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Memoriale della deportazione Borgo San Dalmazzo (CN), Italia

Henri Schustermann

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Henri Schustermann (Parigi, 05/01/1931) è un ex deportato di nazionalità polacca naturalizzato francese, fuggito da Saint-Martin-Vésubie, internato nel campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo, deportato ad Auschwitz, ma sopravvissuto.

Nasce a Parigi nel 1931 da una famiglia di commercianti, composta dal padre Jacob, dalla madre Feiga Kempa, dal fratello Mosche (Maurice) e dalla sorella Mascha (Marcelle). Il padre, nato a Garwolin, a 36 km da Varsavia, in Polonia, emigra in Francia nel 1924, poco dopo i suoi due fratelli. L'anno seguente, sposa Feiga dalla quale avrà tre figli, i cui nomi vengono cambiati per integrarsi meglio nella società francese di cui hanno ottenuto la cittadinanza.

I genitori di Henri sono titolari di tre attività commerciali, poi identificate come ''Entreprise Juive'' a partire dall'occupazione tedesca della Francia (1940) e commissariate dalle autorità tedesche, che le sottopongono ad abusi costanti. Ciononostante, per oltre un anno la vita degli Schustermann continua in maniera relativamente tranquilla. Henri continua a frequentare la scuola con buoni risultati, fino a quando tutti i bambini non sono obbligati a portare una stella gialla sui loro abiti: è da allora che Henri inizia ad essere insultato e maltrattato dai suoi compagni.

L'invasione della Francia induce molti ebrei all'esodo, ma gli Schustermann "erano emigrati in Francia nel corso degli anni Venti, e vi avevano trovato i diritti, la libertà e le opportunità per poter ricominciare una nuova vita. Era per loro impossibile lasciare ciò che avevano costruito e, nonostante tutto, credevano ancora nella Francia che li aveva accolti e per la maggior parte ormai naturalizzati"[1].

In seguito agli arresti di alcuni familiari durante la Rafle du Vel d'Hiv', la famiglia di Henri decide di lasciare Parigi, fatta eccezione della madre che sottovaluta il pericolo e per questo viene catturata e internata nel campo di Mérignac[2].

La prima tappa è Pau, seguita poi da Saint Martin de Vésubie, da cui, dopo l'8 settembre 1943 sono costretti a fuggire per tentare di trasferirsi in Italia attraverso il colle Ciriegia. Henri non ricorda quasi nulla della traversata delle Alpi "scambiando addirittura il Colle Ciriegia per il Tenda"[3]

Il 12 settembre, però, l'Italia è sotto occupazione nazista e il 18 settembre gli ebrei rifugiati vengono informati del cosiddetto bando di Muller: " Comando Germanico di Borgo San Dalmazzo. Entro le ore 18 di oggi, tutti gli stranieri che si trovano nel territorio di Borgo San Dalmazzo e dei comuni vicini devono presentarsi al Comando Germanico in Borgo San Dalmazzo-Caserma degli Alpini. Trascorso tale termine gli stranieri che non si saranno presentati verranno immediatamente fucilati. La stessa pena toccherà a coloro nelle cui abitazioni detti stranieri saranno trovati"[4].

L'arrivo in Italia alle terme di Valdieri, quindi, non è sufficiente a salvarlo dalla deportazione, di cui, però, non ha quasi memoria. A Drancy Henri e il padre vengono fatti salire su convogli ferroviari[5] e condotti ad Auschwitz, dove, all'arrivo Henri si salva perché decide di rimanere con suo padre invece di unirsi alla file delle madri con i bambini.

Viene liberato dal lager a 14 anni e ritrova solo suo fratello Maurice. Non racconta nulla dell'esperienza, riprende i suoi studi ed afferma:" lo confesso, ho voluto dimenticare. Volevo vivere la mia adolescenza: andare al cinema, a ballare, flirtare, godermi la vita"[6]. Non lascia più la Francia: dopo aver concluso gli studi, intraprende un'attività professionale, si sposa con una ragazza sopravvissuta come lui alla deportazione e costruisce una famiglia

Racconterà di quanto vissuto ad Auschwitz solo molto tempo dopo.

perché, allora, si trova questo link? https://www.findagrave.com/memorial/32087122

https://phdn.org/archives/holocaust-history.org/klarsfeld/French%20Children/html&graphics/T1204.shtml

  1. ^ Oltre il nome, Ebraica, p. 414.
  2. ^ Comité francais pour Yad Vashem, su yadvashem-france.org.
  3. ^ Henri Schustermann, videotestimonianza resa a Phyllis Jordan Bonny per USC-Shoah Foundation Institute,Parigi, 7 giugno 1995, lingua francese. Codice interventista:3293
  4. ^ Adriana Muncinelli e Elena Fallo, Oltre il nome, Le Château, p. 583.
  5. ^ Nice sous l'occupation 1942-1944, su niceoccupation.free.fr.
  6. ^ Adriana Muncinelli e Elena Fallo, Oltre al nome, Le Château, p. 229.

Bibliografia e sitografia

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