Utente:Jacopo Werther/L'essenza del cristianesimo

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«Il nostro compito è appunto di mostrare che la distinzione fra il divino e l'umano è illusoria, cioè che null'altro è se non la distinzione fra l'essenza dell'umanità e l'uomo individuo, e che per conseguenza anche l'oggetto e il contenuto della religione cristiana sono umani e nient'altro che umani.»

L'essenza del cristianesimo
Seconda edizione dell'opera
AutoreLudwig Feuerbach
1ª ed. originale1841
Generesaggio
Sottogenerefilosofia
Lingua originaletedesco

L'essenza del cristianesimo (tedesco: Das Wesen des Christentums, ortografia storica: Das Wesen des Christenthums) è un libro di Ludwig Feuerbach pubblicato per la prima volta nel 1841. Spiega la filosofia e la critica della religione di Feuerbach.

Influenza[modifica | modifica wikitesto]

Il libro è spesso considerato un classico dell'umanismo e l'opus magnum dell'autore. Karl Marx e Friedrich Engels furono fortemente influenzati dal libro, sebbene criticassero Feuerbach per il suo inconsistente espediente del materialismo. La teoria dell'alienazione di Feuerbach sarebbe stata in seguito utilizzata da Marx nella sua teoria dell'alienazione. Max Stirner ha diretto il suo Io e il suo contro. Piuttosto che una semplice polemica, il lavoro di Stirner utilizza l'idea di Feuerbach di Dio come un'astrazione umana come base della sua critica a Feuerbach.

Nella coscienza dell'infinito[modifica | modifica wikitesto]

Il tema di Feuerbach era una derivazione della teologia speculativa di Hegel in cui la Creazione rimane parte del Creatore, mentre il Creatore rimane più grande della Creazione. Quando lo studente Feuerbach presentò la sua teoria al professore Hegel, Hegel rifiutò di rispondere positivamente ad esso.

Prima parte[modifica | modifica wikitesto]

Nella prima parte del suo libro, Feuerbach sviluppa quella che definisce la "vera o antropologica essenza della religione". Il trattamento di Dio nei suoi vari aspetti "come un essere di comprensione", "come un essere morale o legge", "come amore" e così via. Feuerbach parla di come l'uomo sia ugualmente un essere cosciente, più di Dio perché l'uomo ha posto su Dio l'abilità di comprendere. L'uomo contempla molte cose e così facendo si familiarizza con se stesso. Feuerbach mostra che in ogni aspetto Dio corrisponde a qualche caratteristica o bisogno della natura umana. "Se l'uomo deve trovare contentezza in Dio", afferma, "deve trovarsi in Dio".

Così Dio non è altro che l'uomo: è, per così dire, la proiezione esteriore della natura interiore dell'uomo. Questa proiezione è definita come una chimera da Feuerbach, che Dio e l'idea di un essere superiore dipendono dall'aspetto della benevolenza. Feuerbach afferma che "un Dio che non è benevolo, non giusto, non saggio, non è Dio", e continua a dire che le qualità non sono improvvisamente denotate come divine a causa della loro associazione divina. Le qualità stesse sono divine e rendono Dio divino, indicando che l'uomo è capace di comprendere e applicare i significati della divinità alla religione e non che la religione rende un uomo divino.

La forza di questa attrazione per la religione, però, dando la divinità a una figura come Dio, è spiegata da Feuerbach come Dio è un essere che agisce attraverso l'uomo in tutte le forme. Dio, "è il principio della salvezza [dell'uomo], delle buone disposizioni e delle azioni [dell'uomo], di conseguenza [l'uomo] possiede il proprio principio e la propria natura". Fa appello all'uomo per dare qualità all'idolo della sua religione perché senza queste qualità una figura come Dio diventerebbe semplicemente un oggetto, la sua importanza diventerebbe obsoleta, non ci sarebbe più un sentimento di un'esistenza per Dio. Perciò, dice Feuerbach, quando l'uomo rimuove tutte le qualità da Dio, "Dio non è più nulla per lui di un essere negativo". Inoltre, poiché l'uomo è fantasioso, a Dio vengono dati dei tratti e vi è l'appello. Dio è una parte dell'uomo attraverso l'invenzione di un Dio. Allo stesso modo, l'uomo è respinto da Dio perché "Dio solo è l'essere che agisce da se stesso".

Seconda parte[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda parte Feuerbach discute la "essenza falsa o teologica della religione", cioè la visione che considera Dio come una esistenza separata rispetto all'uomo. Da ciò derivano varie credenze sbagliate, come la credenza nella rivelazione che crede non solo ferisce il senso morale, ma anche "veleni, anzi distrugge, il sentimento più divino nell'uomo, il senso della verità" e la credenza nei sacramenti come il La Cena del Signore, che è per lui un pezzo di materialismo religioso di cui "le conseguenze necessarie sono la superstizione e l'immoralità".

Critiche[modifica | modifica wikitesto]

Una critica caustica di Feuerbach fu mossa nel 1844 da Max Stirner. Nel suo libro Der Einzige und sein Eigentum (L'Unico e la sua proprietà) ha attaccato Feuerbach come incoerente nel suo ateismo. La risposta di Feuerbach e la contro-risposta di Stirner costituiscono una polemica istruttiva.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Tedesco

  • (1841) First. Das Wesen des Christenthums. Leipzig: Otto Wigand.
  • (1843) Second. Das Wesen des Christenthums. Leipzig: Otto Wigand.
  • (1848) Second. Das Wesen des Christenthums. Leipzig: Otto Wigand. Google (NYPL)
  • (1849) Third. Ludwig Feuerbach's sämmtliche Werke. Volume 7. Leipzig: Otto Wigand. Google (Oxford)
  • (1883) Fourth. Das Wesen des Christentums. Leipzig: Otto Wigand.

Inglese (tradotto da Marian Evans).

  • (1854) First. The Essence of Christianity. London: John Chapman. IA (St. Mary's)
  • (1881) Second. The Essence of Christianity. London: Trübner & Co. Google (Oxford)
  • (1893) Third. The Essence of Christianity. London: Kegan Paul, Trench, Trübner & Co.

Francese (tradotto da Joseph Roy)

  • (1864) Essence du Christianisme. Paris: Librairie Internationale. Google (Ghent)

Vedi anche[modifica | modifica wikitesto]

  • Marx's theory of alienation

Note[modifica | modifica wikitesto]


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


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Categoria:Opere letterarie in tedesco Categoria:Opere letterarie del 1841