Utente:GJo/Sandbox/Cessione navi della Rubattino

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Il Piemonte e il Lombardo[modifica | modifica wikitesto]

Il piroscafo Piemonte

Il 9 aprile Bixio tornò a Genova con delle istruzioni per Agostino Bertani e una lettera personale di Garibaldi diretta a Giovanni Battista Fauché, dal 1858 procuratore generale e direttore della società di navigazione Rubattino, la lettera fu recapitata dal Bertani il 10 e in essa l'Eroe dei due mondi richiede, per «trasportarmi in Sicilia con alcuni compagni», uno dei due piroscafi, il San Giorgio o il Piemonte, in servizio per Cagliari e per Malta; offre per questo servizio 100.000 franchi che il Fauché rifiutò dicendo che «se li porti pure in Sicilia ove possono essergli necessari».[6][7].

Successivamente, intorno al 24 aprile, Garibaldi aveva richiesto al Fauché la disponilità di un secondo vapore che il direttore conferma mettendogli a disposizione anche il Lombardo; si trattava di due dei migliori vapori – sugli otto totali – della flotta Rubattino.[8]. I dettagli furono fissati in una riunione il 30 aprile a casa di Bertani, presenti Garibaldi, Fauchè e Bixio.

Nella notte fra il 5 e 6 maggio, sotto il comando di Bixio, un gruppo di garibaldini si impadronì delle due navi – simulando, come da accordi, il furto e sorvegliata in ciò dalle autorità piemontesi[9] – e la spedizione salpò dallo scoglio di Quarto. Il Lombardo entrò successivamente a far parte della marina dittatoriale siciliana[10]. Quando la spedizione terminò, oltre al prezzo d'acquisto dei vascelli, alla società di navigazione Rubattino sarà anche riconosciuta, con decreto dittatoriale di Garibaldi del 5 ottobre 1860, la somma di 1,2 milioni di lire come risarcimento per la perdita del Piemonte e del Lombardo, valutati 750 000 lire, e del piroscafo Cagliari, valutato 450 000 lire (che era stato adoperato per la fallita spedizione di Pisacane nel 1857 e poi restituito all'armatore dal governo borbonico)[11].

Subito dopo la partenza della spedizione Fouché avvisò le autorità portuali della scomparsa delle due navi e contemporaneamente garantì che il servizio postale, in appalto alla Rubattino, a non sarebbe stato interrotto. Il "furto" provocò una riunione d'urgenza dei soci e dei creditori della Rubattino che il 7 maggio indirizzarono un protesta al governo sardo ritenuto colpevole di negligente sorveglianza e quindi responsabile del danno ricevuto dalla società che finanziariamente era in buona salute, il Fauché rifiutò, ed a lui sarebbe spettato quale direttore generale, di protestare ufficialmente e di sporgere denuncia per il furto; il fatto di aver abusato della sua posizione portò poche settimane dopo al suo licenziamento[12] L'episodio ebbe anche uno strascico polemico in quanto il Fauché fece pubblicare sui giornali genovesi una lettera scrittagli dal Bertani [13] in cui questo si rammaricava della sua estromissione dalla Rubattino accusando, senza nominarlo, l'armatore di «non capire che per formare la grande Società della Nazione, deve sacrificarsi qualunque società privata»[14]; Raffaele Rubattino si difese scrivendo il 23 giugno a Giacomo Medici chiedendogli che difendesse presso Garibaldi e i conoscenti il suo buon nome di patriota.[15][16], la polemica tra il Rubattino e il Fauché su cui aveva il merito patriottico di aver fornito le navi ai Mille continuò negli anni a venire.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Filippo Curletti, La verità sugli uomini e sulle cose del Regno d'Italia. Rivelazioni di J. A. già agente segreto di Cavour, Venezia, Tipografia Emiliana, 1862, pp. 17-8. URL consultato l'8 ottobre 2015.
  2. ^ Ernesto Ravvitti, Delle recenti avventure d'Italia, per il conte Ernesto Ravvitti, vol. 2, Venezia, Tipografia Emiliana, 1865, pp. 385-6. URL consultato l'8 ottobre 2015.
  3. ^ Nel terzo volume della sua Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861, versione in seguito fatta propria dalla storiografia revisionista
  4. ^ a b Aldo Servidio, L'imbroglio nazionale, Napoli, Guida Editore, 2002, p. 39, ISBN 88-7188-489-2.
  5. ^ a b c Piccione, pp. 45-46
  6. ^ Agrati, p. 26
  7. ^ G. Zimolo, FAUCHÉ Giovanni Battista, in Dizionario del Risorgimento nazionale. Dalle origini a Roma capitale. (Vol. III, I personaggi), Milano, Casa Editrice Dottor Francesco Vallardi, 1931, pp. 45-46. URL consultato l'8 ottobre 2015.
  8. ^ Agrati, pp. 36-37
  9. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Romeo1
  10. ^ Almanacco storico navale. Lombardo – Sottosezione Navi Trasporto a Ruote, su marina.difesa.it, Marina Militare italiana. URL consultato l'8 ottobre 2015.
  11. ^ Aldo Servidio, Op. cit., p. 93.
  12. ^ Agrati, p. 38
  13. ^ Vedi articolo "La compagnia Rubattino e la causa nazionale" in prima pagina del giornale di Genova Il movimento, 21 giugno 1860
  14. ^ vedi pagg. 232-236 in Giuseppe Pipitone Federico, Di alcune note autobiografiche di patrioti che presero parte alle rivoluzioni siciliane del 1848 e 1860, in Rassegna Storica del Risorgimento, anno VIII, suppl. al fasc. I, XVIII Congresso sociale di Palermo 1931, pp. 228-243.
  15. ^ Agrati, p. 41
  16. ^ Anna Maria Isastia, FAUCHÈ, Giovanni Battista, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 45, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995. URL consultato l'8 ottobre 2015.