Utente:Walter Giannetti/Sandbox 5

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca


Coordinate: 43°33′52.21″N 11°31′43.77″E / 43.564503°N 11.528826°E43.564503; 11.528826
Industria ceramica Ironstone
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondata daVincenzo Mannozzi e Giuseppe Francini
Sede principaleSan Giovanni Valdarno (AR)
Via Mannozzi
ProdottiCeramiche
Dipendenti150

La Industria ceramica Ironstone è stato un produttore italiano di ceramiche

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La presenza delle materie prime nel Valdarno ha permesso di sviluppare la produzione di ceramica già in epoca molto antica, tanto che la zona è citata, per la qualità eccellente della 'rena bianca', anche nei "I tre libri dell'arte del vasajo", pubblicati nel 1548 da Cipriano Piccolpasso.
Per la prima produzione industriale di stoviglie da tavola e ceramiche artistiche, si deve attendere il 1866, quando Vincenzo Mannozzi e Giuseppe Francini, dopo i primi fallimentari esperimenti di utilizzo della citata 'rena bianca', riuscirono nel loro intento.
In quegli anni contava circa 30 dipendenti.
L'attività produttiva subì alterne vicende e l'azienda cambiò spesso proprietario e denominazione.
Nel 1894, a seguito della vendita da parte dell'erede di uno dei fondatori, assunse il nome di 'Ceramica Lupi e Pierallini'.
Nel 1907 divenne 'Industria vetraria toscana Marconi Norton' ed assorbì anche la grande fabbrica di ceramica che apparteneva alla 'Ditta Valdarnese Enrico Sequi e figli'.
Fu in quel periodo che incominciò a produrre imitazioni di maioliche artistiche del quindicesimo secolo e mattoni refrattari.
Nel 1918 divenne 'Società toscana imprese vetrarie anonima' e nel 1922 'Società anonima Industria ceramica toscana' ma non superò la crisi del 1929 e fu messa in liquidazione.
Nel 1932 risorse come cooperativa di ex dipendenti ed assunse il nome di 'Industria ceramica Ironstone'.
Gli operai raggiunsero le 60 unità e la produzione un milione e mezzo di pezzi annui.
Nel dopoguerra si sviluppò ulteriormente e negli anni 70 contava 150 operai, con esportazioni in tutto il mondo.
Nel 1984 giunse una nuova crisi e fu acquisita dalla Ceraminter che, in seguito, spostò la produzione in altra sede, fino alla chiusura definitiva avvenuta nel 2006.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]