Utente:Lorenzo Cecconi/Sandbox10

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Fisiologia[modifica | modifica wikitesto]

Fisiologicamente, il parto a termine è il risultato di una serie di interazioni materno-fetali che si contestualizzano in due distinti livelli: un livello biomolecolare, che raccoglie tutte le modificazioni dell'asse neuroendocrino, immunologico, paracrino ed autocrino che si sviluppano durante il parto, e un livello clinico (aspetti clinici del parto), definito dalle modificazione di posizione del feto e del canale del parto.

Livello biomolecolare[modifica | modifica wikitesto]

Tra la 37° alla 41° settimana hanno inizio una serie di eventi biomolecolari necessari affinché si realizzi l'inizio e il mantenimento del travaglio. Il primo evento da considerare è la cosiddetta attivazione miometriale (attivazione del miometrio); se infatti è necessario che il tono della muscolatura uterina durante la gravidanza sia minimo al fine di permettere l'espansione nell'utero del prodotto del concepimento, è altrettanto necessario garantire al termine della gravidanza un tono muscolare efficace a garantire il parto. Esistono infatti una serie di fattori, quali la secrezione dello stesso progesterone, la produzione locale di ossido nitrico, il rilascio in circolo di ormoni quali il peptide intestinale vasoattivo, il peptide correlato al paratormone e i peptidi correlati al gene della calcitonina ritenuti responsabili dello stato di rilassamento miometriale necessario alla gravidanza (unitamente alla diminuita sintesi in loco delle proteine formanti le gap junction). A partire dalla 20°-24° settimana meccanismi controregolatori iniziano a far diminuire l'efficienza di questi fattori sul tono uterino; tra questi, riveste una certa importanza l'aumento dell'espressione dei recettori uterini per ossitocina e prostaglandine ed un aumento della sintesi in loco di proteine contrattili quali l'actina e la miosina. Questi eventi sono testimoniati da un aumento della frequenza delle contratture uterine mano mano che aumenta l'età gestazionale. In concomitanza dell'attivazione del miometrio, hanno luogo una serie di fenomeni indicati complessivamente come maturazione cervicale (ovvero maturazione della cervice uterina). Inversamente dalla parete uterina, il cui tono di base durante la gravidanza diminuisce, la cervice deve mantenere una "continenza" di base al fine di evitare la fuoriuscita prematura del prodotto del concepimento e di impedire l'ingresso della flora batterica all'interno dello sterile ambiente uterino. Durante la gravidanza, perciò, il collo dell'utero è di consistenza dura, allungato e in posizione posteriore, divenendo sempre più appianato, rammollito e anteroflesso con l'avanzare dell'età gestazionale. Tali cambiamenti sono provocati da uno pseudo processo infiammatorio che si realizza nella cervice nelle ultime fasi della gestazione; sono infatti attivati macrofagi e richiamati granulociti che, in un terreno citochinico favorente, sono in grado di produrre e secernere enzimi proteolitici come collagenasi ed elastasi preposti alla degradazione della matrice extracellulare. Contestualmente aumenta l'idratazione dei tessuti cervicali (rammollimento), realizzata per sintesi di proteine altamente idrofiliche quali acido ialuronico e proteoglicani. Questi fenomeni vengono innescati dal fisiologico calo di progesterone nelle ultime settimane di gravidanza, con conseguente aumento della produzione di chemochine e citochine, aumento dell'attività dell'iNOS e induzione della COX-2. Queste due condizioni (attivazione miometriale e maturazione cervicale) sono necessarie affinché il terzo evento biomolecolare, l'aumentata produzione di uterotonine, trovi un terreno adatto per innescare e mantenere il travaglio. Le più note uterotonine sono l'ossitocina, la prostaglandina E2 e la prostaglandina F2α, queste ultime due prodotte dalle COX-1 e dalle COX-2 espresse dai tessuti utero-cervicali, dalla placenta (e membrane fetali), dalla decidua e dall'amnios. L'ossitocina è invece un ormone proteico prodotto dalla neuroipofisi che esercita il suo effetto uterotonico legandosi a specifici recettori presenti nella muscolatura uterina materna. La densità di questi ultimi cresce inoltre con l'avanzare dell'età gestazionale, giustificando, insieme all'attivazione miometriale, l'aumento della frequenza delle contratture. In un contesto dominato dall'embricata interazione fra questi tre livelli biomolecolari si sviluppano i cosiddetti "fattori del parto", eventi clinici alla base della fenomenologia e del meccanismo del parto.

Aspetti clinici del parto[modifica | modifica wikitesto]

A) fattore muscolare B) fattore canale C) fattore contenuto

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