Utente:Raiko/Incubatrice

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Questa è l'incubatrice: tutto è enciclopedico ma non è detto che tutto si merita una pagina, o peggio una pagina brutta. Per fare questo ho deciso di raccogliere note, documenti o altro, relativi a delle pagine che sto costruendo.

  • Confraternita di San Bartolomeno (Lusignano)
  • Oratorio di San Bartolomeo (Lusignano)
  • Famiglia Cepollini
  • Convento di San Domenico


Diocesi di Albenga Imperia[modifica | modifica wikitesto]

Parti rimosse da rimettere in altre pagine

Abbiamo altri cevesi alla guida della diocesi ingauna, come Federico di Ceva, figlio di Benedetto dei Marchesi di Ceva, signore di Motezemolo, che venne eletto vescovo il 4 dicembre del 1330 all'età di soli 22 anni, per la quale ottenne una dispensa da Papa Giovanni XXII per la sua conoscenza e per i meriti già ottenuti. Viene ben ricordato come pastore di Albenga. Il 7 aprile del 1334 ordinò il Sinodo Diocesano che pubblicò il 2 maggio dello stesso anno. Anche per questo il sommo pontefice Papa Benedetto XII con una lettera del 27 maggio 1336 lo incaricò di informarsi e di provvedere a sistemare la questione tra il marchese del Carretto di Savona e il Teodosio vescovo di Noli. Il 31 luglio del 1337 approvò gli statuti capitolari dei canonici della sua cattedrale. Il suo vicario generale era un certo Bartolomeo ministro della chiesa di San Andrea di Ceva, che autorizzò Giovanni dei Marchesi di Ceva canonico della stessa cattedrale di Albenga ad assumere a nome del capitolo il possesso dei beni vacanti della chiesa di Santo Stefano di Cavatorio. Morì nel 1349 succedendogli il probabile nipote Giovanni dei marchesi di Ceva e consignore di Priero e Sale il 18 febbraio 1349. Sotto di lui si sa che nacquero delle dispute sulle decime tra l'arciprete e la comunità di Ortovero, il vescovo giovanni con atto del 10 settembre 1360 a rogito del notaio Antonio Ceva, le acquietò. Nel 1360 venne trasferito nella diocesi di Tortona e gli succedette il 13 settembre 1363 il genovese Giovanni Fieschi. Si sa che nella sua esperienza Lombarda non andò d'accodo con Gian Galeazzo Visconti duca di Milano, che forse lo espulse dal suo territorio. Morì a Tortona il 1392.[1]

Nel 1292 il seggio vescovile di Albenga era vacante, e venne nominate il cevese Nicolo Guascone (o Vascone dei Marchesi di Ceva) da papa Niccolò IV il 29 gennaio dello stesso anno. Fino ad allora la diocesi possedeva anche il principato di Oneglia che il vescovo vendette ai fratelli Nicolò e Federico Doria, nobili genovesi, per undicimila lire genovesi, che secondo quanto chiesto dal Vaticano la somma sarebbe dovuta essere nascosta in una chiesa per poter essere utilizzata dalla mensa vescovile, invece non si sa bene che fine fece tale denaro. Nel 1302 viene a mancare succedendogli Emanuele Spinola.

  1. ^ Memorie storiche della città e marchesato di Ceva/Capo XVIII - Uomini illustri.