Utente:Falco-85/Sandbox3

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

L’espressione Questione dell'Università italiana in Austria (in tedesco Italienische Universitätsfrage in Österreich) si riferisce al lungo dibattito, svoltosi tra il 1866 ed il 1915, a proposito dell'istituzione di una sede universitaria in lingua italiana in uno dei territori dell'Impero Austro-ungarico abitati da popolazioni italofone.

Contesto storico

[modifica | modifica wikitesto]

Fino alla metà del XIX secolo i sudditi italiani dell’Impero asburgico si recavano per l’istruzione universitaria (come avveniva da secoli) nei due atenei storici di Pavia e di Padova[1]. In occasione però delle guerre di indipendenza italiane che furono all’origine delle crisi che colpirono l’Impero dal 1848 al 1866, quest’ultimo perdette i territori dapprima della Lombardia e poi anche del Veneto. A partire quindi dal 1866 la situazione generale per gli italiani d’Austria mutò radicalmente: ridotti ad una piccola minoranza sul totale della popolazione imperiale[2] e rimasti peraltro concentrati in due contesti geografici distinti (quello del Trentino da una parte e prevalentemente del Litorale adriatico dall’altra[3]), essi si ritrovarono anche privi di un ateneo dove poter compiere gli studi universitari nella propria lingua.

Si imponeva quindi per gli austro-italiani un dilemma: o recarsi nelle sedi universitarie più vicine (Vienna, Innsbruck, Graz), dove però la lingua d'insegnamento era quella tedesca, oppure conseguire il titolo di studio in Italia. Per ovviare a ciò, a partire dal 1866 iniziarono le richieste per l’istituzione di una Università in lingua italiana in un luogo dei länder dell’Impero dove vivevano popolazioni italofone. Tra i vari luoghi proposti si avanzò la preferenza per Trieste, vista come “capitale morale” dei sudditi imperiali di lingua italiana[4].

  1. ^ L'Università di Padova era da secoli la meta di studi dei sudditi della Repubblica di Venezia, quindi compresi quelli provenienti dall'Istria e dalla Dalmazia.
  2. ^ Secondo le prime indagini demografiche austriache (ad esempio quelle compiute dall'etnografo Karl von Czoernig) attorno al 1850 gli italiani dell'Impero ammontavano a circa 5 milioni e mezzo di anime. Con l'uscita del Lombardo-Veneto dai confini dell'Austria il loro numero si ridusse ad una cifra al di sotto del milione. Cfr A. Ara, Gli italiani nella monarchia asburgica (1850-1918) in Fra Nazione e Impero. Trieste, gli Asburgo, la Mitteleuropa, Garzanti, Milano 2009. ISBN 978-88-11741-05-3
  3. ^ Oltre al Litorale austriaco (che gli irredentisti italiani chiamavano Venezia Giulia) formato dai tre krönländer di Gorizia e Gradisca, della città/provincia di Trieste e dell'Istria - e dove, semplificando specie per le ultime due, la popolazione italiana era perlopiù accentrata nei centri urbani e quella slava (slovena e croata) nelle zone rurali - v'era una presenza italofona anche in Dalmazia sparsa nelle principali città costiere anche se assai esigua rispetto ad una stragrande maggioranza di croati e di serbi. Completava il quadro la città di Fiume che, abitata da una maggioranza di italiani nel centro urbano e circondata dalle terre della corona croata, apparteneva come Corpus separatum al Regno d'Ungheria. I dati dei vari censimenti dell'epoca austroungarica in queste zone sono consultabili in G. Perselli, I censimenti della popolazione dell’Istria, con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936, CRS, Rovigno-Trieste, 1993.
  4. ^ C. Schiffrer, L'attesa di Trieste in La questione etnica ai confini orientali d'Italia, a cura di Fulvia Verani, Italo Svevo, Trieste 1994, p.