Utente:Lazzastoria99/Sandbox3

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Elizabeth Harman, poi Pakenham, al suo matrimonio (1931).

Elizabeth Pakenham, nata Harman, contessa di Longford (Marylebone, Londra, Inghilterra, 30 agosto 1906Hurst Green, Sussex, Inghilterra, 23 ottobre 2002) è stata una storica inglese. Membro della Royal Society of Literature e parte del consiglio di amministrazione della National Portrait Gallery di Londra, è meglio conosciuta soprattutto per le sue biografie di figure del XIX secolo tra cui la Regina Vittoria (1964), Lord Byron (1976) e il duca di Wellington (1969). ==

Primi anni di vita[modifica | modifica wikitesto]

Elizabeth Harman, cognome da nubile, è nata il 30 agosto 1906 al 108 di Harley Street a Marylebone, Londra[1]. Figlia dell'oculista Nathaniel Bishop Harman, è stata educata alla Francis Holland School, all’Headington School ed alla Lady Margaret Hall di Oxford. Descritta come: "Abile, articolata e bella", nelle parole del New York Times, era “la Zuleika Dobson dei suoi tempi, con laureandi che si accalcavano l'uno sull'altro per innamorarsi di lei"[2]. Pochi anni dopo la sua laurea, il 3 novembre 1931, sposò Frank Pakenham poi VII conte di Longford (morto nell'agosto 2001)[3]; il suo necrologio della BBC riporta come il loro matrimonio fosse "notoriamente armonioso". Il New York Times, nella sua recensione di The Pebbled Shore, ha definito Lady Longford come: "probabilmente la migliore scrittrice di quella che era prevalentemente una famiglia letteraria"[2].

Cresciuta come unitarianista, lei ed il marito erano entrambi devoti cattolici romani convertiti ed accaniti riformatori sociali. I Longford ebbero otto figli, tra cui le scrittrici Lady Antonia Fraser, Lady Rachel Billington, Judith Kazantzis e lo scrittore Thomas Pakenham. Il fratello di Elizabeth, invece, era il medico John B. Harman (padre di Harriet Harman, ex leader del Partito Laburista e membro del Parlamento britannico). Lady Longford era inoltre la pronipote del politico Joseph Chamberlain e una cugina di primo grado del primo ministro britannico Neville Chamberlain[2].

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Tentò più volte, senza successo, di essere eletta alla Camera dei Comuni come deputata laburista. Nel 1935 si candidò infatti per il seggio di Cheltenham, sicuro per i conservatori, per poi essere sconfitta nel 1950 da Quintin Hoggat ad Oxford. Durante la guerra, inoltre, cercò di essere selezionata per la circoscrizione di Birmingham King's Norton (seggio conquistato poi dai laburisti nel 1945 con 12.000 voti) ma interruppe la candidatura a causa della sesta gravidanza nel 1944[4].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Lady Longford morì il 23 ottobre 2002, all'età di 96 anni, a Bernhurst in Hurst Green, East Sussex[4].

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Victoria R.I” (1964), vincitore del James Tait Black Memorial Prize.
  • “Wellington: The Years of the Sword” (1969) e “Wellington: Pillar Of State” (1972), una biografia in due volumi del primo duca di Wellington (parente di suo marito).
  • “The Royal House of Windsor” (1974)
  • “Winston Churchill” (1974)
  • Byron’s Greece” (1975)
  • Byron” (1976)
  • “A Pilgrimage of Passion: The Life of Wilfrid Scawen Blunt “ (1979)
  • “Eminent Victorian Women” (1981)
  • “Jameson's Raid” (1982)
  • “Elizabeth R: A Biography” (1983)
  • “The Pebbled Shore: The Memoirs of Elizabeth Longford” (1986)
  • “Royal Throne: The Future of the Monarchy“ (1993)
  • Queen Victoria” (1999)

Riferimenti[modifica | modifica wikitesto]

Citazioni e bibliografia

  1. ^ Paul Johnson, Pakenham, Elizabeth, countess of Longford, collana Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2009.
  2. ^ a b c Howard Anthony, A life of her own, in New York Times, 1986.
  3. ^ Frances Makower, Elizabeth Longford: the authorised biography, London, England, Hodder & Stoughton, 1997.
  4. ^ a b Grove Valerie, Lady Elizabeth Longford, in The Guardian, 2002.

Links esterni[modifica | modifica wikitesto]