Utente:Maria Barbone/Sandbox

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Caterina Unterveger (Trento, 23 agosto 1830Trento, 29 luglio 1898) è stata una fotografa italiana.

Figlia di Giovanni Unterveger e Domenica Maggioli, Caterina Valentina Unterveger nacque il 23 agosto 1830 a Trento. Nei documenti il cognome si trova in più varianti; in tre lettere del 1875-76 Caterina si firmò "Unterveger" e preferì il diminutivo "Cattina" o "Catina", attestato dalle stampigliature delle fotografie.

Il padre Giovanni nel 1823 era stato assunto come custode delle carceri politiche del Magistrato di Trento e la famiglia, composta da nove tra figli e figlie, abitava presso le carceri cittadine. Nel Trentino del primo Ottocento attraversato da una profonda crisi economica e sociale, la famiglia di Caterina conobbe profondi disagi aggravati dai problemi di lavoro e di etilismo di Giovanni.

Quando Caterina aveva quindici anni, il padre perse l'incarico e il diritto alla pensione e per la famiglia seguirono anni difficili. L'assenza del suo nome dall'appello di aiuto che la famiglia indirizzò alla Congregazione di Carità in data 10 gennaio 1854 suggerisce che la giovane ventitreenne non vivesse più nella casa dei genitori.

Qualificata come cucitrice, è possibile che abbia lavorato come costumista per il teatro itinerante di marionette del fratello Giorgio (nato il 24 dicembre 1837), la cui compagnia "Unterveger" era segnalata dal giornale Il Popolo come presente ad Avio il 3 dicembre 1900. Sempre al seguito del fratello, Caterina soggiornò lunghi anni a Brescia, dove trovò impiego come cameriera presso i conti Terzi Lana. Il primo lavoro attestato di Caterina come fotografa è proprio il ritratto della contessa Marianna Terzi-Lana, nata Bona di Brescia, datato 25 giugno 1874.

Nel 1875 Caterina decise di partire, sola, col primo flusso migratorio trentino verso il Brasile. Il soggiorno di alcune settimane a Rio de Janeiro le diede occasione di descrivere in alcune lettere le condizioni degli emigrati trentini, in ossequio a una promessa fatta al giornale La Voce Cattolica.

Tornata in Italia nel 1876 dopo una sosta in Argentina, Caterina si spostò da Trento a Brescia, dove aprì a pochi passi dal Duomo vecchio, nella zona abitata dai canonici della Cattedrale, una cartoleria che faceva anche fotografie su commissioni: sul verso di un cartone compare il marchio fotografico della "Cartoleria Cattina Unterweger" e annotazioni a penna indicano il soggetto ritratto come Girolamo Verzeri, vescovo di Brescia.

Il prodotto di maggior successo della cartoleria fu però un elisir a base di erbe e rabarbaro che Caterina aveva appreso a distillare dalle monache in Brasile e che aveva avuto grande successo all'Esposizione di Napoli del 1877. Caterina lo pubblicizzò come "Elisir Unterweger", tonico in grado di alleviare i dolori di stomaco e intestino. La specialità ebbe larga fortuna anche a Trento grazie alla Farmacia Santoni, concessionaria dell'elisir per i territori dell'impero austro-ungarico. Il preparato fu oggetto di diverse vicende giudiziarie legate al suo contenuto e alla sua commercializzazione come prodotto dietetico, tuttavia rimase in commercio fino alla metà del secolo scorso.

Caterina divenne fotografa in età matura, seguendo le orme del fratello Giovanni Battista, da cui apprese a confezionare le lastre alla gelatina-bromuro, impiantando questa attività nel suo laboratorio bresciano.

Con lo spirito imprenditoriale che aveva caratterizzato tutta la sua vita, fu la fotografa tipica della propria epoca, un'artista-artigiana autosufficiente, familiare con i procedimenti e i materiali per produrre immagini fotografiche.

Nell'Archivio Fotografico Storico della Soprintendenza per i Beni Storico-artistici della Provincia Autonoma di Trento, 31 diversi positivi fotografici sono attribuibili a Caterina. Le fotografie sono stampate su carta lucida e sottile e montate su cartoni che riportano la rivendicazione di proprietà. Le notizie biografiche e i dati storici sulla diffusione della tecnica fanno pensare che Caterina usasse lastre alla gelatina-sali d'argento mentre la stampa mostra i tratti tipici del metodo all'albumina: carta ingiallita e conservazione mediocre.

Durante la sua carriera da fotografa, Caterina fece pochi ritratti in studio, preferendo invece le vedute, diventate di moda come souvenir di viaggio. Tra il nono e l'ultimo decennio dell'Ottocento, immortalò monumenti, palazzi, chiese e piazze di Trento, scorci del fiume Adige, alcuni panorami del territorio oltre i confini della città.

Caterina morì a sessantasette anni, il 29 luglio 1898, all'Ospedale Santa Chiara di Trento. A lei era intitolato il Progetto Catina, il Catalogo del Fondo iconografico locale della Biblioteca Comunale di Trento, confluito nella Biblioteca Digitale Trentina.

  • Katia Malatesta con la collaborazione di Roberto Paoli (a cura di), Caterina Unterveger (1830-1898). Una donna nella storia della fotografia trentina, Provincia Autonoma di Trento. Soprintendenza per i Beni Storici-artistici, 2007.
  • Gigliola Foschi, Le prime donne fotografe e Caterina Unterveger, Il Trentino, quotidiano online della Provincia Autonoma di Trento, anno XLIII, pp. 59-62, n. 282, marzo 2008. Url visitato in settembre 2018.

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