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La chiesa della Madonna Addolorata, nota anche con il nome di "chiesa vecchia", è una delle parrocchiali di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine.

Chiesa della Madonna Addolorata o "chiesa vecchia"
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàSan Giorgio di Nogaro (UD)
IndirizzoVia Roma, 89, 33058
ReligioneCattolica di rito romano
TitolareMadonna Addolorata e San Giorgio Martire
FondatoreIngegner Simon Malisan
Inizio costruzione1768
Completamento1789




Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Madonna Addolorata è conosciuta anche come "chiesa vecchia" di San Giorgio di Nogaro, destinata alle messe quotidiane e alla processione dedicata alla Madonna. Di fatto la Chiesa principale è il Duomo che sorge nella piazza cittadina esattamente di fronte al Comune. La chiesa è un complesso settecentesco, costruito tra il 1768 e il 1798, che deriva il suo nome dal fatto che al suo interno è contenuta l'immagine della Vergine posta sull'altare, in una forma "povera" di Madonna Vestita, cioè di un manichino di legno scolpito nelle mani e nel volto[1]. A lei è dedicata una processione cittadina la cui storia è da rintracciare al diciottesimo secolo e più nello specifico al 1759 quando a San Giorgio scoppiò una grave epidemia di peste. I cittadini fecero voto alla Madonna promettendole, in cambio della cessazione dell'epidemia, la dedica di una statua. Quando l'epidemia si concluse, i cittadini decisero di trasportare la statua da Venezia fino a San Giorgio ed è per questo motivo che ogni anno l'intero paese ringrazia la Vergine con una processione che accompagna, attraverso il centro, la statua fino a riportarla in Chiesa.[2] Nonostante le venga preferito il Duomo, la Chiesa presenta al suo interno dei grandi teleri absidali, due delle più importanti opere del Seicento presenti in Friuli. Si tratta di due tele di scuola veneziana che nel 1887 il parroco Domenico Pancini ottenne dal Deposito dell'Accademia delle Belle Arti di Venezia. La prima è collocata sulla parete a destra dell'altare maggiore, raffigurante Il miracolo di una partoriente in riva al mare ed è opera di Alessandro Varotari detto "il Padovanino". Sulla parete opposta invece vediamo il telere che raffigura Venezia in trono e la Giustizia che fuga i vizi opera di Pietro Malombra.[3]

Il culto della Madonna Addolorata e dei suoi sette dolori, rappresentati con sette spade conficcate nel cuore, risale alla fine del XI secolo. E' la Sacra Congregazione dei riti nel 1714 ad approvare la celebrazione dei sette dolori di Maria il venerdì che precede la Domenica delle Palme. I sette dolori associati alla Vergine sono : Maria che ascolta la profezia di Simeone nel tempio; la fuga in Egitto di Maria per salvare Gesù da Erode; Maria perde Gesù nel tempio; Maria segue Gesù che porta la croce; la Vergine ai piedi della croce; Maria accoglie tra le sue braccia Gesù morto; Maria assiste alla sepoltura di Gesù.[4]

Gli scavi archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Gli scavi archeologici, iniziati nel 1988 all'interno della chiesa, hanno portato alla luce i resti di una precedente chiesa, risalente all'incirca al XV secolo.[5]Gli scavi hanno di fatto restituito, oltre alla vestigia di una chiesa medievale, anche quelle di un edificio mosaicato e di un altro edificio sacro a esso successivo. Si è quindi accertata l'esistenza di una chiesa tardoantica di cui si sono conservate l'abside semicircolare, una porzione di muro dell'aula e un frammento di mosaico. La cosa straordinaria è che questi elementi sono comuni negli edifici sacri del periodo compreso tra il 313 d.C. e le prime invasioni barbariche, permettendo di collocare la chiesa in un arco cronologico abbastanza definito. A questo si aggiunge il fatto che il colore del mosaico rinvenuto è riconoscibile in quelli tipici del periodo IV-VI secolo d.C. confermando la datazione del pavimento attorno al V secolo, coevo all'espansione in territorio aquileiese della "Buona Novella" dell'evangelista Marco, con conseguente attività di costruzione di edifici adibiti al nuovo culto. Una delle ipotesi più accreditate circa l'abbandono dell'edificio è da rintracciare nell'avvento delle conquiste barbariche, fatto documentato dalla presenza, sopra l'abside, da tracce di focolari e di uno strato di misto a cenere.[6]Difficile la datazione della seconda chiesa altomedievale, sorta sulle rovine della precedente. Ciò che emerge dai vari scavi, ovvero la scarsità di materiali impiegati e una struttura più esile rispetto alle precedenti, fa ipotizzare che la comunità sangiorgina non stesse affrontando un periodo molto positivo. La terza costruzione della chiesa invece, vede un'architettura più complessa. Siamo nel periodo di passaggio sotto il Capitolo di Aquileia del 1031. Da questa chiesa gli scavi hanno restituito molto repertorio archeologico : monete, medaglie votive, pezzi di intonaco colorato, vetri e oggetti metallici . Importante è che viene ritrovato "l'anello di San Giorgio".[7] I lavori per la chiesa attuale, ovvero la quarta versione, sono stati progettati dall'ingegner Simon Malisan, che iniziarono nel 1768 e finirono nel 1789.

Dedicazione della Chiesa a San Giorgio Martire[modifica | modifica wikitesto]

Non sappiamo con precisione quando la comunità cominciò a prendere il nome dal Santo titolare della chiesa, appunto San Giorgio martire, ma grazie alle scoperte archeologiche è possibile ricavare una cronologia abbastanza puntuale. Sappiamo che tra il VI e l'VIII secolo la comunità riprenderà e ricostruirà il proprio luogo di culto utilizzando parte dei materiali antichi in funzione di reimpiego. Questa nuova chiesa verrà dedicata a San Giorgio, santo guerriero morto martire nel III secolo. Per un periodo di tempo la comunità farà riferimento alla pieve di Marano che aveva rivestito un ruolo rilevante (nel 590 aveva ospitato i lavori del sinodo dei Tre Capitoli). Con il diploma del 1031 il patriarca Popone concedeva per il sostentamento dei sacerdoti del Capitolo di Aquileia alcuni beni tra cui le ville di Marano, di Carlino e di San Giorgio di Nogaro. La chiesa di San Giorgio di Nogaro, fino alla nascita della parrocchia autonoma il 2 agosto 1835, rimarrà filiale della pieve di Porpetto. Primo parroco sarà Valentino Amedeo Rizzi che avrà la cura delle anime di San Giorgio ma anche di Villanova, Zuccola e Porto Nogaro.[4]

La Chiesa : descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno :[modifica | modifica wikitesto]

Una descrizione precisa dei dettagli si può individuare nel lavoro realizzato dall'Ass. Ad Undecimum e dal Comune di San Giorgio di Nogaro che riporta i seguenti elementi : «La facciata esterna è divisa da lesene corinzie che sostengono una trabeazione modanata sulla cui sommità si può notare il timpano di chiusura. Sulla porta maggiore possiamo riconoscere la statua che rappresenta San Giorgio vittorioso a cavallo. Nelle nicchie a sinistra vediamo San Michele arcangelo che trionfa sul demonio e a destra la statua di San Rocco. Il campanile è posizionato sul lato nord della chiesa e ha un'altezza di 29.60 metri. La cella accoglie tre campane : la maggiore è dedicata all'Addolorata, quella di mezzo al SS. Cuore di Gesù e l'ultima a San Giorgio».[4]

Interno :[modifica | modifica wikitesto]

L'interno presenta lo schema settecentesco del salone in stile corinzio; lesene grigie con capitello emergono dalle pareti per reggere la cornice modanata su cui si imposta il soffitto, a crociera nel presbiterio e a botte nella navata. Troviamo quattro altari dedicati rispettivamente alla Madonna Addolorata, al Crocefisso, a Sant'Antonio e a San Giuseppe. Un arco introduce al presbiterio sopraelevato con tre scalini e separato dalla navata da una balaustra. Al centro troviamo l'Altare Maggiore con ciborio a tempietto sorretto da quattro colonne; la porticina che contiene la pisside con le ostie consacrate è in rame con la raffigurazione di Cristo risorto sorretto da un gruppo di angeli. Ai lati troviamo le sculture che raffigurano i Santi Pietro e Paolo. Più all'esterno vediamo a sinistra la statua di San Michele Arcangelo mentre a destra si trova quella di San Rocco.[2] L'iconografia dell'Arcangelo Michele sembra essere la più antica del mondo cristiano, viene raffigurato con l'armatura, con la spada e la bilancia con la quale pesa le anime dopo la morte. Rocco invece era un pellegrino francese del XIV secolo che si dedicò alla cura degli ammalati di peste operando guarigioni. In questa raffigurazione presenta il cappello sulle spalle, la mantella del pellegrino, il bastone, il cane accovacciato e la mano sinistra che indica la piaga della peste sulla gamba.[4] Esattamente alle spalle dell'altare troviamo un'opera di Valentino Maran di Chiarisacco, Trionfo di San Giorgio del 1838, che rappresenta San Giorgio armato su un cavallo bianco impennato mentre conficca la sua lancia nelle fauci del drago.[2] Ad assistere alla scena è la principessa salvata dal santo guerriero che vediamo raffigurata sulla destra, mentre dal cielo scendono un gruppo di angeli che hanno tra le mani le palme del martirio. A seguire vediamo poi l'organo che è stato inaugurato nel 1878. E' stato acquistato grazie ai proventi della vendita del legname dei boschi comunali. Lo strumento è importante perchè è uno dei primi organi realizzati da Valentino Zanin di Camino di Codroipo con tastiera e pedaliera cromatiche. Presenta anche la novità assoluta dei Tromboni al Pedale con Tuba a doppio canaletto.[2]

I teleri sono posti ai lati del presbiterio. Sulla parete a destra troviamo Il miracolo di una partoriente in riva al mare realizzato nel 1628 da Alessandro Varotari e proveniente dal convento di Santa Maria Maggiore a Venezia. Al centro della tela, nel suo punto più alto, troviamo la Vergine che ha il braccio teso verso la partoriente, con il bimbo alzato verso l'alto. La scena è resa ancora più evidente dai due angeli che tengono tra le mani un cartiglio che recita : "Ecco la Stella del mare venuta in soccorso a chi è in pericolo". Proprio sotto agli angeli ritroviamo, con tutta probabilità, la nobile donna con il nascituro, appoggiata al marito in direzione del tempio di Maria con l'intento di ringraziare la Vergine per l'aiuto ricevuto precedentemente. Dietro di loro ci sono altre figure che fungono non solo da coprotagonisti ma rappresentano anche il seguito che li accompagna verso il tempio. Sulla parete sinistra c’è Venezia in trono e la Giustizia che fuga i vizi del 1612 di Pietro Malombra. E' un'opera allegorica avente tre protagonisti, posti al centro della scena e che vengono percepiti immediatamente da chi osserva il dipinto : al centro troviamo Venezia e ai lati Marte e Nettuno che rappresentano rispettivamente le divinità della guerra e del mare. Esattamente sotto all'altare che ospita Venezia con Marte e Nettuno, possiamo scorgere la Giustizia che con la spada in mano è intenta ad allontanare i vizi, sempre in chiave allegorica.[4] Se si guarda attentamente l'opera si possono individuare anche altre figure che corrisponderebbero a scene legate all'omicidio e al furto. La moltitudine di figure presenti all'interno del dipinto sono state create con la tecnica del chiaroscuro, in richiamo a Tintoretto.[2] Oltre a questo vediamo che tutti i personaggi godono di una realizzazione artistica elevata, dato ricavabile dalle forme e dai dettagli delle vesti.[4] Infine sulla parete sinistra al centro dell'aula si trova il dipinto che raffigura San Bernardo e Sancha di Spagna di Pietro Muttoni. La tela proviene dalla chiesa di San Bernardo a Murano. Si notano colori pastosi dei personaggi, tra cui il rosse acceso della gonna di Sancha stretta in un prezioso corpetto bianco e oro. Sulla parete destra, sopra la porta laterale, è collocata la tela che ritrae San Lodovico vescovo di Tolosa di Tiberio Tinelli.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di San Giorgio di Nogaro. Associazione culturale Ad Undecimum. Parrocchia di San Giorgio martire. (a cura di), Chiesa della Madonna Addolorata, San Giorgio di Nogaro (Udine). Progetto Affreschi senza confini - Freske bez granica, (SD)., Per le foto : Igor Piccini, Marco Zanon, Associazione Ad Undecimum.
  2. ^ a b c d e f I cammini degli affreschi. Chiesa della Madonna Addolorata, San Giorgio di Nogaro, a cura di Comune di San Giorgio di Nogaro & Ad Undecimum, San Giorgio di Nogaro, (SD)..
  3. ^ San Giorgio di Nogaro. Una guida per emozioni, LithoStampa srl, Udine, 2021, Comune di San Giorgio di Nogaro. Biblioteca Comunale Villa Dora.
  4. ^ a b c d e f Chiesa della Madonna Addolorata, San Giorgio di Nogaro, con la collaborazione di Lodovico Rustico, Marco Zanon, Mons. Igino Schiff, con il sostegno di Regione autonoma del Friuli-Venezia Giulia & Regione Istriana & Associazione Ad Undecimum & Comune di San Giorgio di Nogaro, (SD).
  5. ^ S. Giorgio : La storia ritrovata, Comune di San Giorgio di Nogaro, S. Giorgio di Nogaro e Udine, (SD), illustrazioni di Foto Piccini., Pubblicazione realizzata con il contributo della Provincia di Udine.
  6. ^ "in ecclesia Divi Georgii". Lo studio, i risultati e i materiali dello scavo archeologico nella chiesa parrocchiale di San Giorgio di Nogaro, a cura dell'Associazione culturale Ad Undecimum di San Giorgio di Nogaro, Udine, La Nuova Base, 1992.
  7. ^ Annuario 1992, a cura di Salvatore Carfì, Curzio Conti e Alberto Vicenzin, Luigi Iacuzzo e Valeriano Ietri, Litografia Designgraf s.r.l., Udine, 1993..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Comune di San Giorgio di Nogaro, S. Giorgio: la storia ritrovata, S. Giorgio di Nogaro e Udine, (s d).
  • Annuario 1992, Udine, a cura di Salvatore Carfì, Curzio Conti e Alberto Vicenzin, Luigi Iacuzzo e Valeriano Ietri, Litografia Designgraf s.r.l., Udine, 1993.
  • "...in ecclesia Divi Georgii". Lo studio, i risultati e i materiali dello scavo archeologico nella chiesa parrocchiale di San Giorgio di Nogaro, a cura dell'Associazione culturale Ad Undecimum di San Giorgio di Nogaro, Udine, La Nuova Base, 1992.
  • Affreschi senza confini. Freske Bez Granica, a cura di Rachele Di Luca, Lodovico Rustico, Stefano Perini, Giorgio Neggrello, Flavio D'Agostini, Sunčica Mustač, Željko Bistrović, Udine, Tipografia Chiandetti, 2020.
  • I cammini degli affreschi. Chiesa della Madonna Addolorata San Giorgio di Nogaro, a cura di Comune di San Giorgio di Nogaro & Ad Undecimum, San Giorgio di Nogaro, (s d).
  • Chiesa della Madonna Addolorata, San Giorgio di Nogaro, con la collaborazione di Lodovico Rustico, Marco Zanon, Mons. Igino Schiff, con il sostegno di Regione autonoma del Friuli-Venezia Giulia & Regione Istriana & Associazione Ad Undecimum & Comune di San Giorgio di Nogaro, (s d).
  • Biblioteca Comunale Villa Dora, San Giorgio di Nogaro, una guida per emozioni, LithoStampa srl, Udine, 2021.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]