Utente:Cstomaci/Sandbox/F5

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Caproni Vizzola F.5
Il prototipo del Caproni-Vizzola F.5
Descrizione
Tipoaereo da caccia
Equipaggio1
ProgettistaFabrizi, Baldessari, Riparbelli
CostruttoreBandiera dell'Italia Caproni Vizzola
Data primo volo19 febbraio 1939 pilota collaudatore Giuseppe Pancera
Utilizzatore principale UtenteBandiera dell'Italia Regia Aeronautica
Esemplari13 (compresi i due prototipi)
Costo unitario295 000 lire
Altre variantiCaproni Vizzola F.5bis
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza7,77 m
Apertura alare11,29 m
Altezza3,00 m (con carrello abbassato e coda a terra)
Superficie alare17,40
Carico alare130,4 kg/m²
Peso a vuoto1 870 kg
Peso max al decollo2 270 kg
Capacità combustibile248 kg
Propulsione
Motoreradiale Fiat A.74 RC.38
Potenza840 CV (kW) a 2 800 m
Prestazioni
Velocità max510 km/h a 4 750 m
Velocità di crociera480 km/h a 6 000 m a 8/10 della potenza massima
Velocità di salitaa 4 000 m in 3 min 32 s
a 5 000 m in 4 min 37 s
Corsa di decollo187 m
Atterraggio193 m
Autonomia500 km
875 Km con serbatoio supplementare
Tangenza9 500 m
Armamento
Mitragliatrici2 Breda-SAFAT calibro 12,7 mm in caccia

fonte Ministero dell'Aeronautica - D.G.C.A. Catalogo Nomenclatore C.A. 531 per Aeroplano Intercettore F.5, Edizione 1941

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Il Caproni Vizzola F.5 fu un aereo da caccia monomotore monoplano ad ala bassa basato sugli studi dell'ing. Fabrizi, tenente del Genio Aeronautico presso il Centro Sperimentale di Guidonia e prodotto negli stabilimenti della consociata Caproni Vizzola di Vizzola Ticino, presso Varese, alla fine degli anni trenta. Realizzato in una piccola serie venne utilizzato dalla Regia Aeronautica come caccia notturno.

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1936 sulla scia di quanto avevano già fatto le maggiori aviazioni militari europee con specifiche emesse negli anni immediatamente precedenti per una nuova generazione di caccia intercettori, vinte dal Bf 109 in Germania (primo volo maggio 1935) dall'Hawker Hurricane in Gran Bretagna (primo volo novembre 1936) dal Morane 406 in Francia (agosto 1935), anche La Regia Aeronautica emise nel 1936 un concorso per dotarsi di un moderno velivolo da caccia. Le specifiche tecniche messe a concorso del Caccia Intercettore Terrestre, chiedevano che il velivolo fosse un monoplano con motore radiale,completamente metallico, molto manovrabile, con una velocità massima non inferiore a 450km/h, con una elevata velocità di salita (4’ per salire a 6.000m), con un armamento di 2 mitragliatrici da 12,7 mm. Il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, all'epoca il gen. Giuseppe Valle, volle anche la partecipazione di una proposta della Regia Aeronautica. L'incarico fu affidato al tenente GAri Fabrizio Fabrizi, alle dipendenze della Direzione Superiore Studi ed Esperienze (DSSE), addetto alla sezione aerodinamica del 1 Centro Sperimentale di Guidonia. Il caccia Fabrizi avrebbe dovuto essere la proposta della Caproni Vizzola, ditta incaricata di cotruire il prototipo. Il motore prescelto avrebbe dovuto essere l'Isotta Frachini Asso 121 RC.40, un 12 cilindri a V raffreddato a liquido da 960 CV (715 kW). I ritardi nella mesa a punto del morore, costrine la direzione tecnica della Caproni Vizzola ad abbandonare l'idea del morore in linea e ripiegare ul radiale Fiat A.74, già utilizzato dagli altri partecipanti al concorso, i cui prototipi avevano peraltro già effettuato i primi voli (il Macchi C.200 efefttuò il primo colo il 24 dicembre del 1937). purtroppo nell'estate del 1938, il tenente Fabrizi decedeva in un incidente di volo pilotando un Breda 28, avendo appena completato gli studi aerodinamici del caccia.

Anche per onorare la memoria del defunto tenente,il generale Valle affido ad un amico e collega, il ten. GAri Carlo Riparbelli l'incarico di portare avanti il progetto,prima a Guidonia e successivamente presso la Caproni Vizzola. Qui Riparbelli fu affiancato dall'ing. Italo Baldessari e dall'ing. Negri,quest'ultimo direttore di produzione presso lo stabilimento Caproni.

Naturalmente, in memoria di Fabrizi i progetti continuarono ad essere contraddistinti dalla sua iniziale.

Il primo prototipo (M.M.392) fu completato tra la fine del1938 e l'inizio del 1939 e fu portato in volo per la prima volta dal collaudatore della Ditta Giuseppe Pancera il 19 febbraio 1939.

Nel corso del 1939 fu completato il secondo prototipo (M.M. 413) dotato ora di una cappottina completamente trasparente che modificava la forma della fusoliera posteriore. Variava anche la forma della deriva e del timone di direzione di superficie maggiorata. Il ruotino posteriore era retrattile ma non orientabile. Secondo alcune fonti era presente anche una seconda mitragliatrice fissa in caccia che inizialmente non era presente sul primo prototipo (la specifica richiedeva una sola arma). Fu introdotta anche l'ogiva sull'elica. Fu ordinata una preserie di 12 esemplari (M.M. 5921-5932). Il dodicesimo esemplare fu lasciato in Ditta caproni perché servisse come prototipo per la versione F.4. Gli esemplari di preserie subirono tuta una serie di modifiche rispetto ai prototipi, quali l'abitacolo diventato aperto, con parte posteriore solida e spertello di accesso ribaltabile lateralmente, ruotino di coda non retrattile e un erbatoio da 100 litri collocato superiormente a quello posteriore.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

(riferita ai velivoli di pre-serie, dove non diversamente specificato)

Cellula[modifica | modifica wikitesto]

Velivolo da caccia diurno, monoplano ad ala bassa a sbalzo, monomotore, monoposto, a struttura mista.

L'ala a pianta ellittica era costruita in un solo pezzo, con profili della serie NACA M23 variabili lungo l'apertura, con struttura bi-longherone in legno e rivestimento in compensato, telato e verniciato. Gli alettoni, compensati staticamente erano realizzati con una struttura in duralluminio e rivestimento in tela. Gli ipersostentatori erano in duralluminio con movimento automatico collegato agli alettoni.

La fusoliera aveva costruzione metallica, costituita da un traliccio in tubi di acciaio al cromo-molibdeno, saldati, con rivestimento esterno in duralluminio. L'attacco ala - fusoliera era realizzato mediante sei spinotti in acciaio.

I piani di coda erano completamente a sbalzo. La parte fissa era interamente metallica, con struttura bi-longherone in tubi di acciaio e rivestimento in duralluminio, mentre le parte mobili presentavano una struttura in tubi di lega leggera con rivestimento in tela, ed erano azionati da un leveraggio costituito da aste rigide in duralluminio.

Il carrello era completamente retrattile per rotazione verso l'interno e conseguente scomparsa in appositi alloggiamenti ricavati nella superficie alare. L'azionamento del carrello avveniva tramite un circuito idraulico Riva Calzoni, dotato di un circuito secondario di emergenza munito di pompa ad funzionamento manuale. il ruotino di coda completamente retrattile nei prototipi, divenne fisso negli esemplari di preserie. Abitacolo era coperto da un tettuccio trasparente nei prototipi, apribile con movimento di scorrimento verso il retro, mentre negli esemplari di serie fu realizzato aperto con uno sportello ribaltabile lateralmente per agevolare l'ingresso del pilota.

Motore[modifica | modifica wikitesto]

L'apparato motopropulsore era costituito da un motore radiale FIAT A.74 RC. 38 a quattordici cilindri a doppia stella, raffreddato ad aria, della potenza di 870 cavalli vapore (640 kW) al decollo e 840 cavalli vapore (620 kW) a 3 800 metri. Il motore azionava un'elica tripala metallica Fiat-Hamilton a passo variabile in volo, a giri costanti di tre metri di diametro.

Sistemi e Impianti[modifica | modifica wikitesto]

L'impianto carburante era costituito da un serbatoio da 140 litri posizionato tra motore e abitacolo ed uno da 195 litri dietro il pilota. Al di sopra di quest'ultimo era posizionato un ulteriore serbatoio da 100 litri. Tutti i serbatoi erano costruiti in lega leggera erano in lega leggera, con trattamento esterno SEMAPE. serbatoio e radiatore dell'olio erano tutt'uno, a sezione circolare, con una capacità di 40 litri. La strumentazione era quella standard per i caccia italiani dell'epoca. Durante il periodo di permanenza in servizio, gli F.5 furono equipaggiati con un apparato radio ricevente tipo A.R.C.1.

Armamento[modifica | modifica wikitesto]

L'armento era costituito da due mitragliatrici Breda-Safat da 12,7 mm fisse in caccia ai lati della fusoliera e sincronizzate per il tiro attraverso l'elica, con una dotazione di colpi per arma di trecentocinquanta colpi e riarmo con comando pneumatico.

Sviluppi del progetto base[modifica | modifica wikitesto]

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Gli esemplari di preserie costruiti dalla Caproni-Vizzola furono assegnati alla 300ª Squadriglia Autonoma Caccia Notturna comandata dal capitano Corrado Ricci, stanziata a Roma-Ciampino e destinata alla difesa di Roma. Il 10 maggio 1942 gli F.5, insieme con i Fiat C.R.42CN e all'unico esemplare di F4/F5 bis della 303ª Squadriglia Autonoma Caccia Notturna, confluirono nel 167 Gruppo Autonomo Caccia Notturna. Al 9 luglio 1943 gli F.5 ancora in carico al Gruppo sono dieci, affiancati dai Fiat C.R.42CN Falco e Reggiane Re.2001CN In data di poco successiva, quando il Gruppo si rischiera da Roma a Latina, gli F.5 non furono trasferiti, con molta probabilità perché la loro manutenzione non poteva essere più soddisfacente.

Versioni[modifica | modifica wikitesto]

Matricola Militare Tipo Quantità ordinata Quantità prodotta Note
392 primo prototipo 1 1
413 secondo prototipo 1 1
da 5921 a 5931 Serie 0 12 11 preserie Caproni Vizzola agosto-ottobre 1940[1]
Il dodicesimo esemplare (MM.5932) servì come prototipo del Caproni Vizzola F.6

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera dell'Italia Italia

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA.VV.,1972, p.43

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Caccia Assalto, in Dimensione Cielo-Aerei Italiani nella Seconda Guerra Mondiale, vol. 1, Roma, Edizioni Bizzarri, 1972.
  • AA.VV., Caccia Assalto, in Dimensione Cielo-Aerei Italiani nella Seconda Guerra Mondiale, vol. 2, Roma, Edizioni Bizzarri, 1972.
  • AA.VV., Ali italiane 1939-1945, Milano, Rizzoli Editore, 1978.
  • Francesco Pricolo, La Regia aeronautica nella seconda guerra mondiale: novembre 1939-novembre 1941, Milano, Longanesi, 1971.
  • (EN) Chris Dunning, Courage Alone The Italian Air Force 1940-1943, Hampshire, Hikoki Publications Ltd, 1998, ISBN 1 902109 02 3.
  • (EN) F. D'Amico e G. Valentini, Regia Aeronautica Vol. 2, Carrolton, Squadron/Signal Pubblications, 1986.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units of the Regia Aeronautica, Surbiton, Air Research Publications, 1988, ISBN 187118701X.
  • (EN) Christopher Shores, Regia Aeronautica Vol. 1, Carrollton, USA, Squadron Signal Publications, 1976, ISBN 0-89747-060-5.
  • (EN) Jonathan Thompson, Italian Civil and Military Aircraft 1930-1945, Torino, Aero Publishers Inc., 1963, ISBN 0 8168 6500 0.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Velivolo da caccia intercettore Caproni Vizzola S.A. Tipo F.5 Istruzioni e norme per il montaggio,la regolazione, l'impiego e la manutenzione, C.A., Roma, Ministero dell'Aeronautica Direzione Generale delle Costruzioni e degli Approvvigionamenti, 1940.
  • Italo De Marchi e Nicola Sgarlato, I caccia Caproni Vizzola, in Aerospazio Mese, vol. 1, Aerospazio Editrice, Novembre 1979, pp. 34.
  • Andrea Curami, Piani e progetti dell'aeronautica italiana 1939-1943. Stato maggiore e industrie [Rielaborazione della relazione presentata al colloquio su 'Le relazioni anglo-italiane durante la seconda guerra mondiale', Londra, settembre 1990], in Italia contemporanea, vol. 157, n. 252, 1992, pp. 243.
  • La Direzione Superiore Studi e Esperienze (DSSE) di Guidonia, pp. 11.
  • Michele M. Gaetani, I segreti di un documento inedito, in Ali Antiche, n. 109, 1992, pp. 11.
  • Col. Luciano Sadini (a cura di), I Caccia intercettori della Regia Aeronautica, Il trasferimento tecnologico tra industria aeronautica, automobilistica e motociclistica di Palermo 12 maggio 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]