Utente:Rhockher/"critiche al Femminismo" etc

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Critiche al femminismo e “antifemminismo”[modifica | modifica wikitesto]

Il femminismo è stato oggetto di crescenti critiche negli ultimi anni soprattutto con l'avanzare di un atteggiamento assunto dalla politica e dalla cultura di parecchi paesi, soprattutto occidentali, che da alcuni viene considerato come troppo sbilanciato verso il genere femminile.

In Italia, il femminismo è stato criticato da singoli o gruppi [1] negli aspetti ritenuti esplicitamente o implicitamente misandrici e/o “ sessisti profemmina” e in relazione alle "discriminazioni positive" come ad esempio i finanziamenti a favore dell' imprenditoria femminile previsti in molti paesi o i corsi e le varie iniziative dedicate alle sole donne, mentre è considerato inammissibile fare altrettanto per gli uomini. Anche il fatto che le donne maturano il diritto alla pensione cinque anni prima degli uomini, mentre vivono più a lungo, rappresenta per il pensiero antifemminista una forte discriminazione nell'ambito lavorativo.

In ambito politico gli antifemministi sostengono che la scarsa partecipazione delle donne alla politica e la loro preferenza elettorale per candidati maschi è alla base della scarsa rappresentazione del genere femminile nelle varie assemblee rappresentative, cosa questa che non può certo essere corretta con leggi come le cosidette "quote rosa".

I vari critici del femminismo o gli antifemministi di varie correnti, dalle più conservatrici alle più liberal, contestano la focalizzazione della società sulle problematiche vere o presunte delle donne, mentre ritengono che le problematiche maschili siano trattate con più leggerezza o taciute.

Per esempio nel campo della riproduzione gli antifemministi dichiarano che attualmente le donne dispongono di tutti i mezzi per decidere riguardo la propria genitorialità e che questo non vale per gli uomini i quali sono costretti a dipendere dalle decisioni della madre del proprio figlio. Non sono previste libertà nell'ambito della paternità per gli uomini, né tutele in caso che un uomo possa allevare un figlio non suo o possa ignorare di avere avuto un figlio da una donna che ha deciso di non comunicarglielo [senza fonte].

Ma anche in materia di separazione e divorzio, degli affidi, degli alimenti e delle disposizioni legislative a favore del coniuge più debole, le varie correnti antifemminste denunciano una regolare discriminazione contro gli uomini.

I critici del femminismo recriminano il fatto che spesso gli uomini sono costretti, per ottenere la compagnia femminile a dare in cambio qualcosa e la possibilità di accusare falsamente un uomo di un qualsiasi reato a sfondo sessuale da parte delle donne senza avere l'onere di portare alcuna prova convincente, cosa questa che darebbe alle donne la possibilità di rovinare la vita a uomini innocenti.

Inoltre alcune associazioni maschili[2] lottano contro una storiografia, a loro dire, influenzata dal pensiero femminista, secondo la quale la storia umana è riducibile alla millenaria schiavitù, oppressione e violenza sulle donne fatta dagli uomini[senza fonte]. Questa lettura della storia porterebbe a colpevolizzare gli uomini, come una sorta di peccato originale che ogni uomo deve espiare nei confronti delle donne.

Ma anche molte associazioni femministe non mancano di criticare l'orientamento prevalente del femminismo, come per esempio Luisa Muraro dell'Associazione Filosofica Diotima la quale nel libro "Oltre l'uguaglianza" sostiene che le cosiddette quote rosa non sono altro che il frutto di un'ossessione paritaria che mira a forzare le donne a occuparsi di un campo come la politica che poco le interessa in quanto esse preferiscono essere in un "altrove" politico, dedite a ben altre cose più confacenti i propri scopi.

Lo stesso argomento in dettaglio: Pari opportunità e Maschilismo.

Le donne vittime di stereotipi culturali?[modifica | modifica wikitesto]

I vari movimenti femministi fanno notare che le donne sono discriminate in vari campi e spesso oggetto di abusi di varia natura: fisici, psichici e culturali. Anche i critici al femminismo rilevano che spesso alla base delle varie discriminazioni vi sono stereotipi culturali ma ipotizzano che essi non siano attribuibili a una responsabilità del genere maschile, ma siano modelli culturali a cui aderiscono pienamente anche le donne e che loro stesse spesso sostengono e mirano a conservare. Ad esempio le donne non di rado reclamano la "cavalleria" e "galanteria" da parte maschile ma entrambe contrastano con un modello sociale paritario e non discriminatorio in quanto si basano sulla una presunta incapacità del cosiddetto “sesso debole” di fare a meno dell'aiuto maschile.

Alcuni movimenti antifemministi tendono a negare o sminuire quelle caratteristiche negative attribuite agli uomini, mentre altri tendono a giustificarle. Per esempio le stesse caratteristiche maschili spesso non amate dalle donne, quali maggiore aggressività e competitività, sono attribuibili, a parere di molti antifemministi a una selezione che le donne attuano a favore degli uomini più competitivi e aggressivi. Warren Farrell, per esempio, nel suo libro "Il mito del potere maschile" cita il caso della guerra di secessione americana in cui gli uomini che si rifiutarono di andare a combattere incapparono in difficoltà nel trovare moglie in quanto le donne preferivano gli eroi di guerra (e quindi coloro che combattevano e uccidevano) e disdegnavano i disertori [senza fonte].

Alcuni antifemministi affermano che quel passato accusato di essere stato maschilista sciovinista e patriarcale è ormai finito e che non ci sono più debiti o conti in sospeso tra i generi, per cui l'attuale perpetuazione dell'atteggiamento femminista è ormai anacronistico e fuori luogo. Altri invece tendono anche a dare una chiave di interpretazione di versa del passato e fanno notare che la cosiddetta era patriarcale fosse anche matriarcale, per esempio, sempre Farrell afferma ne "Il mito del potere maschile" che se le donne secondo le femministe erano trattate come i neri nelle società tradizionali, questo vale anche per gli uomini in quanto loro dovevano svolgere le mansioni più pesanti e rischiose ed esposte alle intemperie. [senza fonte], che entrambi i sessi erano schiavi del bisogno e gli uomini, come le donne, dovevano lavorare duro per vivere. Anzi molti dati rileverebbero che gli uomini hanno sempre avuto e tuttora hanno, ruoli sociali più difficile e una vita più dura. Molti antifemministi fanno notare che oggi il miglioramento del tenore di vita ha interessato molto più le donne che non gli uomini.

Anche in campo sessuale, molti denotano che i comportamenti sessuali che vedono la parte maschile come attiva e quella femminile come passiva non sono cambiati molto negli ultimi anni e che spesso questo fatto, legato a comportamenti ambigui, può generare tutta una serie di equivoci. Come anche il modo di vivere il sesso, come mezzo o come scopo. Secondo molti antifemministi (e non solo) le donne si conformano spesso a un comportamento sessuale passivo che contribuisce a renderle agli occhi maschili come delle "prede" sessuali. Così come le donne spesso vivono il sesso non come qualcosa di libero e piacevole ma mezzo per ottenere qualcosa in cambio. Nell'ambito della sessualità gli uomini sono spesso criminalizzati come rapaci stupratori e approfittatori, non tenendo conto però dei comportamenti ambigui tenuti spesso dalle donne, come evidenziano non solo movimenti maschili conservatori come Uomini 3000, ma gli stessi maschilisti liberal come Warren Farrell il quale auspica che anche le donne possano essere educate a prendere iniziative "dirette" con gli uomini, essere più decise e non creare dicotomie tra il linguaggio del corpo e il linguaggio verbale, cosa questa che genera i maggiori e più scottanti equivoci. [senza fonte]. Questa realtà, oltre ad essere sottolineata da molti movimenti maschili, come Uomini 3000 e Maschi Selvatici, è descritta anche in saggi scientifici come il libro "La regina rossa" di Mat Ridley. Anche in "Questa metà della terra", libro di Rino dalla Vecchai Barnart, fondatore del movimento maschile Uomini 3000, l'autore non manca di sottolineare come il comportamento sessuale di uomini e donne non sia mutato di molto negli ultimi decenni. Gli autori di questi libri pongono la questione in chiave naturalistica ed evoluzionista, affermando che gli uomini e le donne così sono per motivi genetici trascurando ovviamente gli aspetti sociali. Invece Warren Farrell nel libro "il mito del potere maschile" descrive la stessa realtà solo che però ne attribuisce le cause nelle tradizioni sociali secondo le quali le donne sono educate in un modo e gli uomini in un altro. Ma indipententemente dalle cause, se genetiche o sociali, la realtà che emerge a tutt'oggi, malgrado la tanto propagandata rivoluzione sessuale, pare essere questa.

Per alcuni antifemministi lo stesso ruolo apparentemente centrale assunto nei vari secoli dagli uomini, non è dovuto a un loro potere, ma anzi proprio dal fatto che la parte maschile è meno preziosa biologicamente visto che pochi maschi possono fecondare più femmine, le perdite di vite maschili non compromette la “fitness” di una comunità come la può compromettere la perdita di altrettante vite femminili. Ecco che gli uomini hanno dovuto esporsi di più e rischiare di più.

A detta di molte correnti antifemministe [3], la distinzione di ruoli è alla base della natura umana e il femminismo mirerebbe a svuotare il valore della natura degli uomini il cui valore sta nel fare, nel creare, nel produrre.

Insomma per quanto riguarda l'interpretazione storica, alcuni antifemministi, in particolare i conservatori, sostengono che se una schiavitù c'è stata, questa non è stata da parte del genere maschile su quello femminile, ma da parte del bisogno e della miseria su chiunque. Forse una schiavitù imposta da parte delle varie strutture di potere che si sono avvicendate nella storia, potere incarnato generalmente da figure maschili ma non per questo a favore del genere maschile. Oppure si potrebbe trattare di una schiavitù reciproca, quella che vige tra i sessi, dovuta a un reciproco bisogno per mandare avanti il giogo della vita.

Lo stesso argomento in dettaglio: Sessismo.

Ref e note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ dal gruppo “Pari Diritti per gli Uomini” agli attuali “Maschi Selvatici” e “Uomini 3000”, ma anche da siti del tipo “L'Antifemminista”
  2. ^ http://www.uomini3000.it/188.htm scopo numero 3
  3. ^ come Maschi Selvatici e Uomini 3000