Utente:Cris0567/Sandbox

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Il conte Guglielmo Coronini Cronberg è l'ultimo discendente di una delle più antiche famiglie nobili di Gorizia. Nato a Ruffrè, in provincia di Trento, il 7 luglio 1905 e morto a Vienna il 13 settembre 1990, era il terzogenito del conte Carlo Coronini Cronberg e della contessa Olga Westphalen von Fürstenberg (1868-1958).

Origine della famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Pare che[secondo chi?] l'origine dei conti Coronini risalga al X secolo. Capostipite della linea friulana proveniente da Bergamo, nel XVI, fu Cipriano il Vecchio al quale l’Imperatore Ferdinando I gli riconobbe feudo, nobiltà e stemma nel 1548. Si sa che la sua famiglia discendeva dall’antico ceppo dei cavalieri von Cronberg, originario del principato di Magonza. Alla famiglia Coronini appartennero figure di grande prestigio, strettamente legate alla storia di Gorizia e alla corte degli Asburgo, come uomini d’arme, di lettere, ecclesiastici e diplomatici.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'istruzione del conte Guglielmo fu inizialmente seguita da un maestro privato per poi proseguire al liceo ginnasio Vittorio Emanuele III di Gorizia. Gli studi continuarono a Firenze, dove frequentò il Regio Istituto Superiore Agrario Forestale. Nel 1929 i genitori gli permisero di recarsi a Monaco di Baviera per iscriversi alla facoltà di Filosofia dell’Università “Ludwig Maximilian”, assecondandolo in quella che era la sua vera inclinazione, lo studio della storia dell’arte. Per diversi motivi non riuscì purtroppo a concludere il corso di studi e dopo la breve ma intensa esperienza a Monaco rientrò nel capoluogo toscano dove il 9 luglio 1940 conseguì la laurea in giurisprudenza. Gli anni trascorsi a Firenze si rivelarono ad ogni modo decisivi per la vita del nobiluomo ed in particolar modo l'incontro con il marchese Filippo Serlupi di Crescenzi, con il quale condivideva la passione per l'arte e l'antiquariato, segnò l'intero percorso di vita dell'allora giovane conte. Nel corso degli anni fece inoltre la conoscenza di illustri studiosi e storici dell’arte quali Antonio Morassi, Rodolfo Pallucchini, Giuseppe Fiocco, Roberto Longhi, Bernard Berenson, Francesco Valcanover, Hermann Voss e Georg Richter. Fin da giovane Guglielmo viaggiò molto sia per curare gli affari di famiglia, sia per expertises e per acquistare oggetti preziosi. Il carteggio che Guglielmo intrattiene con la famiglia rivela il suo interesse antiquario a tutto campo. Soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta il conte si dedicò all'acquisto di numerosi pezzi in diverse zone d'Italia e d'Europa. Venne in contatto con numerosi musei e prestigiose istituzioni come la National Gallery di Washington, l’Institut Royal du Patrimoine Artistique di Bruxelles, il Metropolitan Museum di New York, l’Akademie der bildenden Künste e l’Österreichische Galerie di Vienna, i Musée Nationaux di Malmaison, la National Portrait Gallery di Londra, la Narodna Galerija di Lubiana. Con il passare del tempo Guglielmo Coronini Cronberg convogliò le sue energie nella trasformazione della sua casa goriziana in un tempio delle memorie, per celebrare gli antichi fasti di famiglia. Gli oggetti acquistati o ereditati furono collocati nella sua dimora con gusto e mai in maniera casuale.

La produzione scritta di Guglielmo non è molto ampia. Si dedicò con passione a ricerche di carattere genealogico, a studi di carattere storico riguardanti la politica di Giuseppe II, il catasto austriaco, gli stati provinciali goriziani, la storia della cultura e dell’edilizia locale, i Conti di Gorizia, il Patriarcato di Aquileia, senza considerare tutto il corpus di elaborati parziali, manoscritti, appunti, note, elenchi e trascrizioni di documenti inerenti la sua grande opera storica intitolata Gorizia Comitale, una vastissima raccolta di documenti sulla Contea di Gorizia (dalle origini al XVI secolo) rimasta incompiuta. Scrisse anche alcuni saggi di storia dell’arte, tra cui un inedito studio sul pittore Giorgio Liberale. Realizzò alcune delle più importanti mostre tenutesi a Gorizia dagli anni cinquanta agli anni ottanta del Novecento. Nel 1956 fu alla regia della mostra "Il Settecento goriziano" che registrò un straordianario successo in termini di pubblico e di critica. La stessa fortunata sorte toccò alla retrospettiva su Giuseppe Tominz, il maggiore ritrattista goriziano dell'Ottocento goriziano. Infine nel 1982, sempre come curatore e prestatore d'opere realizzò la grande mostra "Maria Teresa e il Settecento goriziano". Nel 1969 fu tra i soci fondatori e primo presidente della sezione di Gorizia, Italia Nostra, ruolo che mantenne fino al 1987. La sezione pubblicò alcune sue importanti opere: Gorizia 1915-18, Gorizia ottocentesca e Gorizia viva. I secoli e le ore della città.

Coronini tentò instancabilmente di ricostruire l'antica e preziosa biblioteca di famiglia, andata in buona parte perduta durante la Seconda Guerra Mondiale. Sebbene l'impresa era difficile, e per certi versi irrealizzabile, Guglielmo tentò in tutti i modi di ricostruire una biblioteca dedicata alla storia patria e famigliare. Si mise in contatto con numerose librerie antiquarie, italiane ed estere, dalle quali acquistò esemplari rari e preziosi. In una di queste occasioni venne in possesso di un manoscritto sul gioco degli scacchi, reputato allora, di un anonimo toscano. Soltano nel 2006 in seguito ad una serie di fortunate coincidenze, è stata fatta la sensazionale scoperta circa la paternità del manoscritto, opera del celebre matematico Luca Pacioli.


La Fondazione Palazzo Coronini Cronberg[modifica | modifica wikitesto]

Il 17 ottobre 1990 viene pubblicato sulla stampa locale il testamento di Guglielmo, ed è un documento di estremo interesse. Nei dieci fogli manoscritti emerge l'idea, condivisa con la sorella, Nicoletta Coronini Cronberg, di creare una fondazione a gestione privata, destinata ad amministrare le proprietà di famiglia e a trasformarla in patrimonio per la sua città. Il documento, divenuto statuto della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, regola sia la parte amministrativa e contabile sia quella prettamente museale. In esso è espressa con chiarezza la volontà di conservare il carattere attuale di grande “dimora gentilizia nella sua viva unità di architettura, arredamento e parco, mantenendo inalterati i complessi ambientali”.

Nulla è sottovalutato o lasciato al caso; le destinazioni d’uso del palazzo e del parco sono estremamente precise, così come le modalità di conservazione e di esposizione delle collezioni. In particolare, la biblioteca è consultabile liberamente mentre le collezioni numismatiche e grafiche così come “il materiale archivistico, i manoscritti e libri rari, saranno esibiti in consultazione vigilata soltanto a studiosi di riconosciuta serietà (…). La concessione temporanea di opere d’arte a esposizioni nazionali o estere sarà limitata a manifestazioni di particolare rilievo culturale, che offrano tutte le garanzie per l’incolumità delle opere richieste”.

Nel suo testamento Guglielmo Coronini esprimerà anche la volontà di riposare nella cappella di famiglia, annessa al palazzo Coronini.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cristina Bragaglia Venuti, Serenella Ferrari, Palazzo Coronini Cronberg a Gorizia, Skira editore, Milano 2007
  • Maddalena Malni Pascoletti, Le collezioni Coronini Cronberg di Gorizia: l'arte, il feticcio, la nostalgia, Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, Gorizia 1998


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