotesi di Tempestini (1992, 2000) che preferisce spostarla più vicino al 1465[3]. Precedentemente Gamba datava l'opera verso il 1475 e Pallucchini la spostava a poco prima del 1480[4] un paraere parzialmente condivisa anche a Goffen che la collocava nel 1476-1477[5]. invece Berenson (1894, 1932, 1936, 1957) la associava ai primi esiti pittorici del Bellini, Markham Schuz (2017) la ha avvicinata al 1490; Lucco (2019) propende per la datazione già proposta da Gamba per la vicinanza stilistica tra la Pietà di Rimini e la Pala di Pesaro[6], parere condiviso anche da Humfrey nel 2021[7].

Descrizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

Maria sorregge avvolge tra le mani il Bambino in precario equilibrio sul bordo inferiore della cornice dipinta, oltre la quale sporgono invece alcuni lembi della veste di Maria. Gesù ha in mano una mela dorata, forse un richiamo alla leggenda di Paride ed a Maria-nuova Venere. L'aspetto generale dell'opera rimanda alla fissità iconica alle icone bizantine, ravvivate dai dolci gesti che legano madre e figlio vivificandone le figure. Pellizzari aveva addirittura ipotizzato che l'opera avesse avuto originariamente un fondo oro, ma ciò è stato smentito dal restauro del 1986. In quell'occasione si è anche scoperto che i frammenti d'oro vicino alle lettere greche sono un'aggiunta cinquecentesca, mentre lo sfondo originario era una tenda retta da una cordicella oltre la quale si intravede un cielo blu.

Gli sguardi dei protagonisti, come consueto in Bellini nell'esecuzione di questo tema, non si incontrano, ma la familiarità è resa dall'intrecciarsi delle mani, che crea un tenero abbraccio della madre verso il figlio. L'espressione è però pensosa e malinconica, perché ricorda la consapevolezza della futura sorte tragica di Gesù, destinato alla Passione.

Da un punto di vista tecnico, la tavola venne preparata come da tradizione con gesso e colla, sui quali il pittore fece un disegno preparatorio dove è tracciato con estrema precisione anche il chiaroscuro con sottili trattini incrociati molto regolari, visibili all'infrarosso. Si tratta di un modo di disegnare tipico di Bellini, che venne descritto anche nel Dialogo di pittura di Paolo Pino (1548).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rodolfo Pallucchini, Mostra di Giovanni Bellini, Venezia, Alfieri, 1949, pp. 120-121.
  • Renato Ghiotto (presentazione) e Terisio Pignatti (apparati critici), L'opera completa di Giovanni Bellini detto Giambellino, Classici dell'arte, Milano, Rizzoli, 1969.
  • Rona Goffen, Icon and Vision: Giovanni Bellini's Half-Length Madonnas, in The Art Bulletin, vol. 57, n. 4, CAA, dicembre 1975, pp. 487-518.
  • Rona Goffen, Giovanni Bellini, Milano, Motta, 1990, pp. 43-45, ISBN 88-7179-008-1.
  • Anchise Tempestini, Giovanni Bellini : Catalogo completo dei dipinti, Firenze, Cantini, 1992.
  • Anchise Tempestini, Giovanni Bellini, Milano, Electa, 2000, p. 61-62.
  • AA.VV., Brera, guida alla pinacoteca, Electa, Milano 2004. ISBN 978-88-370-2835-0
  • (EN) Keith Christiansen, Giovanni Bellini and the Practice of Devotional Painting, in Ronda Kasl (a cura di), Giovanni Bellini and the art of devotion, Indianapolis, Indianapolis Museum of Art, 2004, pp. 32-34.
  • Mariolina Olivari, Giovanni Bellini, in AA.VV., Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2007. ISBN 888117099X
  • Gianluca Poldi e Giovanni Carlo Federico Villa, Indagando Bellini, Milano, Skira, 2009.
  • Mauro Lucco, Peter Humfrey e Carlo Federico Villa, Giovanni Bellini – Catalogo ragionato, a cura di Mauro Lucco, Ponzano Veneto, Zel, 2019.
  • Peter Humfrey, Giovanni Bellini, Venezia, Marsilio, 2021, pp. 122,124, 126-127.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Brera
  2. ^ Pignatti 1969, scheda 31, p. 88.
  3. ^ Tempestini 1992, p. 72; Tempestini 2000, p. 61.
  4. ^ Pallucchini 1949, p. 120.
  5. ^ Goffen 1975, pp. 491-492, 593.
  6. ^ Lucco 2019, p. 405.
  7. ^ Humfrey 2021, p. 126.