Utente:Giuliacol11/Sandbox

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Luca Pignatelli[modifica | modifica wikitesto]

Luca Pignatelli (Milano, 22 giugno 1962) è un artista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Ercole Pignatelli e di , cresce nella casa-atelier del padre, il quale già vi esercita la sua attività di pittore. È in questo contesto che avviene il primo avvicinamento all’arte; grazie alla vicinanza col padre, Pignatelli è infatti esposto a un ventaglio vastissimo di stimoli culturali: entra in contatto con gli artisti che frequentano l’abitazione di famiglia e ha l’occasione, fin da giovanissimo, di visitare le esposizioni più importanti sulla scena italiana. Nel marzo del 1971, ancora bambino, accompagna il padre all’inaugurazione di una sua mostra alla galleria del Naviglio a Milano. Si tratta di un’esperienza che segna fortemente l’immaginario del giovane Pignatelli, impressionato dal tema, la guerra, riecheggiato dalla scelta di trasmettere nella galleria una registrazione originale col suono delle bombe che precipitano sulla città. La commistione tra suono e immagine crea un’ambientazione di forte impatto che non manca di stupire l’artista e la pittura del padre a questo punto della sua formazione è un indubbio termine di paragone. Immerso in un contesto ricco di possibilità, il giovane Luca Pignatelli esplora la propria inclinazione naturale all’arte, sentita fin da subito come un’esigenza imprescindibile. In questa fase iniziale, lo slancio creativo è vissuto come veicolo di appropriazione della realtà, alla maniera di un gioco che precede per tentativi, ma con grande profusione di energia. Durante la Biennale del 1978, Pignatelli fa la conoscenza di un importante maestro dell’informale: è Robert Rauschenberg, il quale durante una cena gli firma una cartolina come piccolo omaggio. Per Pignatelli l’incontro con l’artista americano è più di un aneddoto, poiché è in quel periodo che l’artista si avvicina alla radicalità del linguaggio materico.

Lo studio dell'architettura[modifica | modifica wikitesto]

Dopo gli studi superiori, si iscrive alla Facoltà di Architettura al Politecnico di Milano; la scelta di non intraprendere il percorso artistico tradizionale è da rintracciare in una sostanziale non adesione da parte dell’artista ad un sistema di insegnamento sentito come non accademico. Lo studio dell’architettura costituisce un’importante premessa ai successivi sviluppi della sua ricerca, sia da un punto di vista metodologico che iconografico. L’artista continua a praticare il disegno e i suoi quadri in questa fase hanno una forte impronta architettonica. La materia inizia ad imporsi con una sua evidenza estetica, anche se la produzione dell’artista resta per il momento ancorata al figurativo. Al Politecnico frequenta i corsi di Daniele Vitale e di Giorgio Grassi, dal cui insegnamento matura un approccio alla figurazione scevro dal funzionalismo. Grassi in particolare collabora, nella redazione di “Casabella-continuità”, con Aldo Rossi. Dal confronto con queste figure, Pignatelli assorbe un senso della progettazione come momento di elaborazione più teorica che formale, e un’idea della città (ma anche dell’arte in generale) come stratificazione complessa di epoche, di stili, di culture. La Storia è di interesse costante per Pignatelli, e il rapporto che l’artista intrattiene con essa rimarrà un punto nevralgico della sua riflessione successiva, così come l’idea di una compresenza di suggestioni artistiche e culturali provenienti da un passato anche lontanissimo e tuttavia vitali anche nel presente. Questa fascinazione per le epoche e gli stili (artistici e architettonici) sostanzia la fertile immaginazione dell’artista ed è alimentata dalle visite che egli compie nei musei.