Utente:Lurati de giorgi/Girolamo Grossi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Girolamo Grossi Carlo Girolamo Maria Grossi (Bioggio, Svizzera 10 dicembre 1794 - (Arezzo, Italia 21 agosto 1809, fu Padre Agostino della Vergine Addolorata (dal 12 febbraio 1780 fino alla morte)

Girolamo Grossi nasce a Bioggio il 10 dicembre 1749 a mezzanotte da Giovanni Battista Grossi e da Clelia. figlia del colonnello Giovanni Battista Quadri di Serocca. Viene portato già poche ore dopo la nascita alla chiesa parrocchiale di San Maurizio e battezzato con i nomi di Carlo Girolamo Maria. [1] Cresce in una famiglia agiata originaria della Valle Maggia, arrivata a Bioggio nel XVI secolo dove viene accolta nel patriziato locale.

Il giovanissimo Girolamo, nel 1766, poco più che quindicenne, lascia Bioggio per Vienna. Ne fa stato l’atto di battesimo rilasciatogli il 18 marzo 1766. [2]

A Vienna frequenta l’imperiale regia scuola di ingegneria (accademia militare) di Gumpendorf fondata da Maria Teresa, e ottiene il diploma in aritmetica, geometria e matematica il 6 aprile 1768. [3] In esso viene menzionata la sua frequenza al corso di ingegneria militare.

Lo troviamo in seguito a Torino alla regia università degli studi dove, il 7 settembre 1772, ottiene il diploma di architetto civile. [4] È probabile che nei tre anni seguenti abbia soggiornato a Bioggio (Ch) e fosse stato presente all’assemblea della vicinanza quando venne decisa la costruzione della nuova chiesa parrocchiale. Purtroppo il verbale di quella seduta non è reperibile, ma tutto fa supporre la sua presenza e l’impegno per la progettazione di un’opera che ha del sorprendente per un paesino quale era Bioggio a quel tempo. La tradizione orale è concorde su questo fatto.

In Austria, in particolare, ha avuto modo di ispirarsi ai grandi progetti di chiese realizzati durante l’epoca barocca e rococò e soprattutto di apprezzarne gli spazi e i giochi dei volumi che in esse sono stati realizzati, elementi ripresi e adattati poi al neoclassico per il tempio a pianta centrale ottagonale. Il Grossi ha saputo trasfondere a Bioggio il senso della grandezza, della sontuosità e della purezza dello stile che aveva avuto modo di ammirare nella capitale imperiale. Lo troviamo in seguito a Montecchio Emilia al servizio degli Estensi. Ne fa stato l’attestato datato del 29 gennaio 1779 rilasciatogli da Padre Giovanni Castelvetri dei Minori Conventuali, destinato ai Superiori Carmelitani prima della sua professione religiosa. Questo attestato dice con chiarezza che il suo soggiorno è durato 3 anni.[5]

La decisione di entrare nell’ordine dei Carmelitani Scalzi la prende in questa cittadina dell’Emilia. Sorprende il fatto che, oltre alla chiesa di San Maurizio a Bioggio, non risulta abbia lasciato tracce di realizzazioni legate alla sua professione di ingegnere e architetto. E nemmeno nella vita religiosa sembra avere messo a profitto quanto imparato a Vienna e a Torino o perlomeno, anche se è ipotizzabile che i suoi superiori si siano valsi delle sue grandi doti, le cronache degli archivi carmelitani tacciono. La spiegazione è data dalla specificità dell’Ordine che privilegia il silenzio, la meditazione e l’orazione.

Il 12 febbraio 1779 veste l’abito nel convento della Pietà di Prato, nella provincia Toscana, dove emette la professione solenne lo stesso giorno dell’anno seguente prendendo il nome di Padre Agostino della Vergine Addolorata. Nell’estate del 1783 riceve l’ordinazione presbiterale e gli viene concessa la dispensa dal corso di teologia morale per potergli affidare l’insegnamento della filosofia nello studentato carmelitano di Siena. [6]

Nell’ottobre del 1787 è costretto a lasciare la Toscana per Roma in ossequio ad un decreto del 1784 del granduca Leopoldo I che non permetteva il soggiorno di religiosi di nazionalità straniera nel granducato. Nella città eterna soggiorna fino al 1794, con una breve interruzione nel 1792 quando ottiene la grazia sovrana provvisoria per rientrare in Toscana.

Il 10 gennaio 1794 un rescritto di Ferdinando III lo riammette definitivamente nel granducato e gli concede la naturalizzazione. Padre Agostino si stabilisce nel convento di San Paolino. Da allora riveste svariate cariche in seno all’Ordine e il 26 aprile 1795 viene eletto Superiore Provinciale cum decem suffragiis ex undecim. [7]

Terminato il mandato triennale, dal 25 maggio 1798 gli viene assegnato il convento di Siena. Qui rimane fino al 1801, per poi trasferirsi ad Arezzo come maestro dei novizi. Riveste anche altre numerose cariche e il 21 aprile 1804 viene eletto nuovamente Provinciale cum fere omnibus suffragiis, ossia all’unanimità. [8]

Alla scadenza del mandato viene nominato sottopriore e maestro dei novizi ad Arezzo dove vi fa ritorno nell’aprile del 1807. Qui, Padre Agostino muore in concetto di santità [9] il 21 agosto del 1809, alle ore otto di sera, nel convento di Santa Maria delle Grazie e viene sepolto nella cappella di San Bernardino. [10] La tomba verrà rimossa nel 1964 per i lavori di risanamento dell’edificio. I suoi resti mortali, assieme a quelli di altri frati là sepolti, sono stati esumati e riposano in un’unica urna deposta sotto l’altare maggiore di Santa Maria delle Grazie. La lapide tombale è pure stata rimossa e sistemata nello stesso luogo. [11]


  1. ^ Archivio parrocchiale di Bioggio.
  2. ^ Archivio provinciale dei Carmelitani Scalzi di Firenze.
  3. ^ Originale presso la famiglia Pietro Soldati a Bioggio.
  4. ^ Archivio parrocchiale di Bioggio, raccolta dei bollettini.
  5. ^ Archivio provinciale dei Carmelitani Scalzi di Firenze.
  6. ^ Atti del Definitorio Generale nell’archivio carmelitano di Firenze.
  7. ^ Archivio provinciale dei Carmelitani Scalzi di Firenze.
  8. ^ Archivio provinciale dei Carmelitani Scalzi di Firenze.
  9. ^ Padre Stanislao di Santa Teresa “Compendio della storia dell’Ordine Carmelitano”, edito a Firenze dalla scuola tipografica calasanziana nel 1925. A pagina 300, scrive “…il padre Agostino della Vergine Addolorata quivi (ad Arezzo) morto in concetto di Santità …nel 1809”.
  10. ^ Libro segnato con la lettera a de Sepolti in questa Chiesa di Santa Maria delle Grazie d’Arezzo de Padri Carmelitani Scalzi, e comincia da che i medesimi padri hanno preso il possesso di questa Chiesa, e Convento, cioè nel 1695 Archivio carmelitano.
  11. ^ Dalle memorie orali di Padre Roberto Boschi.