Utente:Noce09/Wilhelm Schürmann-Horster

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Wilhelm Schürmann-Horster, detto Willy (21 giugno 19009 settembre 1943), è stato un attore, drammaturgo e regista tedesco, marxista e comunista convinto,[1] membro della resistenza contro il regime nazista[2][3].

Da giovane studiò nella scuola di teatro di Düsseldorf. Negli anni venti lavorò in diverse compagnie nei teatri della Renania. A metà degli anni trenta aderì al comunismo e nel 1934 e nel 1935 viene prima arrestato per agitazione politica e poi assolto per mancanza di prove. Trasferitosi a Berlino nel 1937, incontra e diventa amico di Cay ed Erika von Brockdorff. Grazie a loro, si formò un gruppo di discussione di amici che la pensavano allo stesso modo e che discutevano apertamente di argomenti di attualità[4] e Schürmann-Horster ne divenne il portavoce. Grazie ai contatti del gruppo, vennero creati collegamenti con l'organizzazione di resistenza gestita da Harro Schulze-Boysen e Arvid Harnack nel 1940. Sebbene Schürmann-Horster non fosse un combattente della resistenza come Harro Schulze-Boysen, fu un oppositore intellettuale del nazismo, mostrava le sue convinzioni sul palcoscenico e di conseguenza non prese mai parte a nessuna delle operazioni intraprese dai suoi amici. Dopo essersi ammalato nel 1941, Schürmann-Horster si trasferì a Costanza dove lavorò come drammaturgo al Grenzland Theatre. Nell'ottobre 1942 fu arrestato e condannato a morte per "alto tradimento", "diffusione di scritti illegali" e "favoreggiamento del nemico" dal Volksgerichtshof.[5] Fu giustiziato nella prigione di Plötzensee il 9 settembre 1943.[6] Fu descritto dal suo amico intimo, il sindacalista comunista Rudy Goguel, nel quotidiano Südkurier come

Willy, groß, mager, ein wenig schielend, mit einer eigenwilligen Künstlermähne, war der typische Bühnenmann - stets geistreich, oft kritisch und immer energiegeladen.
Willy, tall, skinny, a little cross-eyed, with an idiosyncratic artist's mane, was the typical stage man – always witty, often critical and always full of energy.[7]

Il 2 novembre 1928 sposò l'attrice Hedda Lindner-Leuschner.[8] Nell'ottobre 1940, sposò la sua seconda moglie Klara Harprath, insegnante di scuola elementare[3] conosciuta nella scena teatrale renana dal 1923.[3] Nell'aprile 1941, la coppia ebbe un figlio.[3]

Terminati gli studi, si interessa alla recitazione. Nel 1918 iniziò a studiare nella scuola di teatro di Düsseldorf, la scuola privata di teatro Schauspielschule Düsseldorf, sotto la guida dell'attrice e regista teatrale Louise Dumont.[9] Dopo aver lasciato Düsseldorf nel 1920, mise in scena e recitò nel teatro politico della Renania.[3] All'epoca lavorò, tra gli altri, con lo scrittore russo Maksim Gor'kij, i drammaturghi tedeschi Ernst Toller, Bertolt Brecht e Georg Kaiser.[3] Dal 1920 al 1922, lavorò come docente presso le scuole per adulti di Remscheid ed Essen[9] in una compagnia di recitazione nota come "Lega dei giovani attivisti".[3] In questo periodo iniziò a pubblicare degli articoli su importanti riviste culturali e politiche.[9]

Nel 1923 divenne membro del Partito Comunista di Germania, ma, secondo le trascrizioni del processo del 1934, ne fu escluso a causa delle divergenze politiche.[7] Il 28 settembre 1924 diede vita alla compagnia di attori nota come "Junge Aktion".[10] Dal 1926 al 1928, lavorò come attore presso la Schauspielhaus Bad Godesberg[9] con la compagnia Notgemeinschaft Düsseldorfer Schauspieler insieme a molti membri della sua precedente compagnia.[11] Nel 1929 divenne un convinto promotore della propaganda politica, con la compagnia Truppe im Westen metteva in scena le opere del medico e drammaturgo tedesco Friedrich Wolf.[9] Le opere ebbero un particolare successo, tanto da permettere agli attori di continuare a lavorare fino al 1932.[9] Gli attori mettevano in scena le opere nei bar e nelle fabbriche per scelta, ritenevano che le rappresentazioni dovessero essere messe in scena dove la gente viveva e lavorava. Intorno al 1933, fu nominato per un breve periodo regista del cabaret Klimperkasten di Düsseldorf,[12] finché l'ascesa al potere dei nazisti non portò alla chiusura del teatro.[7] Continuò a lavorare in teatro a Bad Godesberg fino al 1935.[7]

Il 27 settembre 1934 fu arrestato dalla Gestapo insieme al suo socio Harald Quedenfeldt e a Rudy Goguel.[13] Wilhelm conosceva Quedenfeldt, scenografo e regista teatrale, dal 1919 ed era diventato suo socio nel 1923.[13] I genitori di Quedenfeldt, Erwin ed Emma Quedenfeldt, avevano preso Wilhelm in affidamento.[3] All'epoca la loro casa a Düsseldorf fu usata come luogo per le riunioni degli oppositori locali al nazismo.[3] L'accusa di "alto tradimento" non poté essere provata ed entrambi furono rilasciati il 29 settembre, due giorni dopo.[13] Il 23 gennaio 1935 fu nuovamente arrestato e incriminato per "alto tradimento". Non essendo state trovate prove sufficienti, fu nuovamente scagionato dal tribunale di Düsseldorf, ma sia lui che Quedenfeldt furono messi sotto costante sorveglianza dalla Gestapo.[3]

Nella primavera del 1935, Wilhelm insieme ad altri 70 comunisti, fu arrestato e incriminato presso il Tribunale Regionale Superiore di Hamm, ma fu nuovamente assolto.[3]

Dal 1937 visse a Berlino lavorando occasionalmente come libero professionista nell'industria cinematografica tedesca.[7] Scrisse la sceneggiatura Till Eulenspiegel e si occupò di questioni di teoria teatrale e dei classici tedeschi.[7]

Pietra d'inciampo posta al numero 41 di Schwerinstraße a Düsseldorf in onore di Schürmann-Horster. Una seconda è stata collocata all'esterno dello Stadttheater di Costanza.

Nel 1938, Schürmann-Horster incontrò lo scultore Cay-Hugo von Brockdorff e sua moglie Erika von Brockdorff a una festa in costume all'Accademia di Belle Arti di Berlino.[14] Dalla conoscenza nacque poco dopo un gruppo di discussione.[15] Nel 1938 si unirono a questo gruppo diverse altre persone con interessi artistici simili e dal significato ideologico.[16] Tramite Cay-Hugo, che studiò scultura con Wilhelm Gerstel, conobbe l'allieva scultrice Ruthild Hahne, che entrò a far parte del gruppo.[2] Allo stesso tempo Hanna Berger entrò a far parte del gruppo, i cui primi incontri si tenevano nell'appartamento di Hahne a Wilmersdorf, dove si discuteva di arte, di libertà, di amore, di eventi politici attuali, dello sviluppo dello Stato nazista e di ciò che rappresentasse per loro e per il loro futuro.[17]

Nel 1938 il gruppo incontrò la coppia di coniugi Jutta e Viktor Dubinsky tramite Cay von Brockdorff. I due coniugi erano studenti e comunisti convinti, già appartenenti al KPD.[2] Sempre nel 1938, Friedrich Schauer, un architetto che conosceva Erika von Brockdorff, iniziò a partecipare alle riunioni.[18] Schauer, insieme a Walter Hoffmann e Willi Sänger, lavorava già in una cellula di resistenza ed era alla ricerca di contatti affini.[18] Nel gennaio 1939 si unì al gruppo il tipografo Herbert Grasse.[19] Più tardi, nel 1939, entrò a far parte del gruppo l'impiegato commerciale e membro del KPD, Karl Böhme.[2] Sempre nel 1939, Coppi fu presentato a Schürmann-Horster attraverso un amico del KJVD vietato, e si unì alle loro discussioni.[20]

Nel 1940 il gruppo entrò in contatto con Harro Schulze-Boysen e Arvid Harnack tramite l'amico di Coppi Heinrich Scheel, che conosceva personalmente Schulze-Boysen.[21] Schulze-Boysen aveva collaborato con Harnack in quello che allora era un gruppo di resistenza che si sarebbe riformato in un'organizzazione di spionaggio iniziata nel settembre 1940, che inviava informazioni tedesche all'Unione Sovietica.[22] Non è noto se Schürmann-Horster conoscesse personalmente Harro Shulze-Boysen o Arvid Harnack.[20] Di certo la documentazione sopravvissuta sugli aspetti politici e sociali del teatro e, ad esempio, sulle implicazioni filosofiche della rappresentazione artistica, creata come parte dell'impegno di Schürmann-Horster nella sua professione, non mostra che egli fosse coinvolto nel volantinaggio o che fosse in contatto con i servizi segreti sovietici o che svolgesse attività di spionaggio.[3] Invece, in quel periodo lavorò all'edizione dell'opera Egmont di Goethe e del Don Carlos di Schiller per la casa editrice teatrale Die Wende, in modo da attaccare la politica culturale dei nazisti.[23]

Nell'ottobre o nel novembre del 1940, il gruppo decise di adottare un approccio più robusto alla resistenza, invece di essere un talking-shop. Schürmann-Horster selezionò tre persone utilizzando la stessa struttura organizzativa del KPD. Uno sarebbe stato un leader politico, uno sarebbe stato un leader organizzativo e uno sarebbe stato scelto come leader della propaganda. Nel giro di due settimane il gruppo decise che si trattava di un compito troppo pericoloso e l'intero esercizio fu abbandonato.[3] Nel 1941, il marito di Hahne, Wolfgang Thiess, prese parte alle discussioni. Già attivo nella resistenza, aveva lanciato volantini da un treno[24] Hans Coppi conosceva l'elettricista Eugen Neutert ed entrò a far parte del gruppo segreto, nell'autunno del 1941.[25]

Dall'inizio del 1941, Schürmann-Horster era malato e viveva fuori Berlino, e non partecipò a nessuna delle riunioni regolari del gruppo.[3] Cercò di trovare lavoro nelle regioni, non come attore ma come regista di opere classiche.[3] Allo stesso tempo, inviò i suoi nuovi testi teatrali alle autorità del Reich che controllavano il teatro, ad esempio all'ufficio Amt Rosenberg[7] e alla Reichstheaterkammer,[7] un dipartimento della Camera della Cultura del Reich, per l'approvazione.[3][26] Nei testi, criticò l'uso del pathos, l'idealizzazione dell'eroico e l'esagerazione dell'abissale nelle rappresentazioni dei classici. Si offrì di formare una nuova compagnia di recitazione sperimentale che avrebbe riesaminato i classici. Tuttavia, le sue idee furono respinte.[3]

Nell'autunno del 1941 Schürmann-Horster si trasferì a Costanza.[27] Nel novembre del 1941 ottenne un impiego come direttore e drammaturgo (consulente drammatico, in sostanza capo della propaganda) al Teatro Grenzland[28] di Bodensee, a Costanza, sul Lago di Costanza, per la stagione 1942-1942.[1] L'amico Wolfgang Müller aveva raccomandato Schürmann-Horster al direttore artistico del Teatro Grenzland, Fritz Becker.[1] All'epoca il teatro stava per essere chiuso, poiché la maggior parte del personale aveva lasciato il teatro a causa del servizio di leva, compreso il precedente direttore artistico. Tuttavia, a causa della vicinanza con la Svizzera e del previsto utilizzo da parte dei nazisti, gli fu ordinato di rimanere aperto.[3] Era responsabile dell'esame delle opere in arrivo per determinare se fossero culturalmente adatte, della presentazione di proposte di programma e della pubblicità delle opere tramite comunicati stampa, nonché della progettazione di libretti e della guida di spettacoli per gli ospiti.[7] Durante il periodo trascorso a Costanza, non lavorò mai come attore.[1] Tra l'ottobre 1941 e il maggio 1942 ci furono 247 rappresentazioni, composte da 84 operette, 59 opere, 53 commedie e 51 opere teatrali.[1]

Il 15 marzo 1942, Schürmann-Horster scrisse un articolo per il Bodensee Rundschau, un quotidiano di Costanza.[7] Nell'articolo, Schürmann-Horster criticava le rappresentazioni del classico tedesco Wallenstein, affermando che invece di una tragedia fatale, avrebbero dovuto essere rappresentate con un focus sulla coscienza umana e sui problemi della società umana.[7] Questo lo portò in conflitto con l'organizzazione ricreativa Forza attraverso la gioia (KdF), che lo accusò di promulgare "pratiche commerciali berlinesi-ebraiche" ("Berliner-jüdisches Geschäftsgebaren").[7] La KdF lo accusò di essere mediocre e di offrire solo opere "logore" che erano già state rappresentate 25 volte o più.[29][7] Fritz Becker, il direttore, lo sostenne e dispose un aumento di stipendio per dimostrargli il suo appoggio. Nel giugno del 1942 fu raggiunto un accordo con la KdF sul numero di biglietti da vendere e sull'allestimento delle opere.[7] Per proteggere gli attori maschi dall'essere convocati, Schürmann-Horster organizzò con successo un'ulteriore stagione estiva nel 1942 dopo la fine della stagione teatrale.[1]

Il 29 ottobre 1942, Schürmann-Horster fu arrestato mentre la nave teatrale tornava da uno spettacolo[3] a Überlingen, Costanza[2] e fu trasportato a Berlino.[1] Fino all'ultimo, Schürmann-Horster era sicuro di evitare la condanna. Il suo regista teatrale, Fritz Becker, si recò a Berlino per apparire a sostegno di Schürmann-Horster, ma senza successo.[1] Il secondo senato del Tribunale del Popolo, nella causa numero "10 J 13/43g" del 20-21 agosto 1943[5], condannò a morte Schürmann-Horster, Neutert e Thiess.[6] Schauer, Bölter e Dubinsky furono condannati a otto anni di prigione. Schmidt e Hahne furono condannati a quattro anni di prigione, mentre Hempel ricevette due anni, Hoffman a un anno di prigione e Hanna Berger fu assolta.[6] Schürmann-Horster fu giustiziato per impiccagione il 9 settembre 1943 nella prigione di Plötzensee, contemporaneamente a Neutert e Thiess.[6]

  1. ^ a b c d e f g h (DE) Willy Schürmann-Horster zur Erinnerung, su Seemoz, Lake Constance, 15 ottobre 2013. URL consultato il 20 giugno 2022.
  2. ^ a b c d e (DE) Johannes Tuchel, Wilhelm Schürmann-Horster, su Gedenkstätte Deutscher Widerstand, Berlin, Memorial of the German Resistance. URL consultato il 13 giugno 2022.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s (DE) Maik Schluroff, Willy Schürmann-Horster, su stolpersteine-konstanz.de, Vereinigung der Verfolgten des Naziregimes – Bund der Antifaschisten Katrin Brüggemann. URL consultato il 13 giugno 2022.
  4. ^ (DE) Juchler, Ingo, Mildred Harnack und die Rote Kapelle in Berlin, Universitätsverlag Potsdam, 25 October 2017, p. 56, ISBN 978-3-86956-407-4.
  5. ^ a b (DE) Hans Coppi, Jürgen Danyel e Johannes Tuehel, Die Rote Kapelle im Widerstand gegen den Nationalsozialismus, a cura di Peter Steinbach, Johannes Tuchel, Gedenkstätte Deutscher Widerstand, 1994, p. 170.
  6. ^ a b c d (DE) Hubert Rottleuthner e Johannes Tuchel, Wer war Dietrich Wilde alias Dietrich Güstrow? Ein Nachtrag, in Kritische Justiz, vol. 24, n. 1, Nomos Verlagsgesellschaft mbH, 1991, pp. 76–83, DOI:10.5771/0023-4834-1991-1-76, JSTOR 23998193.
  7. ^ a b c d e f g h i j k l m n Moser, pp. 141–152
  8. ^ (DE) Amtsblatt für den Regierungsbezirk Düsseldorf. 1816, vol. 47, Düsseldorf, Heinrich Heine University Düsseldorf, 1816, p. 758.
  9. ^ a b c d e f (DE) Sammlung Willy-Schürmann-Horster, su Archiv der Akademie der Künste, Berlin, Academie Der Kunst. URL consultato il 17 giugno 2022.
  10. ^ (DE) Wolfram Viehweg, Georg Büchners "Woyzeck" auf dem deutschsprachigen Theater: 2 Teil: 1918–1945 – Band 1: 1918–1933, BoD – Books on Demand, 2008, p. 208, ISBN 978-3-8334-7546-7.
  11. ^ (DE) Susanne Seelbach, Proletarisch-revolutionäres Theater in Düsseldorf, 1930–1933: die Bühne als politisches Medium, Lang, 1994, p. 253, ISBN 978-3-631-47044-2.
  12. ^ (DE) Wilhelm Kosch e Ingrid Bigler-Marschall, Deutsches Theater-Lexikon : biographisches und bibliographisches Handbuch, Klagenfurt, F. Kleinmayr, 2021 [1953], p. 220, ISBN 978-3-11-044283-0.
  13. ^ a b c Trapp, Schrader, Wenk, Maaß, p. 753
  14. ^ (DE) Geertje Andresen, Oda Schottmüller: Die Tänzerin, Bildhauerin und Nazigegnerin Oda Schottmüller (1905–1943), Berlin, Lukas Verlag, 2005, p. 13, ISBN 978-3-936872-58-3, OCLC 918023686.
  15. ^ Ingo Juchler, Ladina Ambauen e Maren Arnold, Mildred Harnack und die Rote Kapelle in Berlin, Universitätsverlag Potsdam, 2017, ISBN 978-3-86956-407-4.
  16. ^ Rottleuthner, Tuchel, pp. 76–83
  17. ^ (DE) Geertje Andresen, Oda Schottmüller: Die Tänzerin, Bildhauerin und Nazigegnerin Oda Schottmüller (1905–1943), Lukas Verlag, 2005, p. 13, ISBN 978-3-936872-58-3.
  18. ^ a b Hochmuth, p. 133
  19. ^ (DE) Johannes Tuchel, Herbert Grasse, su Gedenkstätte Deutscher Widerstand, Berlin, Memorial of the German Resistance. URL consultato il 9 settembre 2022.
  20. ^ a b (DE) Coppi, Hans, su Die politischen Häftlinge des Konzentrationslagers Oranienburg -, Stiftung Brandenburgische Gedenkstätten, 6 gennaio 2013. URL consultato il 16 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2013).
  21. ^ (DE) Hans Coppi, su Stolpersteine in Berlin, Berlin, Koordinierungsstelle Stolpersteine Berlin. URL consultato il 2 agosto 2022.
  22. ^ Shareen Blair Brysac, Resisting Hitler: Mildred Harnack and the Red Orchestra, Oxford University Press, 23 maggio 2002, pp. 200–202, ISBN 978-0-19-992388-5. URL consultato il 26 December 2018.
  23. ^ (DE) Jutta Wardetzky, Theaterpolitik im faschistischen Deutschland: Studien und Dokumente, Henschelverlag, 1983, p. 194, ISBN 978-3362002011.
  24. ^ Good bye, Thälmann, in Der Tagesspiegel, Verlag Der Tagesspiegel GmbH, 8 novembre 2011. URL consultato il 3 agosto 2022.
  25. ^ (DE) Eugen Neutert, su Stolpersteine in Berlin, Berlin, Koordinierungsstelle Stolpersteine Berlin. URL consultato il 2 agosto 2022.
  26. ^ At the time the Nazi Reich Chamber of Culture had complete control of all German creative industry and decided what could be shown and what couldn't
  27. ^ Trapp, Schrader, Wenk, Maaß, p. 851
  28. ^ A Nazi term for a newly constructed theatre that was built within the border of the German Empire of 31 December 1937
  29. ^ With insufficient male actors available to maintain a variety, the same actors played multiple parts across plays