Utente:Grasso Luigi/sanbox1/Equazione di Bromley

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L'equazione di Bromley è stata sviluppata da Leroy A. Bromley nel 1973[1] con l'obiettivo di calcolare i coefficienti di attività per soluzioni con soluti elettoliti acquose con concentrazioni dei soluti nel campo di validità dell'equazione di Debye-Hückel. Tale equazione insieme con la SIT e le equazioni di Pitzer [2] sono importanti per comprendere il comportamento degli ioni disciolti in acque naturali quali fiumi, laghi e acque marine.[3][4][5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Guggenheim aveva proposto un'estensione dell'equazione di Debye-Hückel che è alla base della teoria SIT.[6]

L'equazione nel caso più semplice di soluto elettrolita di formula chimica MX che dissocia secondo la reazione chimica

è data dalla seguente relazione:

dove

Simbolo Definizione
Il coefficiente di attività ionico medio molare, come logaritmo decimale
I numeri di carica del catione e l'anione del soluto
La forza ionica della soluzione acquosa
Un coefficiente d'interazione

Le costanti con valori 0.5085 e 0.3281 a 25 °C in acqua
La molalità del soluto elettrolita

.

Man mano che la concentrazione diminuisce, il secondo termine diventa meno importante fino a quando, a concentrazioni molto basse, l'equazione di Debye-Hückel fornisce un valore soddisfacente del coefficiente di attività.

Bromley aveva osservato che i valori sperimentali di erano spesso approssimativamente proporzionali alla forza ionica. Di conseguenza, ha sviluppato l'equazione, per 1-solvente/1-soluto elettrolita con numero stechiometrico, cioè il numero di ioni presenti in soluzione, e numeri di carica di formula generale che dissocia secondo la reazione chimica

che verifica la condizione di elettroneutralità  :

A 25 °C Aγ vale 0.511 e ρ vale 1. Bromley ha tabulato i valori del coefficiente di interazione β. Ha notato che l'equazione ha dato un accordo soddisfacente con i dati sperimentali fino a una forza ionica di 6 molalità, sebbene la precisione diminuisce quando si estrapola ad una forza ionica molto elevata. Come con altre equazioni, la relazione fallisce quando c'è associazione ionica come, ad esempio, avviene nei metal-solfati divalenti. Bromley ha anche scoperto che β potrebbe essere espresso in termini di quantità di ioni singoli

dove l'indice + si riferisce al catione e il - si riferisce all'anione. L'equazione di Bromley può essere facilmente trasformata per il calcolo del coefficiente osmotico, e Bromley propose pure una generalizzazione a soluzioni multicomponenti (1-solvente/n-soluti) e come varia il coefficiente di attività con la temperatura.[1]

A modified version of the Bromley equation has been used extensively by MadariagaTemplate:Who and co-workers.[7] In a comparison of Bromley, SIT and Pitzer models, little difference was found in the quality of fit.[8] The Bromley equation is essentially an empirical equation. The B parameters are relatively easy to determine. However, SIT theory, as extended by Scatchard.[9][10] and Ciavatta[11] is much more widely used.

By contrast the Pitzer equation is based on rigorous thermodynamics.[2] The determination Pitzer parameters is more laborious. Whilst the Bromley and SIT approaches are based on pair-wise interactions between oppositely charged ions, the Pitzer approach also allows for interactions between three ions. These equations are important for the understanding of the behaviour of ions in natural waters such as rivers, lakes and sea-water.

For some complex electrolytes, Ge et al.[12] obtained the new set of Bromley parameters using up-to-date measured or critically reviewed osmotic coefficient or activity coefficient data.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Bromley L.A., Thermodynamic properties of strong electrolytes in aqueous solutions, in AIChE Journal, vol. 19, n. 2, 1973, pp. 313–320, DOI:10.1002/aic.690190216.
  2. ^ a b (EN) Pitzer K. S., 3.Ion interaction approach: theory and data correlation, in Activity coefficients in electrolyte solutions, 2ª ed., Boca Raton, CRC Press, 1991, pp. 75-153, ISBN 978-0-8493-5415-1.
  3. ^ (EN) Stumm W.; Morgan J. J., Aquatic Chemistry: Chemical Equilibria and Rates in Natural Waters, 3ª ed., Hoboken, NY (USA), |Wiley-Interscience, 1995, ISBN 978-0-471-51185-4.
  4. ^ (EN) Snoeyink V. L.; Jenkins D., Water Chemistry, 1ª ed., Hoboken, NY (USA), Wiley, 1991, ISBN 978-0-471-05196-1.
  5. ^ (EN) Millero F. J., Chemical Oceanography, 3ª ed., Oxfordshire,(UK), Taylor & Francis, 2006, ISBN 978-0-8493-2280-8.
  6. ^ E.A. Guggenheim, Specific interaction of ions, in Trans. Faraday Soc., vol. 51, 1955, pp. 747–761, DOI:10.1039/TF9555100747.
  7. ^ J.C. Raposo, Development of a modified Bromley methodology for the estimation of ionic media effects on solution equilibria: Part 6. The chemical model of phosphoric acid in aqueous solution at 25 °C and comparison with arsenic acid, in Fluid Phase Equilibria, vol. 207, 1–2, 2003, pp. 69–80, DOI:10.1016/S0378-3812(02)00332-1.
  8. ^ C. Foti, A comparison of equations for fitting protonation constants of carboxylic acids in aqueous tetramethylammonium chloride at various ionic strengths, in J. Solution Chem., vol. 26, n. 6, 1997, pp. 631–648, DOI:10.1007/BF02767633.
  9. ^ G. Scatchard, The Coming Age of the Interionic Attraction Theory, in Chem. Rev., vol. 13, n. 1, 1933, pp. 7–27, DOI:10.1021/cr60044a002.
  10. ^ G. Scatchard, Concentrated solutions of strong electrolytes, in Chem. Rev., vol. 19, n. 3, 1936, pp. 309–327, DOI:10.1021/cr60064a008.
  11. ^ L. Ciavatta, The specific interaction theory in the evaluating ionic equilibria, in Ann. Chim. (Rome), vol. 70, 1980, pp. 551–562.
  12. ^ X. Ge, M. Zhang, M. Guo, X. Wang. Correlation and Prediction of thermodynamic properties of Some Complex Aqueous Electrolytes by the Modified Three-Characteristic-Parameter Correlation Model. J. Chem. Eng. Data. 53(2008)950-958.http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/je7006499