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Casellina e Torri
ex comune
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Toscana
Città metropolitana Firenze
Amministrazione
Data di soppressione1928
Territorio
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1


CASELLINA E TORRI voce migliorabile


Il Regolamento generale per le comunità del contado emanato da Pietro Leopoldo Lorena il 23 maggio 1774, segna l'avvio della riforma delle amministrazioni comunali toscane. I territori delle due antiche leghe della Casellina e di Torri [cfr. cliccabile] vengono così ricondotte ad un'unica realtà istituzionale e territoriale che prende il nome di Comunità di Casellina e Torri.

Con l'apposito Regolamento locale per la Comunità della Casellina, e Torri [foto] veniva definito il territorio, oltre al ruolo e alla composizione delle istituzioni che la governavano. Era retta dal magistrato comunitativo, composto da un gonfaloniere e sette rappresentanti, oltre al consiglio generale costituito a sua volta dai componenti il magistrato e da un deputato per ciascun popolo che costituivano la nuova comunità.

La Comunità di Casellina e Torri era una delle sessantasei comunità del contado fiorentino e comprendeva venti popoli diffusi su un territorio compreso tra la Greve e la Pesa. I due bacini idrografici sono divisi da una fascia collinare con rilievi massimi attorno ai 400 metri s.l.m. che ne costituiscono lo spartiacque ad est e ad ovest. Quelli del versante settentrionale erano compresi nella comunità di Casellina mentre il versante meridionale spettava a quella di Torri.

I popoli della comunità di Casellina erano i seguenti: Sant'Andrea a Mosciano, San Bartolomeo in Tuto, San Colombano a Settimo, San Giuliano a Settimo, Sant'Ilario a Settimo, San Lorenzo a Settimo, Santa Maria a Mantignano, San Martino alla Palma, Santa Maria a Castagnolo, San Piero a Sollicciano, San Romolo a Settimo, Santo Stefano a Ugnano, Santa Maria alla Romola, San Leonardo alla Querciola, Santo Stefano a Gabbiola.

Quelli di Torri: Santa Maria a Marciola, San Martino a Torri, San Michele a Torri, San Niccolò a Torri, San Vincenzo a Torri.

Nel 1808 la Giunta di Toscana decreta l'assetto della nuova provincia dell'Impero Francese e, include all'interno del Dipartimento dell'Arno, sia Casellina che Torri. Fino al 31 dicembre 1811 divengono entrambe sede di mairie separate, che nuovamente si riuniranno dal 1 gennaio 1812. Contestualmente nasce anche la mairie di Legnaia costituita di 20 popoli. [nota3 Decreto della Giunta di Toscana 22 agosto 1808 pubblicato nel Bollettino delle leggi, dei Decreti imperiali e deliberazioni della giunta di Toscana pubblicate nei dipartimenti dell'Arno, dell'Ombrone e del Mediterraneo, tt. I-XVIII, Firenze, 1808-1811, n. 29, t. II, pp. 369 ss.]

Conclusa la parentesi francese, l'editto del 27 giugno 1814 ne abolisce le strutture di governo centrali e periferiche ripristinando fin dal successivo 1º luglio le istituzioni comunitative prenapoleoniche. Assetti e funzioni degli uffici e delle magistrature comunitative vengono nuovamente definiti nel Regolamento del 1816, che disciplina le competenze del gonfaloniere, del magistrato dei priori e del consiglio generale. Unica differenza rispetto alle magistrature leopoldine, la nomina diretta da parte del granduca del gonfaloniere, che diviene la principale autorità a livello locale: sindaco della comunità e capo della magistratura comunitativa, di cui presiedeva le adunanze, egli esercitava il controllo sull'attività finanziaria ed amministrativa.


Nonostante qualche modifica e cambiamento, questo assetto rimane fino alla legge per l'unificazione amministrativa [cliccabile] del 1865, che determina la fisionomia dei moderni enti locali.

Con la legge per l'unificazione amministrativa del 1865 e i successivi aggiustamenti territoriali in seguito alla soppressione della Comunità di Legnaia, la Comunità di Casellina e Torri accresce ampiamente la propria superficie territoriale, acquisendo i popoli di Santa Maria a Greve in Scandicci; di San Lorenzo al Ponte a Greve, e del Borgo di Ponte a Greve; di San Quirico a Legnaia, sulla via nazionale pisana; di San Bartolo a Cintoja e di Santa Maria a Cintoia; di San Giusto a Signano; di Santa Maria a Soffiano oltre a luoghi non abitati quali Marignolle, San Paolo a Mosciano, Casignano. Contestualmente vengono disaggregate dalla Comunità di Casellina e Torri per riunirle a quella di San Casciano due borgate della parrocchia di San Giovanni in Sugana dette Cerbaia di Sopra e Cerbaia di Sotto. Questo è il momento di massima espansione territoriale pari a 69.600 kmq.


La situazione rimane immutata fino al 1928, quando il comune di Firenze viene ampliato a scapito dei comuni limitrofi [nota 4 R.D. 1 novembre 1928, n. 2562], e la Comunità di Casellina e Torri, pur guadagnando la zona abitativa intorno alla Pieve di Sant'Alessandro a Giogoli, viene decurtata della fascia territoriale limitrofa al comune di Firenze comprendente i popoli di Ugnano, Cintoia, Marignolle, San Lorenzo e San Giusto a Greve. Gli abitanti di questa ultima frazione chiederenno ripetutamente nel decennio successivo di essere distaccati da Firenze per tornare alla condizione originaria. Vi riusciranno solamente nel 1939, in seguito alla adozione del R.D. 7 settembre 1939, n. 1591 Rettifica di confine fra i comuni di Firenze e Scandicci pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 31 ottobre dello stesso anno.

La superficie territoriale che, in seguito alla cessione di 15.125 Kmq a favore di Firenze, si riduce a 54.475 per poi risalire a 59.954 Kmq. In seguito all'annessione del territorio di San Lorenzo e San Giusto a Greve. In seguito a questo nuovo cambiamento, la popolazione scende dai 20.252 abitanti del 1928 a 13,202 del 1939 [Scandicci, a cura di A. Giuliani, Comune di Scandicci, 1975].

Nel frattempo il commissario prefettizio Luigi Mazzucchelli che reggeva la Comunità di Casellina e Torri, chiede al Ministero dell'interno il cambiamento del nome in Scandicci, con motivazioni di ordine pratico [ASC Scandicci, Postunitario, II Deliberazioni del Podestà, 42, 1929 marzo 23, n. 18]. La domanda viene accolta pertanto viene autorizzato l'utilizzo del nuovo nome entro lo stesso anno [nota 5 con R.D. 7 novembre 1929, n. 2020 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 3 dicembre 1929, n. 281].


VOCI CORRELATE CASELLINA

Era sede della magistratura civica della Lega delle Comunità di Casellina e Torri, ed era situata nel popolo di San Giuliano a Settimo. Deve il suo nome, probabilmente, alla Casella presso Carcherelli, citata da una bolla papale del 1170 (Alessandro III), oppure a quella dove il conte Uguccione nel 1196 fondò un ospedale.

Mila Guidi, Riccardo Borgioli ( a cura di), Un borgo della periferia fiorentina 1861-1913, introduzione di Alfonso Mirto, Centrolibro Scandicci ( FI)

[ La comunità di Casellina pur essa derivante da una delle leghe del Contado, comprendeva anche il monastero di Settimo. Era formata da quattordici popoli e cioè: Badia a Settimo, Castagnolo, Gabiola, Mantignano, Mosciano, Palma, Ròmola, Settimo San Colombano, Settimo San Giuliano, Settimo Sant'Ilario, Settimo San Romolo, Sollicciano, Tuto e Ugnano.

Francesco Giuseppe Romeo Storia di Scandicci Edizioni SP44 Firenze 1982

]

Lega di Casellina e di Torri [cliccabile]

Il territorio di Settimo e di Torri era compreso nel contado fiorentino già dagli inizi del XIV secolo. Il nome deriva da una Pieve detta Torre San Vincenzo. La Pieve, nel XIII secolo, comprendeva sette cure: Santa Maria a Marciola, San Niccolò a Torri, San Michele a Castiglione, San Martino a Torri, San Lorenzo a Torri, San Quirico al Vecchio e Sant'Andrea a Colle. .

La riorganizzazione delle leghe del 1332-1336 prevedeva l'esistenza della lega di Settimo e della lega del comune di Torri.

Con l'insediamento dei cancellieri fermi nel XVI secolo, le due leghe rientrano sotto la cancelleria del Galluzzo. La loro struttura e organizzazione di governo era determinata dai rispettivi statuti che rimangono in vigore per oltre tre secoli. Quello della lega di Torri risale al 1406 ed è costituito da 108 rubriche, mentre quello di Casellina e Settimo risale al 1531, consta di trentadue rubriche, con annotazioni di aggiornamento fino al 1641. Le riforme comunitative volute dal Granduca Pietro Leopoldo nella seconda metà del XVIII secolo ridimensionarono l'autonomia delle piccole entità territoriali riconducendole a più ampie circoscrizioni. Nasce così la Comunità di Casellina e Torri [cliccabile]

VINGONE

migliorabile la voce fiume VINGONE, attualmente priva di fonti



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