Utente:Pieroscotto/Sandbox/3

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Kireji[modifica | modifica wikitesto]

I versi dell'haiku sono strutturati in modo da presentare almeno un kireji切れ字 ("parola che taglia"), ossia una cesura, un rovesciamento che può essere o meno indicato da un trattino, una virgola, un punto, ecc., ma che nella lingua giapponese viene resa attraverso particolari categorie di parole non direttamente traducibili in italiano, come ya や, kana かな e keri けり. Il kireji ha la funzione di segnalare al lettore un ribaltamento semantico o concettuale, un capovolgimento di significato che può avvenire ad esempio tra il primo e i due versi seguenti, oppure in qualsiasi altra posizione. La tradizione poetica risalente allo hokku, vuole, tuttavia, che tale stacco (kiru 帰る) venga preferibilmente collocato al termine del primo o del secondo verso.

Tale rovesciamento semantico è spesso indice della riuscita di un haiku, sottintendendo la complessità del sentire poetico e realizzando un salto dell'immaginazione tra concetti e immagini apparentemente distanti.

Un esempio evidente lo troviamo nello haiku di Masahide, dove il trattino rappresenta il rovesciamento, il salto:

«Il tetto s’è bruciato –
ora
posso vedere la luna.»

Haiku come anti-sillogismo[modifica | modifica wikitesto]

La scoperta del salto logico (kireji) a cui sottopone lo haiku, può far dire di esso che è l’anti‐sillogismo. Quella conclusione che nel sillogismo è logicamente determinata e rigorosamente connessa, nello haiku appare, in molti casi, illogica, priva di apparente connessione. Questo salto, questa illogicità appaiono comprensibili se considerati psicologicamente. Per dirla con lo psicoanalista Ignacio Matte Blanco, mentre il sillogismo aristotelico poggia su un pensiero asimmetrico, quello dell’haiku, invece, può seguire un pensiero simmetrico, irrazionale[2].

Haiku come “innovazione”[modifica | modifica wikitesto]

L’haiku (anti-sillogismo) e il sillogismo incarnano bene la doppia condizione della vita che per mantenersi deve riuscire sia a rinnovarsi sia ad innovarsi. Mentre il rinnovamento esprime la capacità della vita di riprodurre i cicli vitali, l’innovazione deve realizzare le trasformazioni che permettono alla vita di affrontare e superare quei mutamenti dell’ambiente (ad esempio l’incendio di un tetto, si veda sopra lo haiku di Masahide) che ostacolano oppure rendono impossibili o inefficaci i processi ciclici di rinnovamento. L’innovazione è, quindi, la capacità della vita di far emergere, di produrre, soluzioni vitali nuove (salto). L’haiku, l’arte, ogni scoperta scientifica rappresentano quelle rivoluzioni vere e non pseudo, che vanno oltre le vecchie forme e i vecchi schemi, divenuti incapaci di garantire la sopravvivenza della vita. La vita sopravvive soltanto facendosi opera d’arte di se stessa[3].

Nell’uomo, a causa della sua specificità, il bisogno vitale di sopravvivere coinvolge la coscienza. Egli ha, quindi, necessità di rendere più complessa la propria esperienza: glielo impone la vita. A volte, deve andare oltre se stesso. Non sempre, però, gli è facile, poiché è più economico e meno doloroso il ricorso a forme note e consolidate. Queste forme, tuttavia, proprio per la loro ripetitività, non sono nuove. Quelle innovative, invece, passano per una nuova coscienza più ricca, e affettivamente pregnante. Una simile scoperta non è però il ritrovamento di qualcosa di già dato e preesistente, bensì la produzione di una realtà nuova. Questo elemento di novità, mai privo di armonia, costituisce quella fascinazione che pervade e contraddistingue l’haiku ed ogni opera d’arte[4].

Haiku come modello del processo creativo[modifica | modifica wikitesto]

Leonardo Vittorio Arena sottolinea, come sovente, sia necessario "un rigido training" per comporre haiku[5] e cita un haiku di Issa che avrebbe richiesto mesi per la stesura definitiva:

Una grossa lucciola
in vibrante tremolio
s’allontana – penetrante.

Lo spunto immediato è stato sottoposto ad una lunga e faticosa rielaborazione[6][7]: una simile fase gestatoria è comune ad ogni lavoro di creazione artistica, sia essa un’opera d’arte in senso stretto sia essa una scoperta scientifica[8]. Ogni processo di creazione ha come punto di partenza un evento casuale che ha un valore per il soggetto, in questo caso per il poeta haijin, e che, quindi, se mantenuto vivo determina una progressiva "destabilizzazione". Oltre una certa soglia si verificherà la nascita di qualcosa di originale. Nello haiku di Masahide l'elemento perturbante e destabilizzante è espresso nel primo verso (Il tetto s'è bruciato); dopo un certo tempo (anche mesi) vi è un salto creativo o poietico (ora posso vedere la luna)[9]. Lo schema poetico del salto creativo, del kireji, non sembra ritrovarsi, apparentemente, nella maggior parte degli haiku. Ad esempio nello haiku di Issa:

Non piangete, insetti –
gli amanti, persino le stelle
devono separarsi[10].

Tutti e tre i versi costituisco la conclusione, mentre il salto, il kireji si può facilmente intuire in un vissuto di separazione-perdita che ha determinato il sentimento di Issa. Il poeta elabora la sofferenza senza abbandonarla, fino a scoprire che tutti gli esseri - animati e inanimati - sono costretti a vivere esperienze di separazione e di lutto. Ecco che Issa giunge ad un sentimento di compassione in senso buddhistico. In ogni haiku (riuscito) si realizza quello che si ritrova in ogni altra produzione artistica: la generazione di un mondo nuovo[11].

  1. ^ Stryk, Ikemoto,Poesie Zen, Newton Compton, Roma, 1995, pag. 100
  2. ^ Mauro Alfonso, L'haiku come modello di una teoria del processo creativo, su mauroalfonso.eu. URL consultato il 5 agosto 2014.
  3. ^ Mauro Alfonso, L'haiku come modello di una teoria del processo creativo, su mauroalfonso.eu. URL consultato il 5 agosto 2014.
  4. ^ Mauro Alfonso, L'haiku come modello di una teoria del processo creativo, su mauroalfonso.eu. URL consultato il 5 agosto 2014.
  5. ^ Leonardo Vittorio Arena,Haiku, Rizzoli, Milano, 1995, pag. 9
  6. ^ Leonardo Vittorio Arena,Haiku, Rizzoli, Milano, 1995 pag. 11
  7. ^ Cos’è un Haiku ?, su ilviandanteelasuaombra.wordpress.com, 17 agosto 2012. URL consultato il 5 agosto 2014.
  8. ^ Mauro Alfonso, L'haiku come modello di una teoria del processo creativo, su mauroalfonso.eu. URL consultato il 5 agosto 2014.
  9. ^ Mauro Alfonso, L'haiku come modello di una teoria del processo creativo, su mauroalfonso.eu. URL consultato il 5 agosto 2014.
  10. ^ Stryk, Ikemoto,Poesie Zen, Newton Compton, Roma, 1995, pag. 80
  11. ^ Mauro Alfonso, L'haiku come modello di una teoria del processo creativo, su mauroalfonso.eu. URL consultato il 5 agosto 2014.